Piano di bonifica: si alleano i sindaci delle due sponde
Le auto e le guarnizioni sui fondali del lago: tra i 16 sindaci delle due sponde è circolata la proposta di un gruppo di lavoro, per un progetto ambientale globale.
Carcasse di automobili, furgoni rubati, una montagna di scarti di guarnizioni, residuati bellici. È ancora tutto in fondo al lago d’Iseo come i carabinieri hanno documentato dopo il recupero, il 5 settembre, a Tavernola, della Ford Fiesta di Rosario Tilotta con dentro un cadavere. Il suo, probabilmente, anche se l’esito del test del Dna ancora manca. Di certo, al momento, c’è solo che verranno recuperate le bombe, le mine anticarro, le munizioni. La prefettura ha convocato i sindaci per il 20 novembre, per programmarlo. Che il lago custodisse rifiuti, oltre che misteri, lo raccontavano da anni i sub amatoriali e la gente del lago. Ora che l’hanno accertato i carabinieri e che la procura ha aperto un’inchiesta per reati ambientali, la pentola è stata scoperchiata ufficialmente. Dentro, bolle l’interrogativo su che cosa fare e chi lo debba fare. Lo sa bene il sindaco di Tavernola, Ioris Danilo Pezzotti, che ha bussato al ministero, dove è stato rimbalzato «perché non c’è un’emergenza», e batterà cassa alla Regione. Intanto, per lo meno, la questione si sta allargando anche agli altri sindaci. Si chiamano G16 e governano i comuni rivieraschi sulle sponde bergamasca e bresciana. L’hanno solo accennato, la scorsa settimana, ma è un inizio: «Il sindaco di Marone, che è anche presidente dell’Autorità di bacino, ha proposto un nucleo ristretto di sindaci per un tavolo comune, per lavorano re sui problemi ambientali. L’obiettivo è un progetto di recupero del lago — anticipa Pezzotti —. Certo che per me la priorità sarebbe recuperare il materiale trovato davanti a Tavernola, ma visto che ci siamo è bene che si pensi a un progetto globale». Anche lui, come la Procura, è in attesa dei risultati delle analisi dell’acqua che i carabinieri hanaffidato all’Arpa e a diversi laboratori. Indipendentemente dai risvolti penali (le guarnizioni riportano il logo di due ditte chiuse da anni), nel fascicolo entreranno gli esiti sullo stato di salute del lago. Definirlo non è semplice. Perché un conto è la superficie, un conto è la profondità. Dipende anche da dove e quando vengono prelevati i campioni, per esempio se durante la pioggia che gonfia i fiumi e spinge i reflui nel lago. Lo sa bene anche Legambiente, che ogni anno con la Goletta dei laghi effettua le analisi. La scorsa estate, in sette punti, su entrambe le sponde: i risultati sono nei parametri. I criteri sono gli stessi dell’Ats per la balneabilità, i luoghi di prelievo diversi. «Noi campioniamo le foci di torrenti e fiumi, nei punti che definiamo malati cronici ma anche in quelli segnalati attraverso l’Sos Goletta — spiega Simone Nuglio, responsabile della campagna —. Verifichiamo i batteri fecali e le microplastiche. Chiaro che questi parametri non bastano a stabilire lo stato di salute complessivo del lago.
Non sappiamo se i risultati positivi di quest’anno siano legati all’estate secca o ad investimenti per le strutture di collettamento. Potremo dirlo il prossimo anno». Non accadeva da 10 anni che tutti i valori fossero regolari. Massimo Rota, presidente del circolo Legambiente dell’Alto Sebino, ne è rimasto colpito ma non è del tutto rincuorato. Conosce bene i problemi: «Una delle criticità è la Valle Camonica che in parte scarica direttamente nell’Oglio». E il lago anche come discarica. Un aneddoto fa capire bene perché sia ancora tutto sui fondali:
Tavernola Il primo cittadino: «C’è la proposta di un gruppo di lavoro per arrivare a un progetto»
«A dieci metri dal pontile di Castro, sotto una ventina, c’è una Cinquecento gialla. Eravamo pronti a recuperarla, con sub, imbragature, palloni a costo zero. Ci siamo fermati perché nessuno l’avrebbe smaltita. Sarebbe rimasta in carico a noi e avremmo pure rischiato una multa».