L’Atalanta vince e tiene vivo il sogno
Papu trascinatore, Dinamo Zagabria battuta 2-0. Per gli ottavi servono altri 3 punti in Ucraina
Prima vittoria in Champions League nella storia atalantina. I nerazzurri hanno battuto la Dinamo Zagabria 2-0, cancellando la batosta dell’andata e soprattutto tenendo vivo il sogno della qualificazione agli ottavi. Durante la partita non c’è stata storia, il capitano Papu Gomez è stato il vero trascinatore della squadra, suo il secondo gol dopo un tunnel sul difensore. Prima del match non è mancata la follia da parte degli ultrà croati, che hanno aggredito anche semplici tifosi nerazzurri fuori dallo stadio di San Siro.
C’è ancora vita nel pianeta Champions League. Perché l’Atalanta che batte 2-0 la Dinamo Zagabria, con una prova di forza assoluta — 21 tiri a 8 nel totale — può ancora passare agli ottavi di finale. Certo, servirà una vittoria a Kharkhiv e sperare che il Manchester City faccia il suo dovere. In Ucraina ci possono essere solo i tre punti. E poi tutti attaccati alla radiolina, come ai vecchi tempi, per le notizie che arrivano da Zagabria: perché in caso di pari sarà ottavi, altrimenti si andrà in Europa League. Però, dopo la serata di San Siro, la certezza è che i nerazzurri abbiano buttato via parte della qualificazione proprio in casa contro lo Shakhtar, all’ultimo minuto. Ma trovarsi ad essere padroni del proprio destino, seppur parzialmente, dopo le prime tre sconfitte è roba da leccarsi i baffi.
Panchina propedeutica oppure scelta mirata? Perché l’inserimento di Muriel nell’undici titolare dà subito i frutti sperati, in quarantacinque minuti dominati e che vedono tante occasioni per i nerazzurri. Tra cross centrati, azione in solitaria, conclusioni alte e rigore guadagnato - e poi realizzato, fondamentale non da poco visto il recente passato nerazzurro - Muriel gioca il suo miglior primo tempo della sua breve storia a Bergamo. Dilaver non lo tiene quasi mai, il peccato è nella precisione perché se non ci fossero gli errori clamorosi sottoporta di Hateboer, Pasalic e dello stesso Muriel, il punteggio potrebbe essere più rotondo. Perché le folate della Dinamo Zagabria, davvero glaciali al Maksimir si perdono nella tiepida sera di San Siro (per novembre), dando presenza di sé solo quando c’è un errore tecnico evidente da parte degli uomini di Gasperini, costantemente in possesso del pallone. Il contropiede è comunque letale, perché se alla prima volta Orsic spedisce sul corpo di Palomino, alla seconda il rischio è grosso: tiro a giro e traversa incocciata, a far capire come i Diavoli da marcare siano lui e Olmo, più opaco della scintillante andata. Però tra pali, salvataggi sulla riga (su Hateboer dopo una discesa di Gosens), l’uno a zero sta stretto. Anche se di particolari parate di Livakovic non ce ne sono.
Si potrebbe anche pensare che uno spreco tale riporti in auge i fantasmi osservati contro la Juventus. Invece Gomez, attivo ma mai pericoloso, decide di tirare fuori dal cappello una magia da capitano. In un fazzoletto fa fuori il suo marcatore, grazie a un elegante tunnel già visto in precedenza, sparando poi di esterno collo verso l’angolino più lontano. Palla in buca otto e due a zero. Una serata da artisti non può prescindere dal contributo di Ilicic, ma anche il solito mezzo infortunio di Muriel, sostituito per una botta alla coscia, la più classica
I numeri Nel conteggio finale l’Atalanta ha tirato in porta 21 volte contro le 8 dei croati
delle vecchie. Lo sloveno, rimasto a riposo il sabato causa espulsione con il Cagliari, ha voglia di determinare. E con uno-due a saltare la difesa arriva al tiro, arcuando la parabola verso il montante al di là dei guantoni del numero uno croato, ma la risposta è un urlo strozzato causa palo esterno.
Il piccolo dettaglio nella notte di San Siro è la solita, assurda, quantità di opportunità da rete sprecate, anche per vendicarsi del Maksimir. Invece è da sottolineare la solidità di una retroguardia quasi mai perfetta, con un Kjaer bravo a giganteggiare sulle palle alte e Palomino attento in fase di copertura. Tanto che Dani Olmo, oramai convocato in pianta stabile nella Nazionale spagnola, non riesce quasi mai a rendersi pericoloso. Finisce così in gloria. Parziale, perché lo Shakhtar pareggia all’Etihad per 1-1, ma restano speranze che fino a qualche settimana fa sembravano immotivate.