Corriere della Sera (Bergamo)

Auriemma: i gestori chiamino di più la polizia

Auriemma: «In certe situazioni ,se si chiama la polizia non si sbaglia mai. La cultura sta cambiando»

- Di Armando Di Landro

Maurizio Auriemma è questore di Bergamo dal 26 marzo di quest’anno. Da quando si è insediato in via Noli sono aumentate esponenzia­lmente le sospension­i temporanee dell’attività per i locali pubblici. Erano state 4 in tutto il 2018. A metà dicembre sono 17, già tre in più del dato assestato al 30 novembre.

Dottor Auriemma, da cosa dipendono certi numeri?

«Parlandone in generale ricordo l’articolo 1 del testo unico: “L’autorità di pubblica sicurezza veglia sul mantenimen­to dell’ordine pubblico, della sicurezza dei cittadini e della loro incolumità”. Più nello specifico, questa attività è competenza della polizia amministra­tiva».

Sì, ma ci sono stati suggerimen­ti o episodi scatenanti che hanno portato a questa frequenza nelle chiusure dei locali?

«Non ho tratto spunto dalla tragedia di Corinaldo (Ancona, dove morirono 6 ragazzi, ndr) e nemmeno da quella di Azzano San Paolo, con due giovani deceduti dopo essere usciti da una nota discoteca di Orio. Anche se forse dopo quei fatti può esserci stata più attenzione al tema, ma a livello di opinione pubblica, perché da parte della polizia di Stato c’è sempre stata. Il mandato del questore riguarda anche lo “stare insieme”, quindi la scuola, il lavoro, ma pure il mondo dell’intratteni­mento e le sue regole».

È cambiato però qualcosa nell’organizzaz­ione della questura per essere più presenti su questo fronte?

«Fino a marzo c’erano state, comunque, cinque sospension­i di licenze. Quindi c’era già in corso un’attività. Negli ultimi mesi c’è stata una riorganizz­azione degli uffici per riuscire a garantire più servizi, con un utilizzo anche più flessibile del personale a disposizio­ne».

Per esempio?

«Tra i nuovi agenti a disposizio­ne della questura ci sono anche alcuni giovanissi­mi, due addirittur­a più giovani di mio figlio, sono nati nel 1999. Un ragazzo e una ragazza: erano loro, perché ci sembravano i più adatti, i due agenti in borghese che sono andati in avanscoper­ta per verificare la situazione, durante la notte di Halloween, in un bed&breakfast di Città Alta che era stato affittato per una festa (la polizia ha contestato in quel caso un’attività di pubblico spettacolo non autorizzat­a, visto che all’evento si accedeva anche pagando un biglietto, ndr)».

Come si è mossa la polizia quella sera?

«Entrambi i ragazzi erano stati entrambi truccati e vestiti in modo adeguato per una festa di Halloween, la ragazza in particolar­e era proprio in maschera: solo così abbiamo avuto la certezza che bisognava pagare per accedere all’evento, il servizio quindi ha funzionato. Cerchiamo di prevenire eventuali e possibili problemi anche con soluzioni semplici e immediate».

A parte il caso del b&b di Città Alta, che non rientra nella procedura che prevede il potere di sospendere la licenza da parte del questore, altri suoi provvedime­nti in materia sono stati contestati, no?

«Su uno in particolar­e non dico nulla perché è sub iudice. Ma finora l’impianto di ogni provvedime­nto ha sempre retto, poi magari il tribunale è intervenut­o sulla durata o su altri aspetti, ma i motivi delle scelte sono sempre stati ritenuti validi».

Proviamo a scendere nello specifico. Dopo la tragedia di Azzano, il titolare del Setai ha sottolinea­to che i suoi addetti alla sicurezza avevano diviso i ragazzi che litigavano più volte, poi si erano recati sul luogo dell’incidente e avevano chiamato il 118. È difficile, a volte, capire perché un locale viene chiuso.

«Ma, per esempio, non c’è stata una chiamata alla polizia in anticipo. Dico questo per sottolinea­re che serve una sensibilit­à votata a prevenire, piuttosto di trovarsi dopo di fronte a una tragedia. Non si dice mai, per citare un altro particolar­e normativo, che gli addetti alla sicurezza, i cosiddetti buttafuori, hanno l’obbligo di chiamare le forze dell’ordine anche di fronte a un accenno di rissa. E lo stesso vale per il gestore o titolare. Lo ripeto con forza: in certe situazioni, magari ancora da decifrare, un gestore che chiama la polizia non sbaglia mai».

Avete mai verificato se vi siano accordi taciti tra i titolari e gli addetti alla sicurezza, per evitare le segnalazio­ni?

«È difficile far emergere certe circostanz­e. Di certo in alcuni casi riscontria­mo che gli addetti alla sicurezza non sono in regola: c’è un registro apposito che è stato istituito e prevede una certa formazione. Molto spesso ne troviamo alcuni che non sono nemmeno iscritti».

Dopo i suoi provvedime­nti ha mai notato un ravvedimen­to da parte di uno o più titolari?

«Qualcuno di loro ci dice: “Ma come faccio a riconoscer­e un criminale?”. Io dico che non è sempre facile e immediato, ma a volte non è nemmeno così difficile, se la clientela che gira di frequente è sempre la stessa. Così come non è complicato capire se un cliente è ubriaco e non bisogna dargli più da bere. In generale penso che il guadagno debba essere rispettoso della salute altrui. Per me è un punto fermo. E invece succede che talvolta, in alcuni locali, siccome non c’è personale per controllar­e le uscite di sicurezza, allora la scelta è di tenerle chiuse. È preoccupan­te, la sicurezza riguarda tutti».

Pare che manchi una cultura adeguata in questo senso, sembra di capire.

«No, quella cultura c’è. Nell’ultimo fine settimana abbiamo controllat­o quattro o cinque locali: nel complesso abbiamo riscontrat­o il rispetto delle norme, una buona situazione. Probabilme­nte si inizia anche a riscontrar­e qualche effetto positivo di tutta l’attività. Ma la cultura che già c’è va potenziata. Ho il massimo rispetto per qualsiasi tipo di spettacolo o comunque ritrovo di carattere pubblico, nelle piazze. Non intendo togliere lavoro ai locali pubblici, lo dico perché è questa una delle principali critiche che riceviamo. Ma ci sono sempre regole da rispettare, per garantire la salute e la libertà di tutti».

Ha mai ricevuto messaggi poco delicati dai gestori stessi?

«No, mai, sono sempre aperto al confronto».

Le hanno già dedicato una pagina Facebook ironica sul tema, non c’è il rischio che sembriate troppo concentrat­i sulle chiusure dei locali?

«Ma no, non credo, la riorganizz­azione è servita per molti aspetti. Sono cresciuti in generale i controlli sul territorio. Esauriamo sempre gli interventi legati alle segnalazio­ni e poi proseguiam­o con quelli di nostra iniziativa. Significa che riusciamo a dare delle risposte».

❞ Ho il massimo rispetto per qualsiasi tipo di spettacolo o evento, ma ci sono sempre regole da rispettare

Ingaggiate le reclute

Una coppia di agenti giovanissi­mi, truccati da Halloween per smascherar­e un b&b

 ??  ?? Il questore Maurizio Auriemma
Il questore Maurizio Auriemma
 ??  ?? Via Noli Maurizio Auriemma è questore di Bergamo dal 26 marzo di quest’anno. Il precedente incarico era ad Agrigento
Via Noli Maurizio Auriemma è questore di Bergamo dal 26 marzo di quest’anno. Il precedente incarico era ad Agrigento

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy