Corriere della Sera (Bergamo)

Cassisi, parla la segretaria Il pm chiede 4 anni e 3 mesi

«Mai mi disse di non fatturare. Facevo tutto io»

- di Maddalena Berbenni

Quattro anni e tre mesi di carcere. È la richiesta del sostituto procurator­e Giancarlo Mancusi per Antonino Cassisi, il primario del reparto di Chirurgia maxillo facciale del Papa Giovanni, imputato di peculato, maltrattam­enti, falso e abuso d’ufficio. Secondo l’accusa, avrebbe vessato Paolo Amaddeo, suo principale accusatore, con richiami e insulti quotidiani. L’obiettivo sarebbe stato per metterlo alla porta. Prima delle conclusion­i del pm ha parlato, chiamata dalla difesa, Nadia Botti, la segretaria legata anche sentimenta­lmente a Cassisi: «È vero, non ho fatto alcune fatture ai pazienti, ma perché me lo chiedevano loro. Cassisi non me lo ha mai ordinato, non se ne interessav­a».

L’udienza dell’accusa parte con un’arringa. Al processo ad Antonino Cassisi, responsabi­le della Chirurgia maxillo facciale del Papa Giovanni, l’ultimo testimone chiamato dalla difesa è la segretaria Nadia Botti, 57 anni, di Bergamo. Più che una semplice collaborat­rice: «Conosco Cassisi dal 2002 — premette —, siamo legati da stima e amicizia ed è nato un rapporto intimo». Il medico, 60 anni, deve rispondere di maltrattam­enti, abuso d’ufficio, falso e peculato, una carrellata di capi d’imputazion­e che, nonostante alcune prescrizio­ni e le attenuanti generiche, porta il pm Giancarlo Mancusi a chiedere una condanna a 4 anni e 3 mesi per quella che non è «una guerra dei Roses in salsa bergamasca», precisa. Il riferiment­o è alla principale tra le parti civili, Paolo Amaddeo, per spazzare ogni dubbio su un’eventuale disputa tra i due chirurghi ricalcata dall’accusa. L’attività degli inquirenti, sottolinea il pm, va oltre.

Comunque, è la deposizion­e di Botti a riproporre la vicenda davanti al collegio del giudice Giovanni Petillo per il capitolo del peculato. Per lo stesso reato la segretaria è già stata condannata in abbreviato. Mostra la sentenza definitiva. Il resto del fascicolo, dice, lo ha lasciato al suo avvocato: «Gli ho detto: brucialo». Al centro c’era una serie di fatture non emesse, che facevano calare il prezzo delle visite private da 200 a 150 euro, in regime di intramoeni­a, per cui anche l’ospedale ci rimetteva (300 euro il totale contestato). «Il dottor Cassisi non mi ha mai detto di non fatturare — dichiara Botti —, ho fatto tutto in autonomia. Pensavo di essere generosa e di aiutare genitori in difficoltà, non di rubare». Sostiene che siano stati sempre i pazienti a chiedergli­elo. E, ribadisce, dei soldi Cassisi non si interessav­a: «A lui importa solo fare una visita fatta bene».

Il piglio di Botti fa da apripista al pm, per il quale proprio il capitolo sul peculato, estraneo ad Amaddeo, prova come l’impianto accusatori­o viaggi su un binario ben distinto dagli screzi tra i due. Il «dominus» Cassisi non poteva non sapere come Botti amministra­sse, tenuto conto della posizione di «assoluta subordinaz­ione» di lei, ma anche del carattere «non proprio accomodant­e» di lui. Non che si voglia processare la sua indole, puntualizz­a il pm, ma nel caso dei maltrattam­enti ad Amaddeo può essere stato l’«humus» che ha generato i fatti. «È il tema più controvers­o», riconosce il pm. Che non si trattasse di sfuriate occasional­i, nella sua ottica, è emerso chiarament­e. Da subito è stato come se Amaddeo avesse «una sorta di cerchio rosso che lo rendeva il bersaglio privilegia­to» di richiami e insulti «quotidiani» con toni talmente aggressivi da allarmare perfino la polizia giudiziari­a che ascoltava le intercetta­zioni. Cassisi in aula ha sostenuto che Amaddeo avesse sviluppato un’ossessione nei suoi confronti. Secondo l’accusa, invece, nella «gestione feudale del reparto» il primario voleva fargli terra bruciata attorno, spingerlo a lasciare. E sebbene Amaddeo nutrisse ambizioni, non c’era nessuna rivalità alla Salieri contro Mozart. Nel calcolo della pena richiesta, peculato e maltrattam­enti valgono 2 anni e 8 mesi, 3 mesi i falsi per le omissioni sui verbali operatori. Il resto per due abusi d’ufficio. Parola alle parti civili il 9 gennaio.   

La segretaria «Decidevo io di non fare le fatture, per aiutare i pazienti che me lo chiedevano»

 ??  ??
 ??  ?? L’imputato Antonino Cassisi,
60 anni, guida il reparto di Chirurgia maxillo facciale dell’ospedale Papa Giovanni ed è direttore sanitario di un centro medito privato. Il processo prosegue il 9 gennaio
L’imputato Antonino Cassisi, 60 anni, guida il reparto di Chirurgia maxillo facciale dell’ospedale Papa Giovanni ed è direttore sanitario di un centro medito privato. Il processo prosegue il 9 gennaio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy