Corriere della Sera (Bergamo)

Spinge e fa cadere disabile dall’autobus

- Anna Campaniell­o

Spinto e colpito da uno studente mentre scendeva dal bus, un disabile comasco di 57 anni è caduto ed è rimasto con una gamba incastrata tra le porte. «Mi hanno aiutato alcuni passeggeri, ma l’autista è ripartito e ha commentato che erano solo ragazzini, come a giustifica­rli», denuncia la vittima, che ha poi chiamato il 112 ed è stato soccorso al capolinea del bus. Egidio Valeri, che ha difficoltà di movimento e si sposta con un deambulato­re, si è rivolto all’Associazio­ne Utenti della Strada di Como per denunciare quanto accaduto su un bus di linea che aveva preso per raggiunger­e il centro città e per chiedere maggiore attenzione sul tema delle persone diversamen­te abili che utilizzano i mezzi pubblici. «Oltre al trauma fisico c’è il peso piscologic­o della vicenda — dice Mario Lavatelli, presidente di Acus —. Gli sforzi per l’autonomia delle persone con disabilità possono essere vanificati da un ambiente con pregiudizi, scarse conoscenze e barriere culturali». Il 57enne doveva scendere alla fermata di piazza Vittoria. «Mi sono trovato davanti alcuni studenti che volevano salire dalla porta centrale, quella per scendere — racconta —. Ho chiesto loro di utilizzare il passaggio dedicato alla salita, ma un ragazzo è salito comunque con irruenza, mi ha urtato facendomi cadere e mi ha colpito alla testa e allo stomaco. Sono caduto in avanti e sono e sono rimasto con una gamba incastrata. Ho chiesto all’autista di fermarsi e chiamare le forze dell’ordine, ma lo ha fatto solo dopo un po’. Intanto altre persone mi hanno aiutato ad alzarmi per farmi sedere nel posto riservato ai disabili. Aggiungo che c’erano ragazzini che ridevano, una situazione terribile». Valeri ha chiamato il 112 e una pattuglia della polizia ha atteso il bus al capolinea. Gli agenti hanno chiamato un’ambulanza che ha portato il 57enne in ospedale. «Ho voluto rendere pubblica la situazione per far capire che serve maggiore attenzione. Prima delle barriere architetto­niche bisogna abbattere quelle attitudina­li e ambientali».

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