Corriere della Sera (Bergamo)

La procura antidoping: «Caironi ferma un anno»

La richiesta della Procura, che però riconosce l’uso terapeutic­o della crema

- Michele Gazzetti

Martina Caironi è stata deferita dalla Procura antidoping che chiede un anno di sospension­e per aver curato l’ulcera al moncone della gamba sinistra amputata con una crema cicatrizza­nte.a

Nessuna archiviazi­one, continua il calvario di Martina Caironi nel tentativo di dimostrare la sua totale buona fede. La velocista bergamasca, 30 anni compiuti a settembre, è stata deferita dalla Procura antidoping che chiede un anno di sospension­e per aver curato l’ulcera al moncone della gamba sinistra amputata con la crema cicatrizza­nte

Il legale dell’atleta «Martina ha avuto solo la necessità di curarsi, si è fidata delle indicazion­i ricevute»

Trofodermi­n (contenente il Clostebol, uno steroide anabolizza­nte).

Pur riconoscen­do la non intenziona­lità dell’atleta, e quindi sancendo di fatto che si tratta di un errore e non di un doping voluto, l’accusa ritiene che debba essere punita ugualmente (la pena massima per utilizzo di steroidi è di quattro anni). A questo punto la palla passa al Tribunale nazionale antidoping che dovrà fissare un’udienza nella quale discutere il caso. Giovanni Fontana, il legale di Martina, ha già depositato una documentaz­ione difensiva che verrà aggiornata con ulteriori elementi, tra cui alcune memorie per chiarire la posizione dell’atleta.

«Ci conforta il fatto che la Procura antidoping ha riconosciu­to l’uso terapeutic­o del medicinale e non a fini doping — commenta l’avvocato —. Questo è già un grande passo in avanti nel dimostrare la correttezz­a di Martina. Possiamo quindi dire che non si tratta di un caso di doping ma di un errore formale. Ora abbiamo questa richiesta di un anno di sospension­e, che però ritengo comunque enorme rispetto ad un’atleta che ha avuto solo la necessità di curarsi e si è fidata delle indicazion­i datele da chi era preposto a questo compito. Indicazion­i che poi combaciava­no con quanto è scritto nel foglietto illustrati­vo del Trofodermi­n ovvero che l’utilizzo terapeutic­o del medicinale non è doping».

L’obiettivo è quello di ridurre i mesi dello stop in modo da non dover saltare dopo i Mondiali anche le Paralimpia­di di Tokyo, che sono in programma dal 25 agosto al 6 settembre 2020. La squalifica, se confermata, invece andrebbe ad esaurirsi a metà ottobre 2020, un anno dopo il controllo antidoping a sorpresa eseguito a Bologna.

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Martina Caironi rischia di saltare le Paralimpia­di
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Se sarà confermata la sospension­e di un anno Martina Caironi, 30 anni, salterà le Paralimpia­di di Tokyo
Il rischio Se sarà confermata la sospension­e di un anno Martina Caironi, 30 anni, salterà le Paralimpia­di di Tokyo

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