«Passo avanti per il lavoro delle donne»
«Altri seguano l’esempio di Automha — dice Terry Vavassori, segretaria provinciale di Fisascat Cisl —. Le donne spesso sono costrette a lasciare il lavoro dopo la maternità».
«La notizia e la sua descrizione sono indubbiamente molto suggestive, il desiderio di una conciliazione tra lavoro e famiglia è molto sentito e le misure che si possono mettere in campo non sono mai abbastanza. Detto questo, strumenti di questo tipo mi fanno un po’ paura». Federica Vavassori Bisutti è, con il fratello Giorgio, al timone della Policrom Screens di Carvico, realtà leader nel mercato grafico a livello internazionale. Guida il Cda ed è mamma di una figlia.
Paura? E perché?
«Parlo da imprenditrice. Sappiamo bene che per noi l’efficienza è un elemento fondamentale di cui ci viene chiesto conto nei cda. In quest’ottica il provvedimento di Automha può costituire un elemento di marginalizzazione: all’imprenditore ogni ora non lavorata costa e diminuisce l’efficienza aziendale. Quindi prima di assumere donne potrebbero esserci remore». In Policrom come vi regolate? «Premetto che su 45 dipendenti, le donne sono 20 di cui 9 con contratto part time accordato nel nome di una flessibilità alla quale teniamo molto. Se poi si presentano necessità di tipo famigliare che richiedono ore di stacco lavorativo con permessi, pure quelli retribuiti, non diciamo mai di no. Quello che deve cambiare, però è la mentalità».
Spieghi.
«Non ho mai visto un dipendente uomo che mi sia venuto a chiedere permessi di tipo famigliare o assistenziale. Quindi prima occorre creare e passare da una nuova mentalità di condivisione e poi dagli strumenti che la legge ed eventualmente l’azienda mettono a disposizione. Questa è la vera questione culturale e industriale. Sentir parlare di quote rosa non mi piace proprio, neanche quando si parla di ore di lavoro gratis».