Corriere della Sera (Bergamo)

Emergenza regali Se Babbo Natale si ammala

Il raffreddor­e, Acchiappa-Stivale con i suoi dispetti, Spegni-Lume e il bambino gentile che ha ricevuto un dono speciale

- Laterza

Il giorno dopo il bimbo apre gli occhi. «Ho sognato?», si chiede. Chissà. Ma di una cosa siamo sicuri: è Natale! Auguri, auguri!

È il 24 dicembre. I folletti, davanti al caminetto, aspettano che tutti i bimbi del mondo vadano a letto. In mezzo a loro, Babbo Natale, seduto in poltrona, legge le letterine e cerca se ce n’è qualcuna buona.

«Il piccolo Gigi — dice il vecchietto — con il fratellino fa troppi litigi». E continua: «La dolce Marilù, invece... Etciù! Etciù!»

I folletti saltano in piedi: «Che ti succede? Non leggi più?»

E Babbo Natale: «Etciùùùùùù!»

«Che cosa è stato?» «Babbo Natale è raffreddat­o!»

Tutti quanti domandano in coro: «E i bambini? Chi porterà i regali per loro?». Uno per uno si guardano e spalancano gli occhi: «Che cosa facciamo? Il nostro compito è fare pacchetti con i balocchi! Non sappiamo guidare un carro di renne volanti, non più di quanto sappiamo cavalcare gli elefanti!»

Bisogna sapere che i folletti sono tredici in tutto. Il più grande è Sbatti-Porta, fa un gran rumore e ti spaventa di brutto. C’è poi il suo amico Acchiappa-Stivale: se ti prende una scarpa, non la lascia più andare. E a volte, con Storta-Gamba, ti può fare un po’ male. Alcuni folletti sono golosi. Cerca-Canditi, per fare un esempio, quando trova un panettone è tutto contento. Mangia-Salsiccia, si capisce perché?, ne potrebbe mangiare trecentove­ntitré. Annusa-Ciambelle non è un’eccezione: non mangerebbe altro a colazione. Bevi-Latte è uguale uguale: per lui solo latte: il cioccolato lo fa stare male. E quando la cena è finita? Ci pensano GrattaPent­ole e Lecca-Cucchiaio a far piazza pulita! Altri folletti sono avventurie­ri. ScacciaGat­ti passa la notte sui tetti, insieme a Salta-Finestra (che non ha mai mangiato la minestra). Il penultimo si chiama Sotto-Letto, vive nascosto, e nessuno conosce il suo aspetto.

L’ultimo è Spegni-Lume, il folletto dei sogni e dell’avventura. Di notte, spegne la luce e dice: «Dormi, bambino. Il buio non deve farti paura. Io resto con te, qua vicino».

Quando Babbo Natale si ammala, Spegni-Lume decide di diventare un folletto che i doni regala.

«Voi —, dice il piccolo a tutti —, potete guidare la slitta. Voi altri prendete le renne e lavate la loro pelliccia. Forza, insieme, veloci! Riempiremo la notte di voci, alla slitta metteremo le ali, e ai bimbi buoni porteremo i regali!»

Ma non è facile volare, se hai con te Acchiappa-Stivale. Quel folletto dispettoso, non sta un attimo a riposo, e bim bum bam, in un istante, fa sparire le scarpe, tutte quante! In un angolino, i più golosi stanno facendo uno spuntino. E infine, Sotto-Letto? Nessuno l’ha visto, che dispetto!

Spegni-Lume è un po’ abbattuto. A chi può chiedere aiuto?

Senza far rumore, scivolano i minuti, rotolano le ore. La mezzanotte è quasi arrivata, e ancora nessuna renna è partita. Pensa e ripensa, al folletto viene una soluzione. «Chiederò aiuto a un bambino gentile. Una volta gli ho regalato un sogno d’oro e la notte dopo mi ha donato un biscotto. Che tesoro!»

Così, di punto in bianco, con una renna vola in un lampo. Ritrova facilmente la finestra al quinto piano e bussa una volta, due, tre, pian piano.

Il bambino scende dal letto, si mette le babbucce blu e chiede: «Spegni-Lume, sei tu?»

«Sono io, amico mio», risponde il folletto. E in due parole, in poche rime chiare, racconta perché bisogna salvare il Natale.

«Aspettare non possiamo», dice il bambino, con un sorriso. «Forza, voliamo!»

Il bimbo guida la slitta e le renne volano nella notte più fitta. Passano di casa in casa, di città in città, correndo nel vento, con fantasia e libertà. Portano i doni a tutti i bimbi che sono stati buoni. E per i bimbi e i folletti che fanno confusione? Hanno avuto solo carbone!

Alla fine del lungo viaggio, il bimbo è stanco. Rientra in casa. «Hai avuto coraggio!», dice Spegni-Lume. «Senza di te, sarei stato nei guai».

E il bambino: «E adesso? Te ne vai?»

Così risponde il folletto: «Sì. Ma quando mi vorrai, sarò sempre con te. Prometto».

Il giorno dopo, il bimbo apre gli occhi. «Ho sognato?», si chiede. Chissà. Ma di una cosa siamo sicuri: è Natale! Auguri, auguri!

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