Corriere della Sera (Bergamo)

La nuova Lega apre le porte ai sindaci civici

«Chi sa amministra­re va portato nel partito»

- Paravisi

La Lega cambia pelle: quella vecchia resta per pagare i 49 milioni di debiti, mentre quella nuova (Lega Salvini Premier) va alla conquista di territori inesplorat­i, come confermato dal Congresso federale di ieri. I congressi locali, invece, si svolgerann­o da giugno a settembre. E ora i leghisti apriranno le loro sezioni per accogliere i sindaci di liste civiche attirati da Salvini.

Il problema era il presepio. La Natività portata da Salvini è finita in mano al delegato toscano, che quando l’ha posata sul trespolo per i discorsi ha detto come prima cosa: «Ocio che se ‘l borla sò chel laùr che...». L’accento poco dantesco si spiega col fatto che il commissari­o della Toscana al congresso federale leghista di ieri era il deputato Daniele Belotti, arrivato a portare il senso della sua battaglia in una storica regione rossa, in cui si voterà in primavera. La tornata elettorale che si concluderà a maggio segnerà anche lo sblocco dei congressi locali, congelati da Salvini un anno e mezzo fa. Con il risultato che, per esempio, la sezione provincial­e bergamasca è stata guidata per undici mesi da un reggente e da febbraio da un commissari­o. Si andrà al voto fra giugno e settembre.

«Fare i congressi prima non avrebbe senso: toglierebb­e energie alle campagne elettorali», nota il consiglier­e regionale Giovanni Malanchini. Per il quale comunque è presto per fare nomi di possibili segretari. Anche perché non ci sono: «Quando un partito è piccolo i candidati ci sono, quando è grosso, come la Lega ora, ha tante persone impegnate nelle istituzion­i e ne restano meno per un incarico come quello del segretario provincial­e, molto importante ma anche impegnativ­o. Ma per come stanno andando le cose penso che si potrà avere una candidatur­a unitaria».

Il congresso, quindi. Fra i bergamasch­i erano presenti i parlamenta­ri, i consiglier­i regionali e fra i delegati Enrico Prevedini, Renzo Casati, Mirko Brignoli, Thomas Algeri, Fausto Carrara e Danny Benedetti. Una mattinata in un albergo milanese per mandare in soffitta la storica Lega Nord con i suoi 49 milioni di debiti che, riconosce Belotti, «era una zavorra che avrebbe bloccato l’organizzaz­ione del movimento. Ora la Lega Nord si accolla il debito e noi ripartiamo col tesseramen­to per la

Lega Salvini Premier, nuova anche come codice fiscale». Singolare percorso, dal misticismo del Dio Po ai codici fiscali. E in effetti Belotti precisa: «Una volta eravamo molto legati alla simbologia, oggi siamo più alla sostanza. È un’evoluzione. Ma non cambiamo: eravamo autonomist­i prima e lo siamo ora. Per il resto è stato un congresso più tecnico che politico». D’altra parte, fa notare Malanchini, «siamo un partito del 30%, due terzi del nostro elettorato è al Centro-Sud e dobbiamo fare i conti con quello. Il tema delle autonomie va portato avanti a livello nazionale, andando al Sud. Significa metterci la faccia e cambiare la politica in quelle regioni».

D’accordo la senatrice Simona Pergreffi: «È un percorso iniziato qualche anno fa: oggi la Lega è diffusa a livello nazionale ma non perde l’identità della Lega Nord che resta un punto fermo. Gli obiettivi non cambiano». «La Lega rimane quella che è», conferma il senatore Toni Iwobi.

«Ma è stato un congresso anche politico — puntualizz­a il deputato Alberto Ribolla —, puntato sulla necessità di vincere le prossime elezioni regionali, di mantenere salde le radici anche al di là dei tecnicismi e delle modifiche dello statuto. Per diffonderc­i in altri territori bisogna cambiare, ma noi restiamo federalist­i e territoria­li».

«Da questo congresso — conferma il senatore Robert0 Calderoli — esce una Lega più forte, più aperta, più adeguata al momento. La Lega Salvini Premier è la nuova casa di tutti gli italiani, con buon senso e voglia di fare». Una casa che spalanca le porte, scandisce Malanchini: «Le nostre sedi vanno aperte. Salvini non ci ha detto: fate un po’ voi. No, ha detto: aprite le porte delle sezioni alla gente valida». Il che si traduce in una strategia precisa: «Se c’è gente brava fuori dal partito va portata dentro. Non deve prevalere l’invidia di chi vuole tenere tutto chiuso in un circolo di persone, sempre le stesse, che portano avanti tutto da vent’anni nella stessa zona e magari non ci fanno vincere le elezioni».

Da qui l’ordine di servizio sul territorio: «Avvicinare quei sindaci civici che sono bravi e lavorano bene e cercare di portarli dentro. È una strategia che ha molto senso in una provincia in cui c’è un alto numero di Comuni e in cui ci sono tantissimi sindaci dell’area civica. C’è un grande lavoro da fare che può aprire dinamiche interessan­ti a livello bergamasco». Insomma, una campagna acquisti fra i sindaci? «C’è tanta gente che ha perso la sua casa politica o non ha riferiment­o a livello territoria­le, e tanti sindaci che più che l’aspetto politico guardano al buon governo. Non sarà tanto la Lega a fare campagna acquisti: noi oggi siamo il Real Madrid e sono tanti quelli che vorrebbero venire a giocare con noi».

La Lega Salvini Premier è la nuova casa degli italiani con buon senso e voglia di fare Roberto Calderoli Senatore

Oggi siamo il Real Madrid e tanti vogliono venire a giocare con noi Giovanni Malanchini Cons.regionale

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Presepio Daniele Belotti parla durante il congresso con la rappresent­azione della Natività portata da Matteo Salvini
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