Ritorno alla Luna
A 26 anni dall’ultima rappresentazione arriva al Piccolo Teatro Grassi lo spettacolo della Compagnia Colla che narra le immaginifiche avventure del principe Capriccio e i «Lunatici»
La prima edizione andò in scena nel 1898, la seconda nel 1993. Ventisei anni dopo «Dalla Terra alla Luna», féerie in due tempi di Carlo II Colla torna in cartellone al Teatro Grassi da stasera con le sue immaginifiche avventure fra
Terrestri e «Lunatici», ovvero abitanti della Luna. «Nel 1898 lo spettacolo, più che all’omonimo e famosissimo romanzo scritto da Jules Verne, guardava all’operetta «Le voyage dans la lune» di Jacques Offenbach che in quel periodo spopolava», racconta Piero Corbella, manager oltre che memoria storica della Compagnia marionettistica Carlo Colla & Figli. «Naturalmente quello era lo spunto, poi i Colla ne fecero la loro trasposizione e in questa veste lo spettacolo fu in scena con regolarità al Teatro Gerolamo («casa» della Compagnia dal 1911 al 1957, ndr). Con la complicità di Giancarlo Menotti, che lo aveva visto e apprezzato da bambino, Eugenio Monti Colla decise di riprenderlo nel 1993 per il Festival dei Due Mondi di Spoleto, ma da allora “Dalla Terra alla Luna” non andò più in scena, non fu più rappresentato». Quest’anno, grazie all’ormai pluriennale collaborazione con il Piccolo e Sergio Escobar, oltre che come personale omaggio al cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna, la Compagnia e il suo direttore artistico Franco Citterio hanno deciso di riproporre le avventure del bizzoso principe Capriccio che si fa “sparare” sulla Luna dagli artiglieri del suo regale papà e qui trova il curioso popolo dei Lunatici con cui stringe un’alleanza sposando addirittura la figlia del Re.
«Nello spettacolo ci sono ben 162 marionette», prosegue Corbella, «e molto materiale è storico: tanti costumi e tutte le scene appartengono alla versione del 1898. Il grosso del lavoro di recupero fu fatto nel ‘93: venne ricostruita tutta l’attrezzeria (a cominciare dal cannone) e fu fatto un accurato lavoro di restauro sui costumi e sui materiali antichi». Una quindicina (Corbella compreso) i marionettisti impegnati, mentre le musiche dall’innegabile sapore ottocentesco di Corrado Gualtieri (riviste da Danilo Lorenzini) sono registrate. «Sono contento di poter riprendere un titolo del grande repertorio dei Colla, famiglia che ha fatto veramente la storia del teatro di figura non soltanto in Italia», conclude Piero Corbella. «Tutta la prima parte si svolge sulla Terra, la seconda invece è ambientata sulla Luna e sarà sorprendente: il pubblico si deve preparare a vedere una Luna come non l’ha mai vista e come, molto probabilmente, non vedrà mai più».
Ispirazione
«Più che dal romanzo di Verne, il lavoro nasce dall’operetta di Jacques Offenbach»