Corriere della Sera (Bergamo)

Niente borsa schermata Arresto non convalidat­o

Cade l’aggravante del tentato furto al Famila di Grassobbio

- Giuliana Ubbiali

Capita che le decisioni dei giudici colpiscano, secondo il senso comune delle cose. In questo caso, un ragazzo e una ragazza vengono colti con le mani nel sacco, al supermerca­to. Arrivano i carabinier­i del nucleo radiomobil­e della compagnia di Bergamo, quelli che stanno sempre sulla strada pronti a fiondarsi sulle emergenze, li arrestano, li portano in caserma, svolgono accertamen­ti, stendono un verbale, allegano atti, tengono i due arrestati in cella di sicurezza (altrimenti ai domiciliar­i) per tutta la giornata, al mattino successivo li portano al processo nel tribunale di via Borfuro, per direttissi­ma e ci stanno per almeno un paio d’ore.

Finale, ieri in tribunale: l’arresto non viene convalidat­o, i due non vengono sottoposti nemmeno a una blanda misura cautelare, il processo per direttissi­ma finirà il 3 febbraio. Non è che il giudice abbia perso la bussola. Colpirà il senso comune, ma è la legge. Questo è un furto tentato, e semplice perché è caduta l’aggravante della destrezza contestata dal pubblico ministero.

Venerdì mattina, al Famila di Grassobbio, il vigilante nota i due entrare, il fiuto gli dice che sono sospetti e li tiene sotto controllo. Vede lui infilarsi sotto il cappotto 32 confezioni di crema, per 632 euro, e lei metterne nella borsetta altre 14, per ulteriori 248 euro. Li blocca e chiama i carabinier­i. Constantin Drago Ungueanu, rumeno, 31 anni e da 17 in Italia, e Maria Grigorescu, 22 anni, stessa origine e da 10 anni in Italia, amici arrivati dalla provincia di Torino, vengono arrestati e processati. Lei ammette che l’idea è stata sua: sono giorni di festa, ma soldi non ne aveva. È incensurat­a, mentre l’amico ha precedenti. Il pm, in aula il vice procurator­e onorario (vpo), chiede l’obbligo di firma per entrambi. La difesa contesta l’aggravante. Infatti. Il giudice Beatrice Parati cita la Cassazione a sezioni unite, il vangelo dei giudici, per spiegarlo: i due non avevano una borsa schermata, non si sono ingegnati con nessuna astuzia, a parte nascondere le creme addosso o in una semplice borsetta. È evidente che non fossero acquisti, ma refurtiva. Però il furto è solo tentato, perché il vigilante non li ha mai persi di vista anche grazie alla videosorve­glianza. E, senza magheggi, non è aggravato. Morale: i due non andavano arrestati, dunque l’arresto non è stato convalidat­o. Verranno comunque processati, per tentato furto semplice. Può anche essere che il loro avvocato (di fiducia, arrivato da Torino) sarà a spese dello Stato: per lui, per ora, è stata chiesta l’ammissione al gratuito patrocinio; per lei la difesa si è riservata di chiederlo.

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