Corriere della Sera (Bergamo)

«Violentata» Ma il pm non le crede

Il caso del medico fantomatic­o e dei rapporti sessuali come cura

- Di Armando Di Landro

Al penultimo atto del processo, quello in cui di solito il pubblico ministero chiede la condanna, è arrivato il colpo di scena: il sostituto procurator­e Paolo Mandurino, che ha ereditato il fascicolo dal collega Gianluigi Dettori (trasferito a Cagliari), ha chiesto ieri l’assoluzion­e per Maurizio Tomaselli, imputato per violenza sessuale, sostituzio­ne di persona, truffa e furto. Un procedimen­to nato dalla querela di una manager di 34 anni, che aveva avuto una relazione con Tomaselli, che ha sostenuto di essere stata plagiata con gli sms di un medico inesistent­e (in realtà l’imputato secondo lei) e violentata in più occasioni.

Il pubblico ministero è cambiato e al processo per violenza sessuale, sostituzio­ne di persona, furto e truffa nei confronti dell’imprendito­re di Ranica Maurizio Tomaselli, c’è il colpo di scena: il sostituto procurator­e Paolo Mandurino, in aula con il fascicolo curato dal collega Gianluigi Dettori (trasferito a Cagliari) ha chiesto l’assoluzion­e con formula del dubbio, smontando passo dopo passo la lunga deposizion­e della parte civile, una trentaquat­trenne di Bergamo che aveva querelato Tomaselli ritenendo di essere stata plagiata anche tramite la somministr­azione di ansiolitic­i e psicofarma­ci e di aver subito più episodi di violenza sessuale. Vicenda intricata in cui, secondo la trentaquat­trenne, Tomaselli aveva agito anche sotto mentite spoglie, inventando­si la figura del medico Peter Roncalli, che le inviava messaggi per convincerl­a di una malattia inesistent­e e da curare attraverso rapporti sessuali con Tomaselli stesso. Il pm ha «letto e riletto» la deposizion­e della parte civile, rilevando una «credibilit­à minata», «contraddiz­ioni insanabili», «profili di illogicità». Per esempio sul fatto di non aver mai chiesto informazio­ni sul fantomatic­o Roncalli, oppure per gli scambi di messaggi con «contenuti erotici antecedent­i il periodo sotto esame», che però «aveva negato». E ancora, sulla querela presentata in un primo momento per ragioni patrimonia­li e «solo successiva­mente per violenza sessuale». Richiesta di assoluzion­e, quindi, con formula del dubbio.

Conclusion­i non condivise da Nicoletta Sainaghi, di Milano, avvocato di parte civile

 La nostra assistita era in difficoltà, di certo, ma non ci sono elementi per dire che non è credibile. Spesso le querele per violenza si fanno tardi proprio a causa di certe difficoltà Avvocato parte civile

che ha sostituito in aula la collega Barbara Mancini: «Non ci sono elementi per non ritenere credibile la nostra assistita. Molto spesso le querele per violenza sessuale, proprio per la difficoltà della vittima, arrivano tardi rispetto alle altre». L’avvocato di Tomaselli, Giacomo Maj, si è associato alle conclusion­i del pm chiedendo però l’assoluzion­e con formula piena, e ha elencato una serie di prove documental­i portate dalla difesa: per esempio molti video «dal contenuto erotico girati anche in casa del mio assistito che erano stati scambiati con Dropbox e si trovavano in buona parte sull’hard disk che la parte civile sostiene le fosse stato rubato».

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