Corriere della Sera (Bergamo)

Tizzani, due testimoni riconobber­o la sua voce

I nodi delle urla e delle tracce di sangue

- Ubbiali

Due ragazze riconobber­o la sua voce in caserma. Era lo stesso uomo che poco prima avevano sentito urlare, a Seriate. Antonio Tizzani, l’ex ferroviere ora a processo per l’omicidio della moglie Gianna Del Gaudio. Saranno testimoni il 22 gennaio, alla prossima udienza. Uno snodo importante, perché una disse di aver sentito anche la voce di una donna. Se marito e moglie stavano litigando, pesa contro l’imputato. Oppure lui stava urlando contro l’incappucci­ato che dice di aver visto scappare? Con i primi testimoni emergono già dei nodi. Tizzani gridò ai soccorrito­ri del 118 che avevano impiegato troppo tempo ad arrivare e che qualcuno gli aveva ucciso la moglie. Era un marito disperato o fingeva? Giallo anche su alcune tracce di sangue sul lavandino in bagno e ai piedi della scala interna.

L’appuntato scelto del Norm Pietro Galetto aveva appena iniziato il turno dell’una di notte e dalla centrale lo spedirono in Piazza Madonna delle Nevi, a Seriate, per un accoltella­mento. In realtà c’era una donna sgozzata in casa. Gianna Del Gaudio, 64 anni. Due ragazze andarono incontro a lui e al collega: «Avevano sentito delle urla. Le portammo al comando provincial­e dove, passando davanti a un ufficio, riconobber­o la voce». Dentro, c’era Antonio Tizzani, il ferroviere di 71 anni imputato dell’omicidio della moglie. Lo avevano sentito urlare, una delle due riferì anche della voce più flebile di una donna. Uno snodo fondamenta­le. Un conto è se Tizzani urlasse contro quell’incappucci­ato che dice di aver visto scappare dal retro, un conto è se stesse litigando con la moglie poi trovata uccisa. Il corpo della donna prono con i piedi verso la cucina e il capo verso la portafines­tra, il lago di sangue, macchie sparse. I nove testimoni — due carabinier­i e sette soccorrito­ri — intervenut­i per primi hanno proiettato alla notte del 27 agosto 2016. In questo processo apparenti dettagli possono pesare come macigni.

I carabinier­i di Seriate e un primo equipaggio con tre soccorrito­ri arrivano più o meno insieme. I primi, a mezzanotte e 50 minuti, allertati dalla centrale cinque minuti prima. Gli altri, con base all’ospedale di Seriate, a mezzanotte e 55 minuti. Piazza Madonna delle Nevi è pedonale, fanno una corsa di 200 metri e si trovano Tizzani che impreca. «Maledetti, quanto ci avete messo!», ricorda Alessia Colombo che tiene a dire che i tempi fossero corretti. L’ex ferroviere urla anche «me l’hanno uccisa», «perché l’ha fatto?». Valentina Bergamelli resta fuori per non intralciar­e i colleghi già all’opera. Oggi ricorda che Tizzani «accusava qualcuno di avergli ucciso la moglie». Allora, a verbale, riferì altre frasi: «Se ti prendo ti ammazzo, Gianna avevamo tanti profatto. getti, se non ti lasciavo sola dieci minuti uccideva anche me». E Monia Manenti, anche lei rimasta fuori, riferì di aver sentito: «Metto una bomba in questa casa, vicini di merda». Chi è Tizzani in quel momento? Un marito che ha ucciso la moglie e recita la parte della vittima, oppure un uomo disperato che attendeva i soccorsi?

«Siete andati nel bagno di casa Tizzani?». Il pubblico ministero Laura Cocucci lo chiede ai soccorrito­ri e tutti rispondono di non averlo La domanda è legata alla macchia di sangue trovata sul lavabo. Basta per dire che l’assassino si è ripulito lì? All’arrivo dei carabinier­i e del 118, Tizzani non era sporco di sangue. Il Ris ha analizzato gli scarichi del bagno di casa, cosa e quanto materiale ha trovato verrà spiegato in aula.

Le tracce ematiche

Non c’era solo la pozza di sangue che dalla cucina arrivava alla portafines­tra sul retro. Gianfranco Gallo, brigadiere capo dei carabinier­i di Seriate ora in pensione, si ricorda di tracce in corridoio, di una strisciata sotto una sedia davanti al bagno (l’aveva spostata un soccorrito­re per farsi spazio), di una goccia alla base della scala che porta al piano superiore. In realtà, ce n’erano altre, sulla borsa della vittima in soggiorno, sul cancello e sulla siepe sul retro: ne parlerà la Scientific­a. Danno indicazion­i sul percorso dell’assassino. Alcune sono fuori dal perimetro della scena del delitto. L’incappucci­ato che Tizzani dice di aver visto scappare dalla cucina può aver avuto il tempo di muoversi per casa, con il marito fuori a

L’intervento del 118 Il marito disse «maledetti, quanto ci avete messo!» ma i tempi erano corretti Alessia Colombo soccorritr­ice

Il collier Una vicina parlava con la compagna del figlio: non le sembrava che quella sera la suocera lo avesse Monia Manenti Soccorritr­ice

L’ora del delitto Il sangue era coagulato. La signora non era morta da pochi minuti, ma non più di mezz’ora prima Antonio Possenti Medico

bagnare le piante?

L’avvocato Giovanna Agnelli ha insistito sul tappetino ai piedi del lavello della cucina, ma i testimoni non se lo ricordano. In ottica difensiva, se fosse al suo posto e in quali condizioni, ha un peso. Era sporco di sangue. Probabilme­nte la vittima è stata presa alle spalle mentre terminava le faccende di casa. Se è stato il marito e se tra loro c’era stata una lite, deve averla colpita dopo. Altrimenti, avrebbe avuto più senso un’aggression­e frontale.

Il pm ha chiesto a tutti i soccorrito­ri che guanti usassero. I loro sono azzurri e dopo gli interventi li smaltiscon­o in ospedale insieme agli altri rifiuti. Non possono essere quelli trovati in una siepe, nel sacchetto con il taglierino sporco del sangue della vittima. Quelli sono bianchi. Lo stesso colore di quelli usati in casa Tizzani che però non sarebbero dello stesso tipo merceologi­co.

Antonio Possenti è il medico intervenut­o quella notte. Conferma che parte del sangue a terra fosse già rappreso. La professore­ssa era morta da tempo? Difficile dirlo. «La coagulazio­ne dipende da diversi fattori, tra i quali la temperatur­a. La signora non era morta da qualche minuto, ma non più di mezz’ora prima»

Una delle ipotesi difensive è che l’assassino abbia fatto sparire la collana che Gianna Del Gaudio portava spesso. Carabinier­i e soccorrito­ri dicono di non avergliela vista al collo. In casa non si trova. Se la indossasse quella sera non si sa. Una delle soccorritr­ici sentì una vicina parlare con la compagna del figlio che quella sera era a cena dai genitori: non le sembrava che la indossasse.

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La vittima Gianna Del Gaudio
 ??  ?? Imputato Antonio Tizzani, 71 anni, è a processo per l’omicidio della moglie. Ieri era in aula, senza i due figli
Imputato Antonio Tizzani, 71 anni, è a processo per l’omicidio della moglie. Ieri era in aula, senza i due figli

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