Stalking, prosciolto il maggiore Papasodaro
Assolto perché il fatto non costituisce reato. Il maggiore dei carabinieri ed ex comandante della compagnia di Treviglio, Davide Onofrio Papasodaro, era finito a processo per stalking nei confronti di un sottoposto.
Senza la divisa, ma con il pensiero alla bomba esplosa a Foggia la notte scorsa, il maggiore dei carabinieri Davide Onofrio Papasodaro, ieri, è tornato a Bergamo, in tribunale per l’udienza preliminare in cui era imputato di stalking nei confronti del brigadiere Luciano Gialli. Una vicenda nata quando Papasodaro era comandante della compagnia di Treviglio e Gialli tra i suoi sottoposti. Dopo due richieste di archiviazione da parte della Procura e l’imputazione coatta disposta poi dal tribunale, ieri il giudice Federica Gaudino ha deciso per il non luogo a procedere perché il fatto non costituisce reato. Silenzio dall’ufficiale. «Non posso che essere soddisfatto — risponde invece il suo avvocato, Benedetto Bonomo —. Fuori dall’aula la prima telefonata è stata per sua moglie. Le ha chiesto di dare una carezza al loro bambino e di riferirgli che suo padre è una persona perbene. È sempre stato convinto delle sue ragioni anche se dispiaciuto». Una serie di frasi avevano spinto Gialli a passare ai fatti: «Lei qui si è costruito il suo feudo, ma io glielo tolgo», fra quelle riportate in querela. (mad.ber.)