C’è posto per te
Torna il più famoso musical di Garinei e Giovannini Gianluca Guidi nel ruolo di papà Johnny Dorelli «Il mio è un Don Silvestro 2.0, era già nel mio Dna»
«Quando si aprì il sipario, mi colpì il profumo che usciva dal palco, emanato da tutto il cast insieme: trasmetteva la sensazione di una cosa linda, bella e scintillante. E poi c’era una palla da discoteca sospesa al soffitto, girava propagando lucine per tutto il Sistina, come nella “Febbre del Sabato Sera”, ma in chiave romana». Ecco la speciale madeleine conservata nel ricordo di Gianluca Guidi, la prima volta che vide, ad appena sette anni, «Aggiungi un posto a tavola», interpretato dal padre Johnny Dorelli. A insufflare autorevolezza teatrale alla voce di Dio, allora come ora, sarà Enzo Garinei: «Ha 94 anni e li regge meglio di quanto io porti i miei 52. Ogni sera è con noi, prende il microfono e dà voce a Dio».
Per Gianluca Guidi, «Aggiungi un posto a tavola» di Garinei e Giovannini non è semplicemente uno spettacolo, è parte del proprio Dna, tanto da firmarne anche la ripresa teatrale in scena da stasera agli Arcimboldi. «Ricordo meglio la versione di Londra, avevo 11 anni — racconta —. Dorelli non era più Dorelli, ma Giorgio Guidi, diventato un meraviglioso attore anglosassone: recitava in inglese in un cast tutto britannico. Di quell’edizione, replicata in scena per sei mesi e mezzo, sono rimasti solo il disco e il programma di sala. Tramite Facebook sono entrato in contatto con alcuni attori del cast, il direttore musicale». Ereditare il ruolo di Don Silvestro da suo padre è stato naturale: «Il mio Don Silvestro è 2.0, un aggiornamento della versione di papà: ho festeggiato 435 repliche in dieci anni. Questo prete anomalo è un ruolo inventato da lui e come tale va fatto. Mio padre non si era trovato ad affrontare un personaggio scritto sulla carta come potrebbe essere Amleto od Otello: è stata una ricreazione uscita da 74 giorni di prove. Indossando il clergyman per oltre dieci anni mi sono accorto di tante cose più riconducibili a mio padre oppure a Giovannini che morì subito dopo. Garinei e Giovannini erano molto abili nel contornarsi degli autori migliori, da Iaia Fiastri a Trovajoli, e di attori poliedrici, come Montesano, Walter Chiari a Enrico Maria Salerno, “Aggiungi” è un’eccellenza italiana, perché Garinei e Giovannini sapevano come si faceva questo mestiere. E le cose fatte bene non invecchiano mai, come la voce della Callas».
Negli ultimi dieci anni, è cambiata la figura del prete, lo testimoniano le ultime notizie sulla questione del celibato. «Credo sarebbe opportuno abolire il celibato — afferma —. Sono ateo, ma penso che abbia perfettamente ragione Papa Francesco». Esistono oggi i nuovi Garinei e Giovannini? «No, per fare una commedia del genere bisogna avere gusto, una qualità che non appartiene a quest’epoca. Non solo a teatro, basta accendere la tv. Il fatto che la trasmissione Rai di maggiore successo sia “Techetechete”, è la prova più evidente che quel mondo non esiste più».
Per fare una commedia del genere bisogna avere gusto: una qualità che non appartiene a questa nostra epoca