Odette, il principe e l’eterna magia del Lago dei cigni
In scena la lotta tra il bene e il male, a passo di danza. La Compagnia Ballet from Russia, fondata nel 1980 dal coreografo e solista del teatro Bolshoi Stanislav Konstantinovich Vlasov, diretta dall’étoile e insegnante Ekaterina Shalyapina, stasera alle 21, sulle assi del Creberg, rappresenterà «Il lago dei cigni».
«La storia d’amore del giovane principe Sigfrido e del bellissimo cigno Odette, offuscata dall’insidioso mago Rothbart e da sua figlia Odile, continua a toccare il cuore del pubblico — commenta la prima ballerina Alisa Voronova —. Peter Ilich Tchaikovsky ha fatto qualcosa di incredibile: ha creato un’opera in cui balletto e musica sono un tutt’uno e ha scelto un tema che entusiasma le persone per sempre». La storia è nota: il principe Sigfrid, durante i festeggiamenti del suo compleanno, si allontana, attirato da uno stormo di cigni. Arriva ad un lago e, mentre cerca di colpire un cigno con l’arco, l’animale si trasforma in Odette, regina delle giovani fanciulle, vittime di un perfido incantesimo del malefico Rothbart, a cui la principessa negò il proprio amore. Il sortilegio la costringe a trascorrere le ore del giorno sotto le sembianze di un cigno bianco. La maledizione potrà essere sconfitta da un giuramento d’amore. Il principe Sigfrid se ne innamora e promette di salvarla. A una festa nella reggia il mago presenta al principe sua figlia, Odile, il Cigno Nero, sotto le mentite sembianze di Odette. Convinto di trovarsi al cospetto dell’amata, le giura eterno amore. A quel punto il mago rivela la vera identità della fanciulla e Odette, destinata alla morte, scompare nelle acque del lago. Sigfrid, disperato, decide di seguirla: questo gesto romperà l’incantesimo. Il corpo di ballo «aderisce alla versione classica del balletto, ma con il passare del tempo anche la coreografia cambia un po’ — prosegue l’étoile —, pur aderendo a quella originale, ideata nel 1985 da Marius Petipa e da Lev Ivanov».
Se il cigno bianco Odette, interpretato dalla Voronova, personifica il bene, la sua danza è fluida e morbida, Odile, il cigno nero, ha movimenti più precisi, addirittura bruschi, dalla tecnica più complicata. Tra i passaggi più noti del balletto, la ballerina cita «la danza dei piccoli cigni e i 32 fouettés del cigno nero — dice —. Mentre il momento musicale più sorprendente è l’adagio del cigno bianco e di Sigfrido».
Il pubblico sarà immerso in una atmosfera fiabesca, con giochi di ombre e luci, a sottolineare la danza tra bene e male. A primeggiare su tutto sarà «la spiritualità della danza, il lavoro del corpo e le mani delle ballerine, come vuole la tradizione del balletto russo — conclude Voronova —. La danza è una combinazione di recitazione, tecnica e accademismo. È vita».