La finta onlus di camerieri Ristoranti nei guai
In teoria la onlus bresciana si occupava di corsi di formazione. In pratica smistava 250 lavoratori nei ristoranti (tra cui due bergamaschi) a lavorare come camerieri e aiutocuochi in nero. In arrivo multe salate.
Spadellavano in cucina o servivano ai tavoli in cambio di stipendi di dieci-quindici euro l’ora. In nero, senza contratti, senza contributi previdenziali o assicurativi. E il tutto mentre in teoria dovevano svolgere dei corsi di formazione. Anche due ristoranti bergamaschi sono rimasti coinvolti nell’inchiesta della Guardia di Finanza di Salò su una onlus di Brescia. Che avrebbe appunto dovuto occuparsi di corsi di formazione ma aveva cominciato a comportarsi da agenzia di lavoro interinale, tanto da smistare 250 persone a fare i camerieri o gli aiutocuochi in ventidue locali di 8 province ma anche all’estero. Locali che potevano così disporre di dipendenti dai contratti a prezzi particolarmente bassi e fuori mercato stipulati direttamente con la onlus, mascherandoli da semplici ricevute di prestazione. I compensi ai lavoratori figuravano ufficialmente come dei rimborsi spese. Ma a tredici lavoratori stava bene così, visto che potevano continuare a percepire l’indennità di disoccupazione senza che l’Inps (il cui servizio ispettivo ha indagato con Inail e Ispettorato del lavoro) sapesse niente della loro attività.
La scoperta di quello che la Finanza definisce «un vorticoso giro di lavoro nero» costerà all’associazione sanzioni per 500 mila euro, con la contestazione dell’evasione del pagamento per oltre 80 mila euro di contributi, cui sono stati aggiunti anche 30 mila euro di sanzioni civili. I titolari dei locali hanno avuto multe per un totale di 50 mila euro, oltre all’addebito dei contributi non versata dall’associazione.