«Condanna per Pavorè e gli agenti corrotti»
Chiesta la condanna anche per il funzionario della questura e i vigili coinvolti. Le difese: nessuna corruzione
Otto anni e 60 mila euro di multa per Leandra Pavorè e condanne dai 4 ai 6 anni per i vigili e per il funzionario della Questura che si sarebbero fatto corrompere da lei. Sono le richieste del pm Carmen Santoro nell’udienza preliminare di ieri. Per le difese dei pubblici ufficiali non c’è stata corruzione.
Con i suoi 11 imputati e gli ottanta capi d’accusa la lunga udienza preliminare sul presunto sistema Pavorè è alle battute finali. Ieri, il pm Carmen Santoro ha chiesto la condanna per l’ex imprenditrice e i pubblici ufficiali che avrebbe corrotto. Con un terzo in meno della pena previsto dal rito abbreviato, Leandra Pavorè rischia 8 anni e 60 mila euro di multa. Originaria del Brasile, residente ad Albano (è ai domiciliari dopo 6 mesi di carcere), ha tentato la fortuna sia in politica sia nel mondo dello spettacolo. L’inchiesta è legata alle agenzie di pratiche per l’immigrazione che aveva aperto nel 2016 in
Borgo Palazzo con due soci cinesi, per cui è già stata chiesta la condanna. È concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, perché, in cambio di lauti compensi, avrebbero smerciato permessi di soggiorno a cinesi irregolari. In alcuni casi Pavorè si sarebbe appoggiata sul funzionario della Questura e sui tre agenti di polizia locale al centro dell’udienza. Per Pierpaolo Perozziello il pm chiede 5 anni. Avrebbe fatto carte false, in via Noli, intascando 800 euro. «I soldi li ha presi — afferma per lui l’avvocato Costantino Cardiello in trasferta da Salerno —, ma millantando cose che non ha fatto. Non ha falsificato nessun documento, si è limitato a depositare le pratiche, tanto che in una telefonata intercettata gli altri indagati si lamentano di lui». Ha perciò chiesto l’assoluzione per il falso e, per le presunte bustarelle, la derubricazione in millantato credito o corruzione impropria. Di fronte a una richiesta di condanna a 6 anni e 40 mila euro, l’avvocato Gianfranco Ceci ha invocato l’assoluzione dalla corruzione per il vigile di Bergamo Andrea Sciortino: «Con Pavorè c’era una conoscenza, frequentavano la stessa chiesa evangelica — spiega il legale —. Ammette di avere trattato con superficialità le pratiche, ma nega di avere mai preso soldi». Per Leo Pizzimenti e Mattia Cirrone, vigili a Bergamo e a Orio, il pm formula una richiesta di condanna di 4 anni e 4 mesi e di 4 anni e 2 mesi. Assoluzione per i rispettivi difensori, Dimitri Colombi ed Emilio Gueli. Il 20 febbraio parola all’avvocato Eliana Cappuccio, che tenterà di ridimensionare le accuse su Pavorè. Nega le tangenti come i magheggi sulle pratiche. Poi il giudice deciderà su tutte le posizioni, compresi i patteggiamenti chiesti dal segretario comunale Saverio De Vuono (a 2 anni) e dall’impiegata Luana Calvi. (mad.ber.)