Il Festival Pianistico nel segno di Bruckner (e Marta Argerich)
Al Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo il teaser dell’edizione numero 57 conferma le anticipazioni di novembre. L’immagine conclusiva che immortala l’inchino di Martha Argerich al Teatro Grande, non solo preannuncia la grande pianista argentina per l’inaugurazione, ma ribadisce che è anche nel segno di questa sempreverde leonessa della tastiera, da tempo ingaggiata nella promozione dei giovani interpreti, che si deve l’impegno del festival nella valorizzazione dei talenti emergenti.
Un legame sentimentale collega pure quest’inaugurazione — al Teatro Sociale il 25 aprile — con il ricordo che il Pianistico dedicherà ad Arturo Benedetti Michelangeli, pianista, a suo tempo giovanissimo talento, indissolubilmente legato al festival, e del quale quest’anno ricorre il centenario della nascita. Dello straordinario Concerto in sol di Ravel, infatti, che la Argerich eseguirà insieme alla Filarmonica del Festival, Benedetti Michelangeli è stato uno tra i maggiori interpreti. Completano le celebrazioni del centenario i saggi ospitati nel volume annuale e, più sottotraccia, alcuni brani fuori tema, quali i concerti di Grieg e di Liszt, cari al repertorio del maestro bresciano, inseriti nei programmi delle serate. Quanto al tema, invece — Armonie sospese: Schubert e Bruckner — Pier Carlo Orizio, direttore artistico, tiene a sottolineare il coraggio nella scelta di un compositore quale Anton Bruckner, il cui repertorio è assente dai festival, che al Pianistico fu eseguito quasi 40 anni fa, da
Carlo Maria Giulini con la Filarmonica della Scala. «La musica di Bruckner è estremamente complessa, difficile tanto da eseguire quanto da ascoltare», racconta Orizio, pronto a lanciare addirittura una sfida, un percorso-Bruckner per condurre il Pianistico a proporne una sinfonia all’anno, completando il ciclo nel 2024, nel centenario della nascita del compositore tedesco.
Anche Schubert, in una certa misura, rappresenta un compositore ancora in attesa di una vera rivalutazione. Molti i programmi che la rassegna dedica alle sue composizioni. Un po’ di coraggio in più, in questo caso, e si sarebbe potuta sfruttare l’occasione — con Schubert davvero ghiotta — per riportare in cartellone la musica da camera, al festival grande assente da troppi anni. Tutti confermati i nomi di novembre, sia i big Lonquich, Volodos e Sokolov, che i giovani Shishkin, Dovgan e Federico Colli. Ritornerà la storica Philharmonia
Orchestra e un debutto sarà quello della Athens State Orchestra. Pletnev, infine, sarà alla testa della Russian National Orchestra. Una conferma anche l’apertura del Pianistico alle sale della provincia (appuntamenti a Gorle, Vertova, Nembro, S. Pellegrino e Mozzo); una novità assoluta l’anteprima del 5 febbraio al Sociale, con l’Orchestra di Ostrava e il violoncellista Steven Isserlis, diretti da Dmitri Jurowski.
Non solo in città
Appuntamenti a Gorle, Vertova, Nembro, San Pellegrino e Mozzo