Corriere della Sera (Bergamo)

Storie di prigionia nell’ex Montelungo occupata dai nazisti

Il calendario per il Giorno della Memoria: laboratori, spettacoli e testimonia­nze L’ex caserma e i prigionier­i deportati dai nazisti Cinque storie comuni rivivono con gli studenti

- Poli

Da vent’anni in Italia il 27 gennaio si celebra il Giorno della memoria. Una data che non ricorda solo l’apertura dei cancelli di Auschwitz nel 1945, ma anche le drammatich­e vicende dei prigionier­i nei campi di concentram­ento nazisti e delle famiglie in attesa del loro ritorno. Esperienze di persone comuni di cui spesso si ha solo una vaga idea e che quest’anno il Comune di Bergamo, insieme ad associazio­ni, bibliotech­e e centri socio-culturali, ha voluto far rivivere attraverso la storia dell’ex caserma Montelungo. «Un’area della città che sta vivendo una rigenerazi­one importante, ma di cui non bisogna dimenticar­e il passato», dichiara l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalbert­i. La Montelungo è stata un campo di transito nazista da cui partivano i deportati destinati ai lager, come spiega Elisabetta Ruffini, direttrice dell’Isrec, l’Istituto bergamasco per la storia della resistenza e dell’età contempora­nea: «Qui nel 1944 furono detenute 835 persone, tra antifascis­ti, partigiani e operai arrestati per aver scioperato, in attesa di essere deportate a Mauthausen in due gruppi, il primo partito dal binario 1 della stazione di Bergamo il 17 marzo e il secondo il 5 aprile. Solo 179 hanno fatto ritorno».

Parte di questa storia è narrata nello spettacolo «Matilde e il tram per San Vittore», in scena il primo febbraio, alle 18, al Teatro Sociale. L’ingresso è gratuito e parte dei posti sarà riservata agli studenti di diversi istituti cittadini che hanno svolto laboratori con l’Isrec in collaboraz­ione con la sezione bergamasca dell’Aned, l’Associazio­ne nazionale degli ex deportati nei campi nazisti: «Abbiamo individuat­o le storie di cinque persone tra quelle detenute alla Montelungo — illustra Ruffini —. I ragazzi hanno poi dovuto elaborare modi nuovi e originali di raccontarl­e. Così abbiamo voluto trasmetter­e loro il valore delle scelte personali che ognuno può compiere nella propria vita e farli riflettere su quali storie ereditate dal passato possono portare con sé per vivere con consapevol­ezza l’oggi, perché le celebrazio­ni fini a se stesse non sono antidoto all’odio verso il diverso o al razzismo». È un tema che ha occupato spesso il dibattito pubblico degli ultimi mesi. «Il rischio è che i giovani percepisca­no tutto come lontano ed estraneo alla propria vita, ma non è così», sottolinea l’assessore Ghisalbert­i. Può essere efficace allora recuperare le storie vere di persone comuni e, finché possibile, farle raccontare dai protagonis­ti, come farà il 29 gennaio a Palazzo Frizzoni Loredana Bulgarelli, 93 anni, oggi residente a Milano e passata dalla Montelungo prima di essere deportata ad Auschwitz.

Tra gli altri appuntamen­ti, domani alla biblioteca di Loreto è in programma la storia di Primo Levi raccontata in una graphic novel di Matteo Mastragost­ino e sabato alla biblioteca Tiraboschi una lettura teatrale tratta dal libro di Liliana Segre «Fino a quando la mia stella brillerà». Domenica, lo spettacolo «Destinatar­io sconosciut­o» al Teatro Caverna (via Tagliament­o, 7).

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 ??  ?? Il racconto Il 29 gennaio a Palafrizzo­ni parlerà Loredana Bulgarelli, 93 anni, deportata ad Auschwitz dopo un passaggio alla Montelungo
Il racconto Il 29 gennaio a Palafrizzo­ni parlerà Loredana Bulgarelli, 93 anni, deportata ad Auschwitz dopo un passaggio alla Montelungo
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Dei prigionier­i partiti dalla Montelungo solo 179 tornarono. Più a destra, Liliana Segre
I numeri Dei prigionier­i partiti dalla Montelungo solo 179 tornarono. Più a destra, Liliana Segre

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