Marcello Moro paga i danni: 70 mila euro
Dopo la prescrizione, il Comune ottiene il versamento
Dopo la prescrizione è chiusa sul fronte del risarcimento al Comune di Bergamo la vicenda che aveva portato alla fine della carriera politica di Marcello Moro (Forza Italia e Pdl) nel 2012, quando era assessore nella giunta di Franco Tentorio. Il reato di corruzione era andato prescritto in appello (Pierluca Locatelli aveva sostenuto di aver pagato a Moro 50 mila euro per favorire una transazione sui lavori a Sant’Agostino) ma l’ex assessore doveva comunque risarcire il Comune. E dopo un’udienza del 13 gennaio di fronte al giudice dell’esecuzione, le due parti hanno trovato un accordo per 70 mila euro.
Si è chiusa la lite giudiziaria tra il Comune di Bergamo e l’ex assessore (della giunta Tentorio) Marcello Moro. Palazzo Frizzoni è riuscito a ottenere tutto quello che gli spettava, circa 70 mila euro, come risarcimento per i fatti che portarono alla fine della carriera politica di Moro.
È un documento approvato dall’attuale giunta a ripercorrere la vicenda. Si parte dal 2014, quando il sindaco era stato autorizzato a costituirsi nel processo penale instaurato nei confronti anche di Moro. Viene poi citata la sentenza del 2014, con Moro condannato in primo grado a un anno e mezzo di reclusione per corruzione, senza sospensione condizionale della pena. L’ex assessore era stato condannato per la tangente da 50 mila euro che l’imprenditore Pierluca Locatelli aveva sostenuto di avergli versato per favorire un accordo sui lavori a Sant’Agostino. In pratica, a Locatelli Moro aveva chiesto denaro per far ottenere all’imprenditore il pagamento di crediti non saldati da un appaltatore del Comune, per il quale il costruttore aveva lavorato. Il tribunale aveva anche disposto, nei confronti dell’ex assessore, un risarcimento del danno cagionato al Comune pari a 100 mila euro, oltre al pagamento delle spese legali. Subito, senza aspettare che la sentenza passasse in giudicato, l’amministrazione comunale si era mossa per riscuotere la somma decisa dal giudice, con azioni coattive. Nel frattempo, a fine 2017, in Appello, il reato si è estinto: era stata la prima sezione della Corte d’appello di Brescia a dire che non si doveva procedere nei confronti di Moro perché è intervenuta la prescrizione. Ma è rimasto da pagare, per l’ex di Forza Italia, il risarcimento al Comune di Bergamo, anche se dimezzato da 100 mila a 50 mila euro, oltre alle spese legali.
Il documento della giunta ricorda che era stato nominato l’avvocato Alberto Sesti come procuratore del Comune per recuperare in modo coattivo tutte le somme dovute dall’ex assessore a Palazzo Frizzoni, così come era stato stabilito dalla sentenza. «L’avvocato — si legge nella delibera — ha provveduto a promuovere le opportune azioni esecutive pignorando presso terzi le somme dovute al Comune».
La vicenda giudiziaria, prima della sua chiusura, ha avuto dei recenti passaggi finali. Lo scorso 3 gennaio (la notifica è di quattro giorni dopo), Moro si è opposto agli atti esecutivi «sostenendo, sostanzialmente — spiega il documento passato in giunta —, l’omessa notifica dell’atto di pignoramento e pertanto chiedendo, previa sospensione, la nullità, l’invalidità e comunque l’inefficacia degli atti esecutivi». Il giudice dell’esecuzione per la sospensiva ha fissato un’udienza per il 13 gennaio, ed è in questa data che si è chiusa la vicenda, con l’accordo tra le due parti.
Ex assessore Era finito a processo per aver preso una tangente da 50 mila euro da Locatelli