Corriere della Sera (Bergamo)

«Il mio commissari­o somiglia a Callaghan»

Paolo Roversi presenta nella sede di Sem il suo nuovo «Psychokill­er» Un cocktail noir tra la Martesana e Porta Ticinese

- Giacomo Airoldi

In fondo c’è già (quasi) tutto nel titolo: «Psychokill­er» (Sem). Aggiungete­ci il sottotitol­o, «Nella mente dell’assassino» e avrete un’idea di ciò che oggi arriva in libreria a firma di Paolo Roversi. L’autore presenta il suo nuovo thriller questo pomeriggio nella sede della casa editrice con Antonio Riccardi. Il cocktail narrativo a prima vista può sembrare scontato: una rapina in banca, un serial killer che filma i suoi omicidi, un commissari­o pieno di lati oscuri, una profiler bella e brava, un colpo di scena finale. Ma se gli ingredient­i vengono shakerati sapienteme­nte, allora le duecento pagine si leggono tutte d’un fiato. Una Milano piovosa e fredda, da corso Europa al Naviglio della Martesana e a Porta Ticinese, passando per via Vincenzo Monti, fa da cornice alla storia, si presta al crimine, più nera del solito e senza quei momenti di ilarità e felicità che invece mostra nei romanzi di Roversi con protagonis­ta il giornalist­a-investigat­ore e hacker Radeschi.

Facciamoci presentare dall’autore i protagonis­ti: «Diego Ruiz è il commissari­o che nasconde in sé dei mostri. Costruendo­lo ho pensato al modello dello “sbirro” di una volta, un po’ ispettore Callaghan, sempre al limite, che non rispetta i regolament­i come dovrebbe, rischiando spesso di essere buttato fuori dalla polizia. È un uomo che ha il suo fascino». E lo dimostra perché la profiler, Gaia Virgili, ne rimane subito colpita. «Anche su di lei», continua Roversi, «mi sono molto concentrat­o, è uno dei personaggi su cui ho lavorato di più, ho studiato come deve essere, che cosa deve fare e come deve parlare una profession­ista che si occupa di serial killer. Lei è quella che capisce prima degli altri che cosa sta veramente succedendo». Non è una storia rassicuran­te, anche i protagonis­ti minori nascondono segreti che li trasforman­o in sospettati. Il finale non si racconta… ma è davvero a sorpresa. E inquietant­e.

 ??  ?? Mantovano Paolo Roversi, 44 anni, cerca di entrare nella mente di un assassino facendo incontrare il suo commissari­o Ruiz con un’esperta di serial killer
Mantovano Paolo Roversi, 44 anni, cerca di entrare nella mente di un assassino facendo incontrare il suo commissari­o Ruiz con un’esperta di serial killer

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