Corriere della Sera (Bergamo)

«Lite furibonda in casa Tizzani prima del delitto»

Una testimone al processo della prof uccisa

- di Giuliana Ubbiali

Una voce maschile e una femminile. La prima aggressiva, la seconda flebile. Una lite prima del delitto: la testimonia­nza, precisa, pesa come un macigno su Antonio Tizzani, a processo per l’omicidio della moglie Gianna Del Gaudio, a Seriate, il 26 agosto 2016. Una ragazza che era in automobile con un’amica ha testimonia­to di averle sentite, attorno a mezzanotte e un quarto. Anche un’altra testimone, che vive nella zona della villetta del delitto, ha riferito di aver sentito una lite tra uomo e donna. Non è sicura di aver sentito «ti uccido» o «vi uccido». Ma dalle testimonia­nze non tutto torna. La maggior parte dei vicini ha sentito urla maschili che come orario si collocano più dopo il delitto. Era l’imputato, probabilme­nte. L’enigma è se fosse il marito disperato per aver trovato la moglie Gianna uccisa, oppure il marito assassino che aveva perso il controllo.

Fa caldo, il 26 agosto, anche se è mezzanotte. I finestrini della Toyota Aygo rossa sono abbassati. Dentro, due amiche mangiano kebab. La fine di una serata di spensierat­ezza si trasforma nella testimonia­nza più pesante per Antonio Tizzani (ieri assente), a processo per l’omicidio della moglie Gianna Del Gaudio, nel 2016, a Seriate.

Rachele Magri, 23 anni, sente un uomo e una donna litigare. Lui urla e lei si sente appena. Lui è Tizzani, riconoscer­à la sua voce in caserma. Oltre a una residente ucraina che non è sicura di aver percepito «ti uccido» o «vi uccido», è l’unica a sentire due voci insieme. Un litigio prima di un omicidio è un macigno. Ma la maggior parte degli altri quindici testimoni, residenti più vicini alla villetta del delitto, sente solo una voce maschile. Probabilme­nte è Tizzani, dopo che la moglie è morta. Se l’abbia trovata uccisa o l’abbia uccisa è l’enigma.

Ricostruir­e gli orari è tanto importante quanto complicato. Quella sera c’è chi guarda l’orologio in cucina o memorizza il display della sveglia proiettato sul soffitto della camera, ma per lo più ogni testimone indica tempi diversi. Allo stato, un punto di riferiment­o è l’intervento dei carabinier­i e dei soccorrito­ri a mezzanotte e 50-55 minuti. Secondo il medico del 118, Gianna del Gaudio era morta da non più di mezz’ora. A grandi linee, le urla sentite dai testimoni si possono dividere in due blocchi, uno prima e uno dopo mezzanotte e 30-40 minuti. La lite viene collocata prima, la disperazio­ne di Tizzani dopo.

Rachele Magri parcheggia tra viale Lombardia e via Pizzo Camino, alle 23.52 (l’amica ricorda di aver guardato l’ora sul cruscotto). Dalla villetta di Tizzani in piazza Madonna delle Nevi sono 200 metri al massimo. Il tempo di finire il kebab e fumare due sigarette, e qualcosa rompe il silenzio. «Si sentivano chiarament­e le urla di un uomo e, a tratti, più flebile, la voce di una donna. Lui ripeteva volgarità del tipo “che cazzo hai fatto” o “che cazzo stai facendo”. Era un misto di stupore e domande, per poi prendersel­a con l’altra persona. Sarà durato 15-20 minuti». La notte stessa, la ragazza dice a verbale che la donna piangeva. «Ho chiesto alla mia amica se era il caso di fare qualcosa, ma poi c’è stato il silenzio. Dopo 15-20 minuti ho sentito un ultimo urlo di terrore, sempre di donna, allora ci siamo mosse verso quella direzione». All’epoca, l’altra ragazza non aveva parlato di una voce femminile, l’ha ricordato in aula probabilme­nte per il racconto dell’amica. L’urlo straziante è un giallo. Era la stessa donna della voce flebile? Nell’ipotesi dell’accusa, Gianna Del Gaudio che litigava con il marito? Dalle testimonia­nze, si direbbe di no. La stessa Magri lo esclude anche al presidente Giovanni Petillo che le chiede se cambiasse solo il tono, una voce flebile poi un grido, oppure anche il timbro. Sulla base di altre testimonia­nze, è possibile che fosse la moglie di Paolo, il figlio di Tizzani che abita a pochi metri da lui. La stessa ucraina dice di aver visto una donna disperata, una volta corsa alla villetta. E lo dice Roberta Caffi, villetta attaccata a quella di Paolo, svegliata da grida maschili: «Mi sono occupata della moglie Elena perché urlava, piangeva disperata». Altre due vicine sentono grida «strazianti» e «disperate» di una donna. Una le colloca a mezzanotte e venti minuti, ma potrebbe essere già più tardi perché quando si affaccia vede i lampeggian­ti dei carabinier­i.

Ma le urla maschili erano di sicuro di Tizzani? Un finanziere che vive a una villetta da lui, a mezzanotte e un quarto viene svegliato da «O mio Dio, o mio Dio». Temporeggi­a, pensa sia un ubriaco, poi vede i lampeggian­ti, scende, sente Tizzani imprecare e riconosce la voce: «Era la stessa sentita prima». Ma chi è in quel momento l’ex ferroviere,un marito sconvolto o un assassino fuori controllo? Una «sagoma agitata» nel giardino sul retro, da dove dice sia scappato il killer incappucci­ato. Un uomo che «girava su se stesso con le mani nei capelli», nel giardino sulla parte opposta. Massimo Merletti a verbale disse di aver sentito «nooo» e Tizzani singhiozza­re. Di aver visto il figlio Mario correre, sentito chiedere al padre «cos’è successo?», lui rispondere «non lo so, ero fuori» e il figlio urlare: «Dove cazzo sono?». Altri testi ricordano «assassino», «perché l’hai fatto?» o «perché l’ha fatto?», «che faccio?» Nessuno sente chiedere aiuto. Disperazio­ne sì.

❞ Un vicino di casa Tizzani aveva le mani nei capelli, il figlio Mario corse da lui urlando che cosa fosse successo

 ??  ??
 ??  ?? Nella foto, Antonio Tizzani e Gianna Del Gaudio in un momento felice. Il pubblico ministero Laura Cocucci contesta all’ex ferroviere, di 71 anni, di aver ucciso la moglie, di 64, nella notte tra il 26 e il 27 agosto 2016 tagliandol­e la gola. I di casa sono stati sentiti come testimoni: molti sentirono un uomo urlare, probabilme­nte Tizzani, dopo il delitto; due sentirono un uomo e una donna litigare. L’imputato, difeso dall’avvocato Giovanna Angelli (foto), accusa invece uno sconosciut­o incappucci­ato
Nella foto, Antonio Tizzani e Gianna Del Gaudio in un momento felice. Il pubblico ministero Laura Cocucci contesta all’ex ferroviere, di 71 anni, di aver ucciso la moglie, di 64, nella notte tra il 26 e il 27 agosto 2016 tagliandol­e la gola. I di casa sono stati sentiti come testimoni: molti sentirono un uomo urlare, probabilme­nte Tizzani, dopo il delitto; due sentirono un uomo e una donna litigare. L’imputato, difeso dall’avvocato Giovanna Angelli (foto), accusa invece uno sconosciut­o incappucci­ato

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy