Corriere della Sera (Bergamo)

Undici provincial­i passano all’Anas «Ora interventi»

Il passaggio di undici provincial­i firmato dalla presidenza del Consiglio Diventerà esecutivo a giorni. Ma alla Lega non piace: «Poca efficienza»

- di Fabio Paravisi

Si chiama Piano Rientro Strade, perché riguarda importanti arterie che erano passate dall’Anas alle Province, e ora (viste le casse stremate degli enti locali) stanno per tornare allo Stato. In provincia di Bergamo il progetto coinvolge i 236 chilometri di undici strade, fra le quali ci sono la Padana Superiore, la Briantea, la Sebina Occidental­e o le provincial­i della Val Seriana e della Val Brembana. Il passaggio permetterà alla Provincia di risparmiar­e due milioni l’anno. Dopo una procedura durata tre anni, il decreto è stato approvato dal Consiglio dei ministri e a giorni sarà pubblicato dalla Gazzetta ufficiale diventando così esecutivo. Ora c’è chi propone di stilare subito una lista delle priorità, chi chiede di creare un organismo che faccia da tramite tra Comuni e Anas e un consiglier­e provincial­e della Val Seriana che si dice contrario, temendo «conseguenz­e negative».

Ci sono da spostare 236 chilometri. Lunghissim­i nastri d’asfalto che da quattro anni stanno aspettando di cambiare padrone, e per i quali ormai è questione di giorni. Si tratta delle strade provincial­i che stanno per essere acquisite dall’Anas. In realtà stanno per tornare a casa, visto che si tratta di arterie che erano statali ma erano state conferite all’amministra­zione provincial­e quando in via Tasso avevano i fondi e il personale per potersene occupare. Visto che però negli anni le casse della Provincia sono state prosciugat­e dalle riforma delle amministra­zioni locali, seguire tutti i 1.300 chilometri di sua competenza è diventato sempre più difficile. Di qui la decisione di riconsegna­re all’Anas almeno quelle direttrici che vengono utilizzate per il collegamen­to con le province vicine o per andare da un capo all’altro della Bergamasca.

L’idea non è solo della Provincia di Bergamo, visto che il Piano Rientro Strade del ministero delle Infrastrut­ture mira a far passare sotto la competenza dello Stato 6.250 chilometri, di cui 1.100 chilometri in Lombardia (che andranno a raddoppiar­e i 950 attualment­e di competenza dell’Anas in tutta la regione). Il relativo decreto sarebbe dovuto approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri un anno fa, ma le cose sono andate per le lunghe. Ora per il progetto manca solo l’ultimo tratto di strada. Il decreto legislativ­o è stato approvato dal Consiglio dei ministri il 21 novembre, dopo di che è stato inviato alla Corte dei Conti. Anche questo esame è terminato e il decreto è stato spedito al ministero della Giustizia che si occuperà della sua pubblicazi­one sulla Gazzetta ufficiale, dopo di che diventerà esecutivo. A Palazzo Chigi spiegano che si tratta di una questione di giorni: il decreto è molto corposo e pieno di allegati e di tabelle quindi serve il tempo tecnico di lavorarlo. La pubblicazi­one, si assicura, dovrebbe avvenire tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima.

A passare all’Anas saranno la Padana Superiore, la Briantea con un tratto di Asse interurban­o, la strada da Cisano al confine lecchese, il tratto di 470dir da Stezzano a Villa d’Almè e quindi da lì a salire la provincial­e della Val Brembana e quindi le successive numero 1 e 9 fino al confine con la provincia di Sondrio. Quindi la Sebina Occidental­e, la 671 della Val Seriana, la Via Mala che attraversa la Val di Scalve fino al confine bresciano e infine la provincial­e della Valle Borlezza. In tutto 236 chilometri, il cui trasloco di competenze permetterà alla Provincia di risparmiar­e due milioni di euro l’anno in costi di gestione.

«Ma dopo l’affidament­o bisognerà stilare un piano d’intervento con una lista di priorità insieme agli enti locali — avverte la deputata Elena Carnevali che sta seguendo la pratica —. Al primo posto ci dovrà essere la Via Mala, lungo la quale sono avvenute diverse frane e dove l’altra settimana c’è stato un distacco dal soffitto di una galleria». Fratelli d’Italia ha annunciato che porterà in Consiglio provincial­e la proposta di creare un coordiname­nto tra Comuni e Anas, per fare da tramite alle esigenze degli enti locali.

Ma c’è anche qualcuno al quale il passaggio di competenze non piace. È il consiglier­e provincial­e leghista (e consiglier­e comunale a Gazzaniga) Alberto Ongaro. Il quale, spiega, ha maturato una diffidenza verso l’Anas dopo avere seguito un’inchiesta di Dataroom di Milena Gabanelli per il Corriere. Ed esprime «preoccupaz­ione e molte perplessit­à» sul passaggio delle strade, che «potrebbe portare conseguenz­e negative, in primo luogo la mancanza di interlocut­ori sul territorio in grado di agire tempestiva­mente». Perché «se la Provincia ha il polso della situazione, dubito che lo stesso si possa dire di Anas, lento e macchinoso carrozzone pubblico. Non è scaricando la patata bollente ad altri che si risolvono i problemi».

Procedura La Corte dei Conti ha appena dato l’ok, ora la pubblicazi­one sulla Gazzetta ufficiale

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Val di Scalve La galleria dal cui soffitto si sono verificati i distacchi di due settimane fa

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