Polveri sottili in calo ma è allarme ozono
Con le polveri sottili sotto controllo, per la prima volta negli ultimi dieci anni, a preoccupare la Bergamasca sono i livelli di ozono. È quanto risulta dal rapporto «Mal’aria di città 2020» di Legambiente. La soglia di legge è di 120 microgrammi al metro cubo in otto ore e il limite massimo di superamento è di 25 giorni l’anno. A Bergamo sono stati quasi il triplo.
Nemmeno il tempo di esultare per il dato che vede Bergamo rientrare sotto i limiti massimi di superamento delle polveri sottili per la prima volta in dieci anni. Ora Legambiente, nel suo rapporto «Mal’aria di città 2020», fa notare la pessima situazione della Bergamasca sul fronte dell’ozono. Per la precisione l’ozono troposferico, tipico inquinante estivo che si forma da reazioni chimiche tra ossidi di azoto e composti organici favorite dalle alte temperature, in genere per la combustione e i processi che utilizzano solventi e carburanti. Colpisce l’apparato respiratorio e dopo le polveri sottili è l’inquinante più tossico, con 3 mila morti l’anno in Italia.
La soglia di legge è di 120 microgrammi a metro cubo d’aria nell’arco di otto ore. Soglia che può essere superata fino a un massimo di 25 giorni l’anno. Secondo Legambiente, nel 2019 52 città italiane sono andate molto oltre. Tra queste Bergamo è al quarto posto con 72 giorni di superamento in un anno. Che salgono a 81 se si calcola lo sforamento medio nel triennio 2017-2018-2019. E a 94 se si considera non la media di tutte le centraline ma solo quella con i dati peggiori di ogni giorno.
«Proprio sull’ozono c’è stata di recente una riunione in Regione — spiega l’assessore all’Ambiente Stefano Zenoni —. Ci hanno spiegato che si tratta di un gas che si forma in pianura soprattutto verso il Milanese e poi nel corso della giornata viene spinto dal vento verso est fino a quando viene fermato da colline e montagne. Tanto che le maggiori concentrazioni sono soprattutto nelle zone pedecollinari della Bergamasca, del Lecchese, eccetera. Dove non ci sono le condizioni perché si formi. Quindi che non c’è niente che si possa fare a livello locale, anche se continueremo a lavorare con la Regione per studiare il fenomeno e capire come reagire».
Per il resto Legambiente si limita a citare Bergamo fra le città in cui sono attivi sistemi di trasporto non inquinanti: «La storica cremagliera — così viene definita la funicolare — con 2 milioni di passeggeri l’anno». Questo perché almeno per le polveri sottili l’anno si è chiuso con un dato positivo: per la prima volta dal 2010 e dopo i 48 giorni di sforamento dei limiti del 2018, il 2019 si è fermato a 29. «Sono onesto, so che siamo stati aiutati dal meteo — commenta Zenoni —. Sono però sicuro che contino anche le tante iniziative varate negli anni per contenere l’inquinamento». Ma già all’inizio di gennaio c’è stato un primo stop alle auto più inquinanti per l’eccesso di polveri sottili. E dopo quattro giorni sotto i limiti, ieri la soglia è stata superata.
Polveri sottili Dopo un 2019 sotto i limiti, l’anno s’è aperto con uno stop al traffico e i livelli stanno salendo