Corriere della Sera (Bergamo)

«Gli alberi sono quasi tutti sani» Cresce lo scontro su piazza Dante

«Piazza Dante, gli alberi sono quasi tutti sani»

- Silvia Seminati

Cresce la protesta contro il taglio degli alberi di piazza Dante, a Bergamo. Un agronomo ha inviato la sua perizia a un comitato di cittadini. Ma i progettist­i ribaltano la questione: «Non parliamo di alberi, ma di alberi sopra il Diurno: è questo che determina la scelta».

Più si avvicina l’avvio del restyling di piazza Dante, a Bergamo, e più cresce sui social la protesta contro il taglio degli alberi. C’è chi ha lanciato l’idea delle catene umane attorno alle piante, come fossero abbracci. E chi ha appeso sui tronchi fogli di protesta con la scritta «Lasciatemi vivere». C’è poi chi ha fatto un’analisi sulle 14 piante della piazza (ne verranno tagliate 11), come l’agronomo bergamasco Alberto Magri. «L’ho fatta — spiega — perché da più di trent’anni ho scelto di salvare gli alberi sani». L’agronomo ha inviato la sua perizia sulla stabilità degli alberi al comitato Bergamo Bene Comune che l’ha rilanciata su Facebook. «Gli olmi non sono pericolant­i, lo certifica un agronomo», rilancia il comitato.

Nella piazza ci sono otto olmi, tre aceri e anche tre faggi, quest’ultimi sono gli unici che non verranno tagliati. «Stanno benissimo — dice Magri —. Non ci sono cavità nel tronco, non ci sono crepe nel livello corticale, non ci sono monconi di rami secchi». Magri ha analizzato anche i tre aceri. «Uno non ha problemi.

❞ Ripiantere­mo altri alberi in piazza Dante, ma con un apparato radicale più contenuto Mariola Peretti Architetto

Un altro — dice — ha una cavità di 25 centimetri di diametro sul tronco, a tre o quattro metri da terra. E non so quanto potrebbe resistere alle raffiche di vento: per saperlo serve un’indagine strumental­e. Il terzo acero ha un moncone e potrebbe essere secco: se fosse morto, potrebbe essere pericoloso. Anche in questo caso bisognereb­be fare un approfondi­mento». Uno solo, secondo l’esperto, ha sintomi o difetti significat­ivi e una propension­e al cedimento moderata. «Questo olmo — spiega Magri — presenta un vecchio taglio di un ramo e una colorazion­e chiara della corteccia: forse c’è stata una secrezione di batteri che potrebbe aver colorato la corteccia». Gli altri olmi, secondo l’agronomo, hanno una propension­e bassa al cedimento, hanno segni e difetti lievi. «La perizia che ci ha dato l’ufficio Verde del Comune — sostiene il comitato — collocava due aceri e sette olmi in “classe C”, con propension­e al cedimento moderata». Gli alberi più vecchi di piazza Dante hanno 70 anni o forse 80, secondo l’agronomo. «Bisognerà attendere altri 70 o 80 anni— spiega Magri — per avere piante così grandi e così utili nel dare benefici all’uomo, come la capacità di assorbire anidride carbonica».

Ma i progettist­i che daranno un nuovo volto alla piazza vogliono ribaltare la questione. «Continuare a parlare della salute di queste piante è una fake news — dice Mariola Peretti —. Non parliamo di alberi, che tra l’altro non godono di ottima salute, ma di alberi sopra il Diurno: è questo rapporto che determina la scelta di tagliarli. Gli alberi impediscon­o la tutela del Diurno, che è un bene vincolato (e secondo quanto ci risulta è arrivato anche prima degli alberi). Come fare? È fattibile sradicare gli alberi e spostarli da un’altra parte? Ci abbiamo pensato, abbiamo consultato gli esperti e, dopo la valutazion­e, abbiamo capito che questa operazione non è raccomanda­bile. Molti alberi nei decenni scorsi sono stati piantati come fossero oggetti asettici e in spazi inadeguati al loro sviluppo, troppo vicini agli edifici e anche tra di loro. Ripiantere­mo altri alberi, ma con un apparato radicale più contenuto».

La valutazion­e L’agronomo Magri: ci vorranno decenni perché i nuovi alberi diventino così alti

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