Scuola: 1,5 milioni contro l’abbandono
Un milione e mezzo per corsi, aiuti allo studio, orientamento e spazi gioco
Spesso i problemi economici delle famiglie si ripercuotono sulle possibilità dei figli di avere un’educazione adeguata. Al via progetti da 1.5 milioni per aiutare i ragazzi e contro l’abbandono scolastico.
Un milione e mezzo di euro per finanziare le iniziative a sostegno dell’educazione e della formazione di bambini e ragazzi. Due progetti, «Crescere insieme in Valle» della cooperativa Aeper per i paesi delle valli e «Erre2, risorse di rete» del Patronato San Vincenzo per le scuole, hanno vinto i bandi nazionali dell’impresa sociale «Con i Bambini».
È una risposta alla povertà educativa delle famiglie, che si ripercuote sui diritti dei bambini di imparare e coltivare le proprie aspirazioni, ma anche di giocare e fare sport: una realtà che riguarda 1,2 milioni di minori in Italia. L’impresa sociale «Con i bambini» di Roma cerca di unire gli sforzi dei settori pubblico e privato con un fondo di 360 milioni di euro rimpolpato da 55 milioni annui dalla Legge di bilancio per il prossimo triennio.
«Il tema riguarda la crescita e il futuro dei nostri figli — spiega il viceministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni, a Bergamo con il direttore del Comitato di indirizzo dell’impresa sociale Marco Imperiale —. In tutta Italia abbiamo già raggiunto 500 mila bambini. Il lavoro da fare è complesso con soggetti diversi e situazioni delicate».
Due i progetti che coinvolgono la provincia di Bergamo. «Crescere insieme in Valle» ha ricevuto 599.971 euro, ai quali si aggiungeranno i contributi della Fondazione Comunità Bergamasca per interventi fra Val Brembana e Valle Imagna. Altri 869 mila euro andranno a «Erre2» per iniziative nelle scuole, in cui raggiungere 2 mila ragazzi fra gli 11 e i 17 anni.
Le attività sono declinate per fasce d’età: spazi gioco e centri famiglia, laboratori di orientamento alla scelta scolastica, educazione civica o supporto allo studio dopo le lezioni. L’attenzione si sofferma anche sui docenti con corsi su metodologie didattiche innovative e formazione di comitati con i rappresentanti di genitori e studenti.
La povertà educativa riguarda anche una provincia ricca come quella di Bergamo: «I minori subiscono gli effetti più duri della crisi — interviene il sindaco Giorgio Gori —. Bisogna tessere una rete di sicurezza intorno ai giovani coinvolgendo istituzioni, associazioni, cooperative e scuole». Secondo la fondazione Openpolis l’1,2% delle famiglie bergamasche vive in un potenziale disagio economico che mette a rischio il percorso educativo dei minori. Il dato è in linea con quello regionale, con livelli più alti a Valleve (2,9%), Pumenengo (2,8%) e Medolago (2,7%). «Abbiamo indicatori positivi come la copertura del 39% dell’utenza per gli asili nido — sottolinea Gori — ma le biblioteche sono ancora troppo poche: 2 ogni mille ragazzi».
Una delle criticità maggiori è il tasso di abbandono scolastico. In media l’11% dei ragazzi bergamaschi fra i 15 e i 24 anni lascia la scuola precocemente, con il 24,20% di Romano che si contrappone al 9,3% in città. Anche se il dato medio è inferiore al 13,3% di quello lombardo. «Dobbiamo continuare a lavorare — conclude Gori —. Non possiamo accontentarci di avere numeri inferiori alla media regionale. I ragazzi che lasciano la scuola alimentano la quota di giovani senza occupazione. Per loro l’accesso al mondo del lavoro è più difficile e questo alimenta ulteriormente la povertà economica».
Il bando I progetti finanziati sono opera dell’Aeper e del Patronato San Vincenzo