Nostalgia calabrese
L’anteprima a Sanremo. E sabato la presentazione a Lottagono Esce l’ultimo romanzo di Talarico: due cadaveri e una ragazza sparita. Giallo a Caccuri, il suo paesino
«Ritornando a casa, mi venne in mente mio padre, lungo le strade e i posti che amava. L’odore di umidità e di finocchietto selvatico. Lo splendore soffuso del castello. Ecco la Caccuri a cui chiedevo conforto. Perché un paese, per quanto male potesse averti fatto, per quanto te ne fossi allontanato, era casa tua, il luogo della costruzione, degli affetti. Lo era stato, tanti anni fa, e continuava a esserlo ancora». Il brano citato è tratto dal nuovo libro di Olimpio Talarico titolato «Cosa rimane dei nostri amori» — in libreria fra pochi giorni (Aliberti, pp. 304, euro 18 ) – che, dopo un’ anteprima a Casa Sanremo domani (nella rassegna «Writers»durante il Festival) viene presentato a Bergamo l’ 8 febbraio alle 17, 30 al Teatro Lottagono in Piazzale San Paolo 35. All’appuntamento — sotto forma di dialogo fra l’autore ed Angelo Mapelli — si esibirà anche l’orchestra del Liceo Musicale «Paolina Secco Suardo» di Bergamo diretta dal maestro Giacomo D’Amelio.
Calabrese trapiantato a Bergamo dove insegna dal 1994, Talarico resta attaccatissimo alla sua terra, come dimostra anche con questa nuova opera: un’altra storia che si dipana come un gomitolo iniziando dal borgo di Caccuri, in provincia di Crotone, dove appunto, è nato e cresciuto. Ben più di un paese «appiccicato a un canino di roccia bruna» , o di un «groviglio di case e di rupi, di salite e discese, di vinelle e strade, alcune abbandonate, altre piene di osterie, negozi, abitazioni con la mezza porta accostata»; piuttosto uno scrigno di contrastanti ricchezze, al contempo aspre e dolci, come i profumi, i colori, i rumori, i sentimenti,e i misteri che riempiono queste pagine (cominciando da quello che per anni tenne con il fiato sospeso l’Italia, con il ritrovamento di due cadaveri e la scomparsa di una bella sedicenne). Pagine dove, a intermittenza, si affacciano dentro una scrittura curata e avvolgente parole o espressioni di un dialetto che chiede fedeltà in cambio di un contributo musicale. Talarico — si è ricordato — vive a Bergamo da venticinque anni (e nel romanzo non mancano rimandi alla città dal primo incontro quando «Gaetano Donizetti e
Glenn Peter Stromberg parevano contendersi una popolarità disuguale ma sacra e intoccabile»), nel frattempo ha scritto e riscritto con caparbia e ha ormai al suo attivo romanzi più volte ristampati come «Il due di bastoni», «L’assenza che volevo», «Racconti fra Nord e Sud» (Rubbettino editore). Insomma non è più solo l’autore «emergente» e ha conseguito una sua cifra originale. A dimostrarlo, insieme ai riconoscimenti conseguiti negli ultimi tempi il Premio Letterario che ha fondato con alcuni amici a Caccuri, anche grazie alla notorietà e alla stima tributate da pubblico e critici alle sue fatiche editoriali.
Trapiantato Da 25 anni a Bergamo, resta attaccatissimo alla sua terra, scrigno di contrastanti ricchezze
❞ Ritornando a casa, mi venne in mente mio padre, lungo le strade e i posti che amava. L’odore di umidità e di finocchietto selvatico. Olimpio Talarico