«Smascherammo il nostro militare»
L’ex comandante della compagnia di Clusone ha testimoniato al processo in cui un suo appuntato è accusato di peculato: avrebbe rubato gioielli a casa di Giovan Battista Zambetti, durante una perquisizione. Furono proprio i colleghi a smascherarlo. Lui nega.
«Sbagliando, in quel momento pensammo che ci fosse da parte di
Benaglio un desiderio di rivalsa». Sarà stato anche un errore, ma forse comprensibile. Da una parte c’era la compagna di un pregiudicato, dall’altra i suoi uomini. Il maggiore Diego Lasagni, ex comandante della compagnia di Clusone, ne ha parlato ieri davanti all’appuntato (sospeso) Francesco Carlino, a processo per peculato e lesioni. Avrebbe rubato una collana d’oro e un bracciale Tennis di diamanti neri dalla casa di Giovan Battista Zambetti, il Ragno di Solto Collina ( foto). Erano della sua donna, Antonella Benaglio, presente nel giorno del blitz con fuga. Zambetti fu poi arrestato e condannato per estorsione. «Avevo lasciato i gioielli sul comò della camera da letto», testimonia Benaglio. Il suo avvocato Andrea Alberti mostra la scatola del bracciale: contiene ancora il prezzo, 5.900 euro. Il valore della collana era di poco meno. Zambetti era scappato dalla finestra, l’imputato avrebbe approfittato della confusione che si era creata. Il brigadiere capo in pensione Ezio Lucato lo ricorda nella casa di Zambetti: «Mi chiese che cosa doveva fare con un orologio palesemente falso, gli dissi nulla». La Procura, informata della successiva denuncia di Benaglio, lì per lì ritenne di non indagare. Ma quando 3 anni dopo l’ex moglie di Carlino riferì in caserma che il compagno aveva venduto alcuni gioielli presi a «quello che era scappato dalla finestra», Lasagni non esitò: «Capii subito che si riferiva a Zambetti. La descrizione della donna era molto precisa, sia dei gioielli sia della strada per arrivare al compro oro». Era in via Corridoni. Il titolare, rintracciato, consegnò un registro con il nome e la carta d’identità di Carlino: «Quel giorno era stato in Procura a depositare alcuni atti su Zambetti, usò la macchina di servizio», precisa Lasagni. Con l’avvocato Eugenio Sarai, Carlino nega. L’accusa di lesioni è ai danni del figlio di un’altra sua ex, che ieri ha detto di non ricordare. Lui le ha sorriso dal banco degli imputati. (mad.ber.)