E le polizze dei volontari pagate dalla procuratrice
Le risorse scarse entrano nel dibattito su prescrizione e giusto processo. Tribunale, in autunno 6 giudici in più
In Procura il personale scarseggia da tempo. Tanto che, ha spiegato ieri il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota ( foto), «ci sono uffici che vanno avanti grazie ai volontari, ai quali pago di tasca mia l’assicurazione su eventuali infortuni».
Si discute della riforma, ci si arrabbia per l’intervento sulla prescrizione, si invoca il giusto processo. Un dibattito utile, ma poi quando ci si rimbocca le maniche per amministrare la giustizia, ci si trova con personale che manca, fascicoli con davanti anni di attesa prima di diventare processi, e perfino uffici che funzionano solo grazie ai volontari, ai quali la procuratrice paga l’assicurazione di tasca propria.
«Per un giusto processo» era il titolo dell’incontro svoltosi ieri al Mutuo soccorso di Bergamo, per capire come affrontare la riforma della giustizia del ministro Alfonso Bonafede, e soprattutto come opporsi allo stop della prescrizione. «Difficile essere in disaccordo con chi dice no — dice il presidente del Tribunale Cesare de Sapia —. La prescrizione è un istituto di civiltà, l’intervento avrà un effetto devastante: non si scherza sulla pelle delle persone». «Bisogna fare una battaglia per i cittadini», secondo la presidente dell’Ordine degli avvocati di Bergamo Francesca Pierantoni. «Riforma allucinante e priva di senso, merita di essere tagliata», per il presidente della Camera penale Emilio Gueli. Dopo di che bisogna mettere le cose in prospettiva. «Si grida allo scandalo: io mi astengo e osservo che la prescrizione in Germania non c’è anche per reati gravi e che spesso dimentichiamo la persona offesa, che ha interesse a sapere se l’imputato è assolto o condannato in via definitiva», obietta il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota. Che si associa al «grido di dolore», del presidente de Sapia sulla mancanza di personale in tribunale e procura. «Una carenza — spiega Rota — che non consente di mandare avanti il lavoro dei magistrati. Abbiamo uffici in procura che vanno avanti grazie a volontari, ai quali io pago l’assicurazione con il denaro del mio conto corrente. Perché se si infortunano rischio di andare in galera, anche senza prescrizione».
C’è carenza anche di magistrati, anche se alcuni ne arriveranno: «Su 53 in organico ne mancano 12 — elenca de Sapia —: due nel Civile Primo, due nel Secondo, uno nel Terzo, uno nel Quarto, tre nel dibattimento penale e tre all’ufficio gip. C’è già una difficoltà a fare processi ordinari, al di là del discorso prescrizione. E come facciamo ad andare avanti con un organico amministrativo di 100 persoqualunque ne quando dovrebbero essere 140?». Tre giudici arriveranno fra un mese, e poi sei magistrati ordinari in tirocinio fra settembre e ottobre, ma questo paradossalmente rischia di complicare ulteriormente le cose: «Nonostante lo stato di agitazione il personale ha fatto di tutto e di più, non posso che ringraziarlo. Ma con i nuovi giudici aumenterà il lavoro e non ce la faranno più. Speriamo di risolvere tutto prima». Un effetto boomerang si prospetta anche per la Procura, spiega Rota: «Abbiamo una produttività alta ma c’è il rischio che ci dicano: producete tanto quindi siete a posto così». Una produzione che si traduce in 3.766 fascicoli «chiusi in un stanza in attesa che il tribunale fissi un processo: è un dato di un mese fa, ora saranno anche di più. Il primo fortunato andrà in fissazione nel 2023, perché il 2022 è già esaurito. Ciò significa che in buona parte sono destinati a morte certa, cosa che non farà contenti nemmeno gli avvocati». E non solo per colpa della carenza di personale: «C’è una litigiosità che fa arrivare denunce su cosa e che comunque richiedono un intervento, se non altro per scopi umanitari o psichiatrici». Bisognerebbe quindi sfoltire alla base: «Il processo rapido può essere garantito prevedendo per una serie di reati, che ingolfano i tribunali, una sanzione amministrative effettiva, che svuoterebbe quella che noi operatori chiamiamo “la pattumiera”. Se liberassimo quella potremmo non doverci nemmeno porre il problema della prescrizione». La riforma, dice Pierantoni, «tradisce i principi della Costituzione. Inorridisco se si vuole ripristinare la vecchia norma dopo l’assoluzione di primo grado: così i cittadini non sono tutti uguali davanti alla legge». D’accordo Gueli: «Il giusto processo è un principio della Costituzione. Lo Stato deve garantire la giustizia in tempi brevi ed efficaci, ma mettendo procure e tribunali in grado di funzionare. Abbiamo giovani laureati che sarebbero onorati di lavorare all’amministrazione della giustizia».
❞ Conseguenze devastanti, la prescrizione è un istituto di civiltà Cesare de Sapia Presidente Tribunale
❞ I tempi sarebbero più brevi se su certi reati bastassero le sanzioni Maria Cristina Rota Procuratore aggiunto