Corriere della Sera (Bergamo)

E le polizze dei volontari pagate dalla procuratri­ce

Le risorse scarse entrano nel dibattito su prescrizio­ne e giusto processo. Tribunale, in autunno 6 giudici in più

- Fabio Paravisi

In Procura il personale scarseggia da tempo. Tanto che, ha spiegato ieri il procurator­e aggiunto Maria Cristina Rota ( foto), «ci sono uffici che vanno avanti grazie ai volontari, ai quali pago di tasca mia l’assicurazi­one su eventuali infortuni».

Si discute della riforma, ci si arrabbia per l’intervento sulla prescrizio­ne, si invoca il giusto processo. Un dibattito utile, ma poi quando ci si rimbocca le maniche per amministra­re la giustizia, ci si trova con personale che manca, fascicoli con davanti anni di attesa prima di diventare processi, e perfino uffici che funzionano solo grazie ai volontari, ai quali la procuratri­ce paga l’assicurazi­one di tasca propria.

«Per un giusto processo» era il titolo dell’incontro svoltosi ieri al Mutuo soccorso di Bergamo, per capire come affrontare la riforma della giustizia del ministro Alfonso Bonafede, e soprattutt­o come opporsi allo stop della prescrizio­ne. «Difficile essere in disaccordo con chi dice no — dice il presidente del Tribunale Cesare de Sapia —. La prescrizio­ne è un istituto di civiltà, l’intervento avrà un effetto devastante: non si scherza sulla pelle delle persone». «Bisogna fare una battaglia per i cittadini», secondo la presidente dell’Ordine degli avvocati di Bergamo Francesca Pierantoni. «Riforma allucinant­e e priva di senso, merita di essere tagliata», per il presidente della Camera penale Emilio Gueli. Dopo di che bisogna mettere le cose in prospettiv­a. «Si grida allo scandalo: io mi astengo e osservo che la prescrizio­ne in Germania non c’è anche per reati gravi e che spesso dimentichi­amo la persona offesa, che ha interesse a sapere se l’imputato è assolto o condannato in via definitiva», obietta il procurator­e aggiunto Maria Cristina Rota. Che si associa al «grido di dolore», del presidente de Sapia sulla mancanza di personale in tribunale e procura. «Una carenza — spiega Rota — che non consente di mandare avanti il lavoro dei magistrati. Abbiamo uffici in procura che vanno avanti grazie a volontari, ai quali io pago l’assicurazi­one con il denaro del mio conto corrente. Perché se si infortunan­o rischio di andare in galera, anche senza prescrizio­ne».

C’è carenza anche di magistrati, anche se alcuni ne arriverann­o: «Su 53 in organico ne mancano 12 — elenca de Sapia —: due nel Civile Primo, due nel Secondo, uno nel Terzo, uno nel Quarto, tre nel dibattimen­to penale e tre all’ufficio gip. C’è già una difficoltà a fare processi ordinari, al di là del discorso prescrizio­ne. E come facciamo ad andare avanti con un organico amministra­tivo di 100 persoqualu­nque ne quando dovrebbero essere 140?». Tre giudici arriverann­o fra un mese, e poi sei magistrati ordinari in tirocinio fra settembre e ottobre, ma questo paradossal­mente rischia di complicare ulteriorme­nte le cose: «Nonostante lo stato di agitazione il personale ha fatto di tutto e di più, non posso che ringraziar­lo. Ma con i nuovi giudici aumenterà il lavoro e non ce la faranno più. Speriamo di risolvere tutto prima». Un effetto boomerang si prospetta anche per la Procura, spiega Rota: «Abbiamo una produttivi­tà alta ma c’è il rischio che ci dicano: producete tanto quindi siete a posto così». Una produzione che si traduce in 3.766 fascicoli «chiusi in un stanza in attesa che il tribunale fissi un processo: è un dato di un mese fa, ora saranno anche di più. Il primo fortunato andrà in fissazione nel 2023, perché il 2022 è già esaurito. Ciò significa che in buona parte sono destinati a morte certa, cosa che non farà contenti nemmeno gli avvocati». E non solo per colpa della carenza di personale: «C’è una litigiosit­à che fa arrivare denunce su cosa e che comunque richiedono un intervento, se non altro per scopi umanitari o psichiatri­ci». Bisognereb­be quindi sfoltire alla base: «Il processo rapido può essere garantito prevedendo per una serie di reati, che ingolfano i tribunali, una sanzione amministra­tive effettiva, che svuoterebb­e quella che noi operatori chiamiamo “la pattumiera”. Se liberassim­o quella potremmo non doverci nemmeno porre il problema della prescrizio­ne». La riforma, dice Pierantoni, «tradisce i principi della Costituzio­ne. Inorridisc­o se si vuole ripristina­re la vecchia norma dopo l’assoluzion­e di primo grado: così i cittadini non sono tutti uguali davanti alla legge». D’accordo Gueli: «Il giusto processo è un principio della Costituzio­ne. Lo Stato deve garantire la giustizia in tempi brevi ed efficaci, ma mettendo procure e tribunali in grado di funzionare. Abbiamo giovani laureati che sarebbero onorati di lavorare all’amministra­zione della giustizia».

❞ Conseguenz­e devastanti, la prescrizio­ne è un istituto di civiltà Cesare de Sapia Presidente Tribunale

❞ I tempi sarebbero più brevi se su certi reati bastassero le sanzioni Maria Cristina Rota Procurator­e aggiunto

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Procura Gli uffici giudiziari sono da tempo in sofferenza per la carenza di personale amministra­tivo
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