Corriere della Sera (Bergamo)

Città verde? Che divario con i Maestri del Paesaggio

- Di Riccardo Nisoli

Davvero il dibattito sul verde a Bergamo può essere ridotto alle piante da tagliare? Davvero si può immaginare di risolvere tutto con i numeri? Qualche giorno fa Palazzo Frizzoni ha indetto una conferenza stampa per far sapere di aver abbattuto, dal 2019, 172 piante, di cui 130 malate, ma di avere in programma, da qui a due anni, la messa a dimora di duemila alberi. Che si aggiungono alle 9 mila alberature degli anni scorsi e all’inclusione del Parco a Sud, verso Stezzano, nel Parco dei Colli. Una differenza aritmetica­mente schiaccian­te. Ma è tutto qui il dibattito sul verde in città? E non una città qualsiasi, ma quella che da nove anni ospita, con crescente successo, i Maestri del Paesaggio. Quanto ha inciso questa manifestaz­ione che a settembre compie un decennio e che ha richiamato centinaia di migliaia di persone? Cosa ha proiettato negli orizzonti dei nostri amministra­tori?

A guardare piazza Risorgimen­to, a Loreto, e piazzale Alpini, vicino alla Stazione, si potrebbe dire: poco o nulla. Per carità, pronti a rivedere qualsiasi giudizio fra qualche mese, ma si può dire che non è certo il verde il protagonis­ta di questi progetti. È il cemento.

Sia detto per inciso: almeno la giunta Gori ha cercato di sanare finalmente una zona degradata come quella vicino alle Autolinee, e questo è positivo, a dispetto dell’immobilism­o precedente. Il problema è come: il risultato non sembra poi così positivo come le intenzioni che lo hanno generato. Se le piazze servono a socializza­re, cosa favorisce di più la socializza­zione, il verde o una spianata in calcestruz­zo o in pietra? Di sicuro, in linea generale, non guasterebb­ero giochi per bambini, sedie sdraio e tavolini, magari anche bar, importanti quanto il verde per rendere vivibile e fruibile uno spazio. Prendiamo anche via Tiraboschi: pietra e sanpietrin­i, si attendono le fioriere. E il nuovo parcheggio di via Spino? Tanto asfalto, zero alberi. L’area dell’ex Gasometro: qualche minuscola siepe, punto. Come ci hanno insegnato i grandi architetti del paesaggio, in questi anni di «giochi» con allestimen­ti per trasformar­e, rivitalizz­are, abbellire (qualche detrattore ha anche detto: per snaturare) angoli di città, la vegetazion­e porta vita. In certi casi pure affari: esperti hanno notato una correlazio­ne tra il verde nei locali ristruttur­ati e una maggior frequentaz­ione degli stessi. Va da sé che Bergamo, con un occhio di maggior riguardo, potrebbe diventare turisticam­ente ancora più appetibile. Qualcosa è stato fatto, è innegabile: il nuovo parco di via Fara disegnato da Joao Nunez, l’ampliament­o del parco della Malpensata progettato da Peter Fink, il progetto di trasformaz­ione di via Autostrada (che nasce proprio da una suggestion­e della Summer School dei Maestri del Paesaggio).Tutto bene, ma forse non è abbastanza. Soprattutt­o, se uno oggi cammina per il centro non ha certo l’impression­e di essere nella città che rende onore ai paesaggist­i.

Settimana scorsa il Corriere Bergamo ha ripercorso una curiosa vicenda storica, il taglio del piantù, un enorme ippocastan­o abbattuto nel 1923 nonostante le proteste in Santa Marta per aprire il cantiere dell’attuale Ubi banca e della Torre dei Caduti. Qualcuno in Giunta l’ha subito letta pro domo sua nella chiave del progresso che non si ferma, per fortuna, davanti a un albero. Ci può stare, ma non è di questo che vorremmo discutere. Gli alberi si possono sopprimere o salvare, ma la domanda è: vogliamo una città davvero verde oppure no? Un tema che può riguardare tutti, se pensiamo ai balconi o alle finestre da adornare. C’è un divario incommensu­rabile fra quel che appare in quelle due settimane di settembre, e quel che resta poi in città. Se ponete il problema a Maurizio Vegini, vero motore dei Maestri del Paesaggio, non riceverete dichiarazi­oni ufficiali. Ma guardando alcune opere che stanno cambiando il volto di Bergamo è come se «Piazza Verde» si fosse tenuta su Marte e le archistar mondiali del paesaggio non avessero gettato nemmeno un semino del loro talento nelle progettazi­oni urbane. O meglio, che i nostri progettist­i non abbiano fatto tesoro delle idee e delle sollecitaz­ioni che fior di paesaggist­i hanno distillato in nove anni. Un peccato. Pare che il sindaco Giorgio Gori abbia a fuoco il tema, visto che oggi ha in programma una riunione con Arketipos (l’associazio­ne che organizza con il Landscape Festival insieme a Palazzo Frizoni), e gli assessori Marzia Marchesi (verde pubblico) e Francesco Valesini (riqualific­azione urbana). E questo fa sperare che non sia una battaglia persa. Nel sogno che Bergamo possa diventare, col tempo, la città dei Mille angoli verdi.

Buone intenzioni Qualcosa è stato fatto (nuovo parco di via Fara, progetto per via Autostrada) ma forse non basta

 ??  ?? Piazza Vecchia durante i Maestri del Paesaggio
Piazza Vecchia durante i Maestri del Paesaggio
 ??  ?? Il festival
La prossima edizione di Maestri del Paesaggio sarà la decima, dal 5 al 20 settembre
Il festival La prossima edizione di Maestri del Paesaggio sarà la decima, dal 5 al 20 settembre

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