Via l’eternit Ci pensa il Comune
Castelli Calepio, per le coperture di due capannoni A vuoto le ordinanze, ora si prepara l’intervento
Dopo le continue proteste dei cittadini, il Comune di Castelli Calepio toglierà l’eternit dai vecchi capannoni della Fratus snc, nella frazione Quitano. L’azienda, che commerciava materiale per l’edilizia, è in liquidazione dal 2012. Sui suoi cinquemila metri quadrati sorgono due grandi capannoni coperti da materiale misto di amianto e cemento. Per la rimozione, sono state firmate ordinanze da due sindaci, ma senza risultato. Per questo continuano le proteste da parte dei cittadini, preoccupati per la presenza dell’eternit. Ora il Comune ha deciso di effettuare direttamente la bonifica. «Anche se — spiegano all’ufficio tecnico — dai nostri monitoraggi non risultano dispersioni di fibre e quindi non c’è un pericolo immediato».
Il problema L’azienda Fratus in cui si trova l’eternit è in liquidazione dal 2012
Ci hanno provato due sindaci, firmando ordinanze che non hanno avuto risposta. Ora a togliere l’eternit dai capannoni della ditta fallita penserà direttamente il Comune. È la risposta che l’amministrazione comunale di Castelli Calepio ha deciso di dare di fronte alle continue proteste da parte dei suoi cittadini e di quelli di Palazzolo per le condizioni delle copertura dei vecchi capannoni della Fratus snc, nella frazione Quitano.
L’azienda, che commerciava materiale per l’edilizia, è in liquidazione dal 2012. E sui suoi cinquemila metri quadrati sorgono due grandi capannoni coperti appunto con il materiale misto amianto e cemento. Per la cui rimozione con incapsulamento delle fibre avevano firmato delle ordinanze il sindaco del 2013 Fabio Bizzoni e quello attuale Giovanni Benini: l’ultima è stata emessa il 4 settembre ed è scaduta 90 giorni dopo senza risultato. Nel frattempo c’era stato anche un incendio in uno dei capannoni.
Per questo continuano le proteste da parte dei cittadini. L’ultima è una lettera firmata da 41 di loro e inviata ieri ai politici locali ma anche agli uffici giudiziari.
Nel documento si manifesta «viva preoccupazione» per la presenza dell’eternit che «presenta un degrado immediatamente constatabile» anche per l’ultimo incendio e per le trombe d’aria dei mesi scorsi «che hanno sollevato e disperso diversi pezzi di materiale». Si sottolinea «l’assoluto urgenza di provvedere, trattandosi di questione che riguarda le famiglie che risiedono nei luoghi interessati dalla dispersione di fibre».
Si chiede quindi che della questione si discuta nel prossimo Consiglio comunale e che «siano valutate le condotte del sindaco e dei funzionari». Per la vicenda, peraltro, sia i cittadini che un consigliere comunale di Palazzolo avevano presentato esposti e denunce, tanto che un mese fa il pm bresciano Antonio Bassolino ha indagato tre persone: gli ex titolari della ditta (padre e figlia di Palazzolo) e una funzionaria comunale accusata di avere ritardato l’intervento.
Ora, quindi, il Comune ha deciso di effettuare direttamente la bonifica. «Anche se — spiegano all’ufficio tecnico — dai nostri monitoraggi non risultano dispersioni di fibre e quindi non c’è un pericolo immediato, ma è vero che le lastre sono danneggiate». L’intervento non è semplice, prima di tutto dal punto di vista legale: per effettuare lavori in una proprietà privata e per di più in fase di liquidazione è necessario ottenere una lunga serie di permessi, da quelli di tribunale e custode giudiziario in giù. Ora sarà effettuato un bando per richiedere preventivi a quattro-cinque imprese bergamasche specializzate. Il Comune cercherà poi di inserirsi nella liquidazione per ottenere la refusione delle spese. Si pensa di riuscire a effettuare l’intervento in tempi brevi.