Corriere della Sera (Bergamo)

Tenaris, nuova Fondazione da 12 milioni

Paolo Rocca: «La nostra storia insegna. Struttura pronta a marzo del 2022»

- Di Armando Di Landro

Tenaris Dalmine e la Fondazione internazio­nale Agostino ed Enrico Rocca investiran­no 12 milioni per realizzare la nuova sede della Fondazione Dalmine, che dal 2000 conserva gli archivi e tutta la documentaz­ione storica dell’azienda. L’annuncio del nuovo progetto è stato dato ieri dal Ceo e presidente di Tenaris, Paolo Rocca. La nuova sede sarà nell’ex foresteria, quartiere Leonardo da Vinci.

Èuno degli imprendito­ri più importanti al mondo, Paolo Rocca, Ceo e presidente di Tenaris: per un attimo rallenta il ritmo delle parole e ricorda che il lavoro è fatto anche di vittime, citando «Antonio Lussana, primo caduto sul lavoro qui alla Dalmine, nel 1908». Sono poche parole che basterebbe­ro per riassumere il senso di un nuovo progetto di Tenaris, in cui la storia non si dimentica e anzi è lo stimopresi­dente lo costante, il motore, per conservare e diffondere la cultura industrial­e del Novecento, che a Dalmine iniziò proprio nel capannone, uno dei primi dietro l’ingresso di piazza Caduti VI Luglio, dove Rocca sta parlando e dove tutto si svela: la Fondazione Dalmine, nata nel 2000 proprio per volere della famiglia proprietar­ia del gruppo Techint, che include Tenaris, si prepara a un grande salto. Una nuova sede che sarà fuori dal perimetro aziendale, quindi con un valore anche simbolico non indifferen­te, da realizzare nel giro di due anni ristruttur­ando l’ex foresteria nel quartiere Leonardo Da Vinci, quello che l’architetto Giovanni Greppi disegnò per impiegati e dirigenti. Quattromil­a metri quadrati di spazi interni, tre piani (interrato incluso), oltre duemila metri quadrati di verde attorno: un gioiellino che nel complesso costerà 12 milioni di euro, 6 messi direttamen­te sul piatto da Tenaris, altri 6 dalla Fondazione internazio­nale Agostino e Enrico Rocca, rispettiva­mente nonno e prozio degli attuali vertici del gruppo, il primo protagonis­ta della storia iniziale della Dalmine, dove diventò amministra­tore delegato a 39 anni.

«A marzo del 2022 mi aspetto di rivedervi tutti all’inaugurazi­one», è stato l’annuncio di Rocca a una platea in cui c’era anche il fratello Gianfelice, e dove non mancava proprio nessuno, di Dalmine e Bergamo, dal sindaco locale Francesco Bramani, al predecesso­re Lorella Alessio, dal primo cittadino di Bergamo Giorgio Gori fino ai parlamenta­ri come Daniele Belotti e Alessandra Gallone, arrivando al mondo economico (e calcistico), con Antonio e Luca Percassi, ma anche con il di Confindust­ria Stefano Scaglia. «Lanciammo la Fondazione nel 2000, con l’obiettivo di dare forma e contenuto alla storia di Dalmine, a quella di Agostino Rocca e di Techint — le parole del presidente di Tenaris —. Tre anni prima eravamo entrati alla Dalmine e volevamo ritrovare le nostre origini, la nostra storia, che è stata fondamenta­le per lo sviluppo di Techint, un gruppo che oggi conta 80 mila persone nel mondo, e delle nostre imprese. Tenere insieme quegli aritaliana chivi è stato fondamenta­le. Anche per ricordarsi che ci sono parole che hanno percorso tutta la nostra storia, come “tenacia”, quella necessaria per risollevar­si e guardare sempre avanti, fin dai tempi di Agostino. L’industria cresce quando sa integrarsi con il territorio».

I rimandi al passato che porta al presente e consente di guardare al futuro, sono continui, in un ex capannone riutilizza­to per mostre e appuntamen­ti come quello di ieri: «Qui si iniziò come filiale di un’azienda tedesca, ma da questo luogo è poi passata la storia del Novecento, stratifica­ta in filigrana — secondo la direttrice della Fondazione, Carolina Lussana —. E il Novecento si ritrova nell’archivio di Tenaris, che da 20 anni custodiamo e valorizzia­mo. L’azienda e la Fondazione sono stati vissuti come luoghi di memoria, perché gli archivi hanno senso solo se sono uno scrigno aperto». Aperto verso l’esterno ma anche all’interno, perché in 20 anni i documenti, le foto, il materiale audiovisiv­o, è aumentato e non poco, si è arricchito per esempio con il fondo sull’architetto Greppi, oppure con il fondo Corsini, il progettist­a che inventò negli anni ‘70 il rivestimen­to attuale degli stabilimen­ti di Dalmine.

Un vero patrimonio, che dialoga molto anche con il territorio e i suoi studenti, come ha ricordato il responsabi­le dell’area Education della Fondazione, Manuel Tonolini: «Fu quasi naturale passare dagli incontri con singoli studenti, legati a loro specifiche richieste, ai momenti di incontro con le scuole, prima con le secondarie, poi fino alle primarie e all’infanzia. Oggi collaboria­mo con BergamoSci­enza, la Gamec, Bergamo Film Meeting e Lab80, l’Ufficio territoria­le scolastico. In vent’anni sono passati 30 mila studenti dalla Fondazione, ma possiamo crescere, con la nuova sede arriveremo a ventimila all’anno».

❞ Paolo Rocca Le nostre origini, sono state fondamenta­li per ogni impresa del nostro gruppo

 ??  ?? Il presidente di Tenaris Paolo Rocca
Il presidente di Tenaris Paolo Rocca
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 Al vertice della Fondazione c’è fin dall’inizio la direttrice Carolina Lussana (foto in alto). Al suo fianco, già da tempo, Manuel Tonolini (altra foto), responsabi­le area Education
Al vertice Paolo Rocca guida il gruppo Tenaris, che include la Dalmine ed è tra le più importanti realtà siderurgic­he al mondo
La scheda  Al vertice della Fondazione c’è fin dall’inizio la direttrice Carolina Lussana (foto in alto). Al suo fianco, già da tempo, Manuel Tonolini (altra foto), responsabi­le area Education Al vertice Paolo Rocca guida il gruppo Tenaris, che include la Dalmine ed è tra le più importanti realtà siderurgic­he al mondo
 ??  ?? I luoghi
Nella foto piccola, obliqua, l’ex foresteria della Dalmine, nel quartiere Leonardo Da Vinci: oggi è un’area residenzia­le fatta di villette, in origine era il quartiere in cui vivevano dirigenti e impiegati dell’azienda, secondo il progetto dell’architetto milanese che rivoluzion­ò la pianta urbanistic­a di Dalmine: Giovanni Greppi. Nella foto grande, il rendering della futura sede della Fondazione, che sarà pronta a marzo del 2022 grazie a una spesa di 12 milioni
I luoghi Nella foto piccola, obliqua, l’ex foresteria della Dalmine, nel quartiere Leonardo Da Vinci: oggi è un’area residenzia­le fatta di villette, in origine era il quartiere in cui vivevano dirigenti e impiegati dell’azienda, secondo il progetto dell’architetto milanese che rivoluzion­ò la pianta urbanistic­a di Dalmine: Giovanni Greppi. Nella foto grande, il rendering della futura sede della Fondazione, che sarà pronta a marzo del 2022 grazie a una spesa di 12 milioni
 ??  ??  La Fondazione Dalmine fu lanciata dalla famiglia Rocca nel 2000, tre anni dopo aver acquisito il controllo della Dalmine
 La Fondazione Dalmine fu lanciata dalla famiglia Rocca nel 2000, tre anni dopo aver acquisito il controllo della Dalmine
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