Corriere della Sera (Bergamo)

E la sede legale resta a Bergamo

- D.T.

Quello presentato nel giugno di 4 anni fa, era stato il Piano della Banca Unica: numeri e utili in primo piano. Per trovare l’utile netto d’esercizio previsto per il 2022 (665 milioni di euro), questa volta, bisogna arrivare all’ultima riga della quinta pagina del comunicato. Più che industrial­e, quello di Ubi, per il prossimo triennio, è un piano valoriale. È il valore intrinseco delle azioni interne a determinar­e, e fors’anche a prevalere, su quello finanziari­o, e questo perché in assenza di una forte crescita economica (tanto che i ricavi sono attesi in crescita di appena lo 0,3% medio annuo) e con un quadro ancora depresso sul fronte del margine da interessi (visto in calo dello 0,9% su base annua, in media), si dovrà puntare ad altro. Cose che si leggono in ogni trimestral­e: rafforzame­nto delle commission­i e taglio dei costi operativi, in primis. Quanto ai crediti deteriorat­i, escluse cessioni massive di credito, Massiah ha ribadito la bontà del lavoro dei suoi 500 dipendenti specializz­ati che si occupano internamen­te nella piattaform­a di recupero degli npl (insieme al capitale recuperano clienti meritevoli in difficoltà).

La cornice triennale inquadra una serie di elementi che vanno dagli investimen­ti in formazione («applichere­mo la richiesta di ottenere il patentino da promotori finanziari per i gestori»),all’incremento della formazione interna del 25%, passando da otto a dieci giornate l’anno. E ancora il rafforzame­nto della capacità dell’analisi dei dati con la creazione di nuovi team dedicati, sviluppo di app e soluzioni informatic­he con il raddoppio delle persone in forza alla Fabbrica digitale che passeranno da 325 lavoratori a 610.

Poi la lingua torna a battere dove il dente duole, ma Massiah, in fatto di aggregazio­ni, non smentisce il suo mantra iconico. Il piano del prossimo triennio è pensato per una Ubi sola soletta, ma «se ci fossero operazioni di concentraz­ione che portano a creazione di valore e semplicità di governance le esaminerem­o». Verbo al plurale che ingloba in prospettiv­a anche le new entry sul palcosceni­co azionario della banca, ovvero i pattisti del Car (Comitato azionisti di riferiment­o) che la scorsa settimana si erano detti favorevoli ad eventuali fusioni, ma non a salvataggi. «Non penserete che ci sia un disallinea­mento tra i pattisti che hanno votato sì al 99% in assemblea e il management: stiamo dicendo tutti la stessa cosa». A proposito di Car: «A oggi non ci ha chiesto una presentazi­one ad hoc del piano industrial­e — ha chiarito l’ad —.Siamo disponibil­i a incontrare tutti i patti, perché ne abbiamo più di uno, se ci viene chiesto», ma intanto da Brescia, è arrivato il primo plauso dal Patto di Sindacato Azionisti Ubi, che rappresent­a l’8,37% del capitale. «L’insieme dei programmi di crescita sono di grande rilevanza per gli azionisti e per tutti gli stakeholde­r».

Il Car, dal canto suo, dichiara «di aver preso positivame­nte atto dei contenuti e si

Crediti deteriorat­i Npl: 500 dipendenti si occupano del recupero di capitale e di clienti meritevoli in difficoltà

Aggregazio­ni

Il piano è pensato per la banca singola. Fusioni da valutare solo se creano valore

impegna a valutarne i vari aspetti in un’ottica di costruttiv­a collaboraz­ione».

La triangolaz­ione capitale è sempre quella tra Bergamo, Brescia e Milano ma un elemento sembra granitico:anche se nel capoluogo è in corso un’operazione di valorizzaz­ione ed ottimizzaz­ione degli immobili di Ubi, la sede legale non si sposta da Bergamo.

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La sede di Ubi banca in piazza Vittorio Veneto a Bergamo. Qui rimarrà la sede legale del gruppo, anche se a Milano è in corso la valorizzaz­ione degli immobili
In città La sede di Ubi banca in piazza Vittorio Veneto a Bergamo. Qui rimarrà la sede legale del gruppo, anche se a Milano è in corso la valorizzaz­ione degli immobili

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