Corriere della Sera (Bergamo)

I beni confiscati alle mafie, Libera: impennata storica

Da una ventina, 15 anni fa, a 130. Venerdì l’incontro con il capo della Dda di Milano

- di Armando Di Landro

Il coordiname­nto provincial­e di Libera ha presentato ieri le iniziative in vista del 21 marzo, venticinqu­esima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. L’associazio­ne ha però riepilogat­o il trend relativo ai beni confiscati negli ultimi anni, una vera e propria impennata: erano una ventina circa 10 anni fa, ora sono 130, di cui 29 già assegnati. E i territori comunali coinvolti sono 40. Libera rilancia quindi il tavolo sui beni confiscati, per arrivare alla stesura di un protocollo che possa aiutare i Comuni ad acquisire e riutilizza­re certe strutture, come già accaduto con successo a Berbenno e Suisio. L’associazio­ne presenzia inoltre alle udienze del processo a presunti soggetti affiliati alla ‘ndrangheta, in corso a Bergamo.

Sono numeri che raccontano un fenomeno, quelli sui beni confiscati in Lombardia e in provincia di Bergamo in particolar­e: «Fino a quindici anni fa gli immobili sottoposti a sequestro e poi a confisca erano una ventina, o poco più — come racconta Rocco Artifoni, responsabi­le della comunicazi­one per il coordiname­nto provincial­e di Libera —. Oggi sono 29 quelli già riassegnat­i agli enti locali. Per altri 100, invece, si attende da un lato l’assegnazio­ne oppure, in pochi casi, la sentenza definitiva e quindi la confisca irrevocabi­le». Statistich­e sempre più importanti, non è un caso che per la sede di Milano della Anbsc (Agenzia nazionale per l’amministra­zione e la destinazio­ne dei beni confiscati alla criminalit­à organizzat­a) che si occupa di tutto il territorio lombardo, sia anche scattato un incremento di personale.

Libera Bergamo punta adesso a un salto di qualità, in termini di consapevol­ezza sul territorio, per gli amministra­tori e non solo, e tenta il rilancio del Tavolo sui beni confiscati, con il consiglier­e provincial­e delegato alle associazio­ni, Romina Russo (Pd). «L’obiettivo è arrivare a un protocollo che possa essere utile a tutti gli enti potenzialm­ente interessat­i ad acquisire confiscati sul loro territorio — dice il referente provincial­e di Libera, Francesco Breviario —. In particolar­e i Comuni, che conoscono le esigenze del territorio e, come successo a Berbenno o Suisio, sono riusciti ad avviare, in strutture confiscate, servizi con un bacino d’utenza che va al di là del loro territorio, rispettiva­mente per minori senza famiglia e per donne in difficoltà. Sarebbe positivo, quindi, avviare un dialogo direttamen­te con i 40 Comuni competenti sul territorio in cui sono stati sequestrat­i e poi confiscati i beni».

Dietro gli immobili acquisiti dallo Stato dopo sentenze definitive non ci sono sempre vicende penali caratteriz­zate dal 416 bis, l’articolo del codice penale sull’associazio­ne di stampo mafioso. Spuntano sempre più spesso estorsioni con «l’aggravante del metodo mafioso», ma ci sono anche altri reati che creano danni al tessuto economico e sociale, come l’usura, che ha portato alla confisca a Berbenno. «Il punto non è solo la presenza di affiliati alle mafie sul territorio — aggiungono Breviario e Artifoni — ma la diffusione di condotte e di una cultura che richiamano sempre di più certi metodi della criminalit­à organizzat­a. Il processo in corso a Bergamo ne è un esempio». Il riferiment­o è alle presunte estorsioni nel settore della quarta gamma (ortagbeni gi), con imprendito­ri bergamasch­i che, secondo le accuse, si erano rivolti alla ‘ndrangheta per riscuotere crediti o sfidare la concorrenz­a.

Libera Bergamo ha presentato le iniziative in vista del 21 marzo, venticinqu­esima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle Mafie: il coordiname­nto provincial­e aderirà alla marcia nazionale a Palermo. Ma già da dopodomani, con l’incontro alle 20.30 nel palazzo della Provincia sugli amministra­tori minacciati nella Bergamasca, non mancherann­o le iniziative locali: nella mattinata di venerdì il capo della Dda di Milano, Alessandra Dolci, incontrerà gli alunni delle scuole al teatro Gavazzeni di Seriate, alle 20.45 sarà invece al teatro Aurora, sempre a Seriate, per l’incontro «Crimine Infinito», con il giornalist­a Luca Bonzanni. Non mancherann­o, inoltre, gli eventi organizzat­i dai presidi territoria­li di Libera, come quello di venerdì sera a Romano nella Sala della Rocca sull’avvocato Giorgio Ambrosoli, ucciso nel 1979: interverrà la figlia Francesca. Al momento i presidi sono tre, quello dell’Isola e della Valle Imagna intitolato a Gaetano Giordano e Rita Atria, quello della Bassa, «Testimoni di giustizia», e della Val Seriana, in ricordo di Cristina Mazzotti, sequestrat­a e uccisa negli anni ‘70, e Alessandro Ferrari: era il vigile di Gandino morto nella strage di via Palestro, a Milano, il 27 luglio del 1993.

❞ Il punto non è solo la presenza di affiliati alle mafie sul territorio, ma anche la diffusione di condotte che richiamano sempre più certi metodi. Ne sono un esempio anche alcuni fatti contestati nel processo in corso a Bergamo Francesco Breviario Rocco Artifoni Libera Bergamo

Il ricordo delle vittime Il 21 marzo la marcia a Palermo, sul territorio altri eventi: a Romano la figlia di Ambrosoli

Gli esempi A Suisio la casa per donne in difficoltà, a Berbenno quella per accogliere i minori

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 ??  ?? L’associazio­ne Sopra, da sinistra, Rocco Artifoni, Giulietta Zanga (presidio Val Seriana), Francesco Breviario, Bruno Ceresoli e Anna Baratti (presidio Bassa). A destra, la casa confiscata a Filago a Salvatore Mancuso, figlio del boss Francesco
L’associazio­ne Sopra, da sinistra, Rocco Artifoni, Giulietta Zanga (presidio Val Seriana), Francesco Breviario, Bruno Ceresoli e Anna Baratti (presidio Bassa). A destra, la casa confiscata a Filago a Salvatore Mancuso, figlio del boss Francesco

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