Un morto e dieci contagiati
La vittima, 83 anni, di Villa di Serio. Cinque ricoverati di Nembro, gli altri di Bergamo, Seriate e Fontanella
Prima vittima per il coronavirus nella Bergamasca. Nella notte tra domenica e ieri è morto all’ospedale Papa Giovanni Ernesto Ravelli, pensionato di 83 anni che viveva a Villa di Serio: Ravelli aveva patologie pregresse e aveva subìto un intervento chirurgico di recente. Il suo medico di base è stato messo in quarantena, così come il collega che aveva visitato un altro paziente contagiato, a Nembro. Ed è proprio a Nembro che il numero di persone positive è salito a cinque, mentre sul resto del territorio ce ne sono state altre cinque: in tutto, inclusa la vittima Ernesto Ravelli, i casi di contagio tra città e provincia di Bergamo sono stati dieci.
Nel tendone Prima di entrare al Pronto soccorso si riceverà la mascherina e ci si laverà le mani
La Bergamasca ha pagato il suo primo tributo al coronavirus. È morto l’altra notte al Papa Giovanni uno dei pazienti che erano stati trasferiti da Alzano Lombardo. Ernesto Ravelli aveva 83 anni e abitava in via Castagna, nel centro storico di Villa di Serio. Il pensionato, che era sposato (ma la moglie vive da tempo in casa di riposo) e aveva due figli e una figlia, era malato da tempo. Poche settimane fa ha subito un intervento chirurgico proprio ad Alzano. Ma dopo le dimissioni le sue condizioni non sono migliorate. Nel fine settimana ha cominciato ad accusare problemi respiratori e si è rivolto al medico di base che ne ha disposto il ricovero.
Ravelli è stato visitato al pronto soccorso ed è lì che è stato riconosciuto positivo al coronavirus. Lo stesso pronto soccorso è stato sigillato e l’ospedale è stato chiuso per tutta la giornata di domenica. Anche perché era stato identificato un altro positivo, un uomo di 66 anni di Nembro. Nel tardo pomeriggio i due sono stati spostati al Papa Giovanni e in serata l’ospedale alzanese è stato riaperto. Ma le condizioni di Ernesto Ravelli erano ormai troppo compromesse, e nel corso della notte è sopraggiunto il decesso.
Si tratta della terza vittima in Lombardia e la quarta in Italia: «Come previsto — ha commentato l’assessore regionale Giulio Gallera che è stato il primo a darne notizia durante un collegamento televisivo di primo mattino — si tratta di persone molto anziane e con quadri clinici già complicati».
I medici di base dei due pazienti sono stati messi attualmente in quarantena, mentre l’Ats di Bergamo sta effettuando il tampone ai parenti dei ricoverati per accertare l’eventuale presenza del coronavirus. Non solo ai due arrivati da Alzano ma anche a un altro pensionato di 83 anni che era stato ricoverato al Papa Giovanni tra sabato e domenica. Anche nel suo caso si tratta di una persona che aveva già diversi problemi di salute. Sempre domenica, sono poi stati trasferiti tre membri di una famiglia cremonese che ha scoperto di essere positiva al virus durante una vacanza in Trentino.
Altri casi positivi sono stati rilevati nel corso della giornata di ieri. Secondo gli ultimi dati ufficiali i contagiati sono dieci, tra cui appunto il pensionato di Bergamo, poi uno di Seriate e cinque di Nembro. Pare che anche un uomo di Fontanella sia risultato positiva durante una visita all’ospedale di Romano.
I pazienti sono tutti ricoverati al Papa Giovanni, che è stato individuato dalla Regione come centro di riferimento per la diagnosi e il ricovero di casi di coronavirus, e dove sono stati disposti percorsi specifici e personale d’accoglienza per i pazienti che verranno trasferiti da altre strutture. Proprio in vista di ulteriori ricoveri sono stati liberati 68 posti letto nei reparti di Terapia intensiva e Malattie infettive. I ricoveri programmati sono stati rimandati, con l’eccezione dei pazienti oncologici o urgenti, dei trapiantati degli ultimi sei mesi e dei pazienti in attesa di trapianto. La situazione viene monitorata due volte al giorno.
Il direttore generale Maria Beatrice Stasi ha stabilito di organizzare due riunioni quotidiane e gruppi di lavoro con clinici, sanitari e tecnici sugli aspetti organizzativi più rilevanti per fronteggiare la situazione. E, come proprio Stasi aveva chiesto alla Prefettura, la Protezione civile degli alpini ha montato ieri davanti al pronto soccorso una grande tenda azzurra. È quella del pre-triage, in cui da oggi tutti i pazienti che si recano in Pronto Soccorso saranno accolti da personale munito di tutti i dispositivi personali di protezione (camice usa e getta, cuffia, guanti, mascherina), saranno dotati a loro volta di mascherina e invitati a lavarsi le mani con soluzione antisettica. Gli operatori, soprattutto quelli di Terapia intensiva, effettuano ogni giorno tre simulazioni sull’utilizzo e lo smaltimento dell’attrezzatura. Ma ieri l’afflusso al Pronto soccorso e al Centro prelievi è stato molto inferiore rispetto alla media del lunedì, mentre le telefonate al centralino sono state più del solito, con persone che chiedevano informazioni su visite ambulatoriali. Nel caso in cui l’ospedale decida di disdire anche alcune visite ambulatoriali i pazienti saranno contattati direttamente.
Al Papa Giovanni, su disposizioni della Regione, sono state sospese le vaccinazioni, le attività di prevenzione, gli screening, le commissioni di invalidità e per le patenti non urgenti, l’attività di scelta e revoca. L’ospedale ha sospendere anche i corsi pre parto. Gli aggiornamenti sono sulla pagina Facebook della Asst e sul sito