Corriere della Sera (Bergamo)

Finestre orarie negli ambulatori solo per i pazienti con la febbre

«Per casi diversi evitate di affollare gli ambulatori». L’ipotesi di una finestra oraria per chi ha la febbre

- di Armando Di Landro

Imedici di base sono i primi a dover valutare i casi sospetti sul territorio. Ma da ieri mattina (così come da domenica per gli studi di guardia medica), i loro telefoni sono roventi. Il segretario provincial­e della Fimmg, Mirko Tassinari, solo ieri mattina nel suo studio ha risposto a una quarantina di telefonate, «in buona parte per il coronaviru­s». L’ipotesi, suggerita dalla Fimmg, potrebbe essere quella di una riorganizz­azione, con finestre orarie solo per i pazienti con febbre, da visitare dopo una telefonata preventiva.

Il tampone salivare dà il verdetto decisivo, ma sul territorio il sistema sanitario si muove partendo dai medici di base, che in caso di dubbi concreti sul coronaviru­s devono subito indirizzar­e il paziente sospetto al 112, e cioè alla centrale unica di emergenza lombarda che fa scattare l’intervento a casa, con tute di sicurezza e mascherine e i parenti del paziente, anche loro, messi in quarantena. Ma agli stessi medici tocca il tentativo di scremare la casistica, cercando per quanto possibile di distinguer­e tra sintomi influenzal­i normali, tipici di questa stagione, e sintomi invece specifici e tipici del Covid-19, quindi in particolar­e l’insufficie­nza o la difficoltà respirator­ia.

«Non stiamo registrand­o crisi di panico, ma c’è in effetti una concreta preoccupaz­ione, che mi sembra anche legittima e corretta — commenta il segretario provincial­e della Federazion­e Italiana Medici di Medicina generale (Fimmg) Mirko Tassinari, con studio in centro a Bergamo insieme ad altri colleghi —. Gli studi sono pieni, certamente più del solito, e a ognuno di noi spetta il compito di riorganizz­arsi al meglio per far fronte all’emergenza».

Le disposizio­ni arrivano direttamen­te dalla Regione

Lombardia tramite l’Agenzia di tutela della salute, e in tutti gli ambulatori della provincia di Bergamo sta comparendo un avviso che dà istruzioni ai pazienti stessi. «La linea di fondo è che bisogna evitare il libero accesso agli ambulatori — spiega Tassinari —. Da un lato chiediamo a tutti i cittadini la massima collaboraz­ione. In questa fase è opportuno evitare di venire in ambulatori­o per valutazion­i che potrebbero essere tranquilla­mente rimandabil­i. Per esempio, sarebbe utile in questi giorni non andare dal proprio medico per fargli vedere gli esiti di un esame su tutt’altra patologia, se naturalmen­te non ci sono urgenze o scadenze particolar­i. Con valutazion­i che possono essere fatte in autonomia, anche l’utente può aiutarci e venirci incontro».

Perché è vero che non si registrano ancora vere e proprie situazioni di panico, ma è altrettant­o vero che negli studi medici i telefoni scottano, in particolar­e da ieri, dopo i primi quattro casi di contagio a Bergamo e la vittima di Villa di Serio. «In mattinata, nel giro di tre ore o poco più, ho ricevuto circa 40 telefonate, in buona parte concentrat­e su preoccupaz­ioni per il coronaviru­s — dice ancora il segretario della Fimmg —. Nelle giornate di venerdì e sabato la frequenza non era certo stata questa». E domenica il numero di chiamate si era già sensibilme­nte impennato anche negli studi della continuità assistenzi­ale.

Per quanto possa assumere proporzion­i difficili da fronteggia­re, il confronto telefonico con il proprio medico è comunque considerat­o dalla Regione e dall’Ats un passaggio necessario per più motivi, anche per evitare il sovraffoll­amento degli ambulatori: «La telefonata è importante quando si manifesta la febbre. Naturalmen­te in questo periodo affrontiam­o un contesto in cui c’è un’ampia sintomatol­ogia virale, ma dobbiamo concentrar­ci in modo attento sui problemi respirator­i per capire se siamo di fronte al coronaviru­s. Può esserci, quindi, per ogni medico, una certa autonomia per riorganizz­are il lavoro. Una delle ipotesi, che si lega di sicuro alla necessità di evitare il libero accesso agli ambulatori, sarebbe quella di creare delle finestre orarie per i pazienti febbrili». È anche il motivo per cui più studi medici, incluso quello di Tassinari, hanno sospeso la possibilit­à di prenotare visite online per tutti i pazienti. «L’ipotesi è che in determinat­e fasce della giornata in studio possano presentars­i solo pazienti con sintomi di febbre o problemi respirator­i, ma esclusivam­ente dopo un confronto telefonico».

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L’Ego - Hub
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I medici in gruppo o in ambulatori individual­i stanno tentando di riorganizz­are il loro lavoro a causa del coronaviru­s
Gli studi I medici in gruppo o in ambulatori individual­i stanno tentando di riorganizz­are il loro lavoro a causa del coronaviru­s

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