Serie A e Champions Sul calendario regna l’incertezza
Il countdown per Valencia è iniziato, mancano solo due settimane (sarà il 10 marzo) alla gara che potrebbe significare la qualificazione ai quarti di Champions League per l’Atalanta, ma la situazione rischia di rannuvolarsi ora dopo ora. Perché se è vero che da un lato la Uefa non ha nessuna intenzione di rimandare, cancellare o far disputare a porte chiuse le proprie competizioni, dall’altro le autorità della comunità valenciana potrebbero imporre delle misure restrittive per la sfida, soprattutto per i tifosi bergamaschi, a causa del Coronavirus.
È ancora presto per lanciarsi in ipotesi, ma in quasi tutti gli aeroporti vengono controllati i voli provenienti dall’Italia, alle volte solo misurando la temperatura corporea. Non è escluso, però, che nei prossimi giorni possano essere adottate precauzioni più zelanti, come la quarantena per chi arriva dalle zone a rischio. Come successo in Madagascar, dove alcuni turisti italiani sono stati prima bloccati senza il via libera per sbarcare, una parte rimandata indietro proprio per paura del contagio. I primi casi incominciano a manifestarsi anche in Spagna, tra italiani a Tenerife e tifosi del Valencia ritornati dopo la trasferta milanese di San Siro. In quattro sono stati messi sotto osservazione dopo che si sono manifestati i sintomi del coronavirus, seppure in uno stato non grave. La consigliera della sanità pubblica valenciana, Ana Barcelò, ha detto che chi ha viaggiato verso l’Italia, tra supporter bianconeri e impresari impegnati alla Fiera di Milano, ha dovuto rispettare alcune regole di comportamento ma che nessuno rappresenta un caso sospetto. Ieri, per esempio, i sindaci di più Comuni attorno a Lione hanno chiesto di non far arrivare gli juventini allo stadio per evitare il contatto, ma il presidente Aulas ha negato questa ipotesi: un caso comunque sintomatico di come il problema del contagio sia vissuto nel resto d’Europa nei confronti degli italiani, con possibili scelte drastiche da parte degli amministratori e di chi governa.
Intanto gli effetti del coronavirus sul campionato iniziano a farsi pressanti. Perché la Lazio ha deciso di non «aiutare» l’Atalanta, negando l’anticipo della partita a venerdì 6 marzo, anziché il giorno successivo. Un accordo tra i club si poteva trovare, ma il presidente Lotito ha respinto la richiesta per «non dare vantaggi» — così ha spiegato la scelta il capo della comunicazione del club, Diaconale — a nessuno. Così Atalanta-Lazio rimarrà sabato 7 marzo e la corrida con il Valencia il 10, a soli tre giorni dal campionato. Paradossalmente i nerazzurri potrebbero recuperare la partita con il Sassuolo il 4, giocando quattro partite in nove giorni dal Lecce di domenica (ore 15) alla Champions. L’idea è dunque quella di disputare il recupero il 18, nella settimana di Napoli e Juve impegnate in Champions, così come probabilmente Roma e Inter in Europa League.
Il recupero Con il Sassuolo il 4 marzo? In quel caso 4 partite dell’Atalanta in nove giorni