Il rappresentante finito in Terapia intensiva: come stare nello spazio
Samuele Acerbis, 63 anni, era a casa dal 17 febbraio L’allarme alla Syrio, dove lavora, è scattato lunedì Chiuso il negozio, tutti i colleghi con la mascherina
Credeva fosse una banale influenza, invece è risultato positivo al coronavirus. Samuele Acerbis, 63 anni, di Nembro, lavora come rappresentante per la Syrio di via delle Valli. È ricoverato nel reparto di Terapia intensiva del Papa Giovanni, che ai colleghi descrive come una navicella spaziale. «Adesso sto abbastanza bene», scrive via WhatsApp. I primi sintomi, il 17 febbraio. Tra giovedì e venerdì, il peggioramento e il passaggio all’ospedale di Alzano. Nell’azienda che vende attrezzatura per le imprese l’allarme è scattato lunedì.
Alla Syrio di via delle Valli, per qualche ora, ieri, i titolari Mauro e Silvia Piccinini hanno tentato una prudente apertura al pubblico. Così è bastato affacciarsi per avere la conferma: tre commessi dietro al bancone, tre sguardi dietro alla mascherina. Sì, uno dei contagiati bergamaschi del coronavirus lavora qui, in questa azienda che rifornisce le imprese di tutti gli attrezzi possibili e immaginabili. Una ferramenta 4.0 con tanto di sito per lo shop online.
Il malato è Samuele Acerbis, 63 anni, di Nembro, addetto alle vendite in Val Seriana, «un rappresentante vecchio stampo, da visita, noi lo prendiamo sempre in giro», prova a sorridere Mauro Piccinini. È in Terapia intensiva all’ospedale Papa Giovanni XXIII, dove è stato trasferito dalla Medicina di Alzano. È in ripresa: «Sto abbastanza bene», risponde in whatsapp.
È via chat che lunedì 17 febbraio ha annunciato in ditta l’assenza per malattia: «Ho l’influenza, lavoro da casa», ha fatto sapere. Tra giovedì e venerdì, proprio nelle ore in cui il coronavirus diventava un caso italiano, ha iniziato ad avere problemi a un polmone, faticava a respirare e si è rivolto al pronto soccorso più vicino. Ai colleghi ha raccontato di avere chiesto lui, in un secondo momento, di sottoporsi al tampone, insospettito dai sintomi, e di avere dovuto insistere per ottenere le analisi, risultate positive. «In Terapia intensiva è come stare su una navicella spaziale», ha scritto, sempre ai colleghi, per rassicurarli del miglioramento. Non ha figli, a Nembro vive con la compagna. Per ora non si sa se anche lei sia stata contagiata né in che modo lui abbia contratto la malattia. Contatti con il Lodigiano, ad esempio, non ne risultano.
«Ce lo ha comunicato ieri mattina (lunedì, ndr) poco dopo le 8 — chiarisce Piccinini —. Era molto dispiaciuto. Sappiamo che ha informato anche tutti i suoi clienti, sono aziende della Val Seriana». Pensare che alla Syrio, le mascherine, le vendono: «Tutte esaurite dal fine settimana scorso, ne avremo vendute 5 mila — riprende l’imprenditore —. Per quanto ci riguarda, abbiamo chiuso immediatamente l’azienda e non abbiamo fatto entrare più nessuno. A un fornitore che si è presentato abbiamo chiesto di lasciare il materiale fuori». Il secondo passo è stato contattare l’Ats: «Il medico che ci ha risposto è stato davvero bravo e ci ha indicato come procedere. Ci ha spiegato che possiamo rimanere aperti, seguendo alcune precauzioni. Indossiamo mascherine, facciamo scaricare all’esterno in modo da non venire in contatto con i fornitori e i clienti del negozio entrano scaglionati». Questo finché non ha deciso, a metà giornata, di bloccare del tutto i contatti col pubblico fino a sabato, giorno in cui scadono le due settimane di incubazione e, secondo l’Ats, non c’è più pericolo.
Tra i clienti serviti nella finestra di apertura, c’è stato pure il mitico portiere dell’Atalanta Pier Luigi Pizzaballa, non in figurina ma in carne e ossa. Per una manciata di minuti ha distolto l’attenzione dall’emergenza dei titolari e dei 5, su 30, dipendenti presenti: «Gli amministrativi e gli addetti all’e-commerce lavorano da casa». Paura di rimetterci? «Credo che su di noi l’impatto sarà limitato, perché vendiamo molto con l’e-commerce — conclude Piccinini —. Ma comprendo la preoccupazione dei miei colleghi che lavorano con un metodo tradizionale. Dopo un giorno di chiusura, o riapri o non campi».
Abbiamo subito chiuso e contattato l’Ats Mauro Piccinini titolare Syrio