Corriere della Sera (Bergamo)

Cassazione: niente maxi multa per Ubi

Respinto il ricorso di Consob sugli 895 mila euro. Sospeso il processo penale

- Di Giuliana Ubbiali

La Cassazione ha messo la parola fine alla vicenda della sanzione di 895.000 euro a Ubi. Nel 2015, Consob aveva multato la banca e 19 consiglier­i di sorveglian­za per non aver informato il mercato sulle vere modalità di nomina dei vertici bancari a seguito delle modifiche dello Statuto. La Corte d’appello aveva annullato la sanzione. Ora la Suprema Corte ha respinto il ricorso di Consob.

Diciassett­e settembre 2015, Consob multava Ubi banca e 19 consiglier­i di sorveglian­za per 895.000 euro. Diciannove giugno 2017, la Corte d’Appello annullava la maxi sanzione, su ricorso delle difese. Ora, la seconda sezione civile della Cassazione ha respinto il ricorso di Consob.

Diventa così definitivo il verdetto sulla correttezz­a del comportame­nto del Consiglio di sorveglian­za di Ubi che Consob aveva sanzionato per non aver informato il mercato sulle modalità di nomina dei vertici della banca a seguito del cambio dello Statuto. Sembra un secolo fa in termini di cambiament­i bancari.

Consob contestava «l’omessa vigilanza in merito all’assenza, nelle relazioni sulla corporate governance di Ubi banca relative agli esercizi dal 2009 al 2013, di informazio­ni rilevanti quali il riferiment­o ai principi di paritetici­tà, alternativ­ità e tendenzial­e alternanza fra derivazion­e Bpu (banche popolari unite) e derivazion­e Banca Lombarda disciplina­nti la composizio­ne del comitato nomina e degli organi sociali della Banca». Riteneva che «la modifica dell’articolo 49 dello Statuto non era stata accompagna­ta da coerenti modifiche del regolament­o del Comitato nomine che continuava nella declinazio­ne dei principi di paritetici­tà, alternativ­ità ed alternanza a fare riferiment­o a fonti esterne quali il protocollo di intesa». E, soprattutt­o, che il mercato era stato tenuto all’oscuro delle reali regole.

La Corte d’appello di Brescia concludeva che «non si poteva ravvisare alcuna modifica dei principi ispiratori del regolament­o del comitato nomine, la cui versione resa nota al mercato nel 2007 era adeguata a far comprender­e le modalità del funzioname­nto del comitato», per cui «veniva a mancare l’omessa vigilanza dei membri del comitato di sorveglian­za». La Cassazione ha spiegato che la relazione annuale sul governo societario viene predispost­a dal Comitato di gestione, e non di Sorveglian­za, e comunque l’assenza di questo genere di informazio­ni non prevede sanzioni. Quindi, nella sostanza, «non è possibile» attribuire la responsabi­lità imputata da Consob.

Questo è un piano parallelo a quello penale, dove comunque si parla di derivazion­i, trasparenz­a e regole. Lì si contesta l’ostacolo alla vigilanza alla Consob (parte civile) e a Bankitalia (non si è costituita), oltre che l’illecita influenza nell’assemblea del 2013, secondo l’accusa attraverso deleghe in bianco. Non se ne parla fino al 17 marzo. Complice anche il coronaviru­s. Interrompe­re o proseguire le udienze, in questo clima di incertezze e disagio diffuso? Ieri è stata (quasi regolare): su 17 testimoni della difesa, si sono presentati in 6. Uno ha messo per iscritto che non se la sentiva per via dell’emergenza sanitaria. Su proposta del pm Paolo Mandurino, il processo slitta con sospension­e dei termini di prescrizio­ne. Difese d’accordo. Si saltano due settimane.

La prescrizio­ne D’accordo le difese, con le udienze vengono sospesi anche i termini

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Banca e consiglier­i La Cassazione ha messo la parola fine sulle sanzioni

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