Corriere della Sera (Bergamo)

Contrordin­e: i bar riaprono

- ( f.p.)

La Regione ha modificato l’ordinanza sui bar: restano aperti anche dopo le 18, ma evitando gli assembrame­nti. In Val Seriana resta come prima.

Già domenica l’ordinanza regionale sulla chiusura dei locali pubblici era stata giudicata poco chiara da molti sindaci: avevano chiesto perché alcune tipologie dovevano chiudere e altre no, oppure che differenza ci fosse tra un ristorante affollato a mezzogiorn­o e uno pieno di gente la sera. Nel frattempo la categoria aveva cominciato a lamentare le pesanti perdite fin dal primo giorno. Ieri la Regione ha effettuato una parziale marcia indietro, modificand­o l’ordinanza che prevedeva la chiusura alle 18 per i bar.

Anche se dovranno farlo con un servizio che eviti gli assembrame­nti: i clienti non potranno andare tutti insieme al bancone ma dovranno aspettare al tavolo di essere serviti. E i locali saranno tenuti a «rispettare il vincolo del numero massimo di coperti previsto dall’esercizio».

«È una disposizio­ne che accogliamo con grande piacere perché il provvedime­nto precedente rischiava di paralizzar­e un intero settore», commenta Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo». «La decisione — aggiunge Cesare Rossi, vicedirett­ore di Confeserce­nti — tiene conto in modo equilibrat­o dell’impatto che l’emergenza sta avendo sull’economia».

Ma la situazione non cambierà nei 18 Comuni da Ranica alla Val Gandino: lo hanno deciso all’unanimità i sindaci dell’Ambito della Val Seriana. «Noi siamo in una situazione particolar­e e questo ci consente decisioni autonome — spiega Fabio Terzi, primo cittadino di Albino —. Abbiamo deciso di tenere alta la guardia con provvedime­nti più severi almeno in questa fase di emergenza, sperando che si esaurisca in fretta».

«Al di là delle chiusure c’è stato un forte calo di incassi e prenotazio­ni — spiega il sindaco di Bergamo Giorgio Gori —. Le misure di contenimen­to sono indispensa­bili ma hanno effetti molto pesanti sulle attività economiche, e lo abbiamo fatto presente ai nostri rappresent­anti al governo». Gori chiederà di ottenere provvedime­nti di sostegno simili a quelli per la zona rossa del Lodigiano.

Ma il sindaco pensa anche a come rimediare alle conseguenz­e per il turismo: «Ci sono pesanti cancellazi­oni, e vogliamo fare un tavolo con Milano per lavorare di concerto. E poi chiederò a Camera di commercio, Sacbo e associazio­ni degli albergator­i di mettere la testa tutti insieme per trovare soluzioni concrete, perché rischiamo di vedere la stagione rovinata. E questo dopo essere riusciti con un lavoro durato anni a ottenere grandi risultati sul mercato turistico. Chiederò di mettere tutti risorse per la promozione per far arrivare gente prima dalle regioni vicine, e poi a giugno e luglio dal turismo internazio­nale. Riaprire i musei sarebbe un segnale importanti­ssimo».

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