Primo minore col coronavirus Almeno 20 casi Uno a Cisano
Ma il minorenne non ha avuto sintomi preoccupanti In quarantena i parenti dei pazienti deceduti: per i funerali dovranno attendere due settimane
Il bollettino dei contagi sospetti si allunga ancora: salgono a venti i bergamaschi positivi al coronavirus e i morti sono tre. Coinvolte, oltre alla Val Seriana, altre zone della provincia. C’è anche il primo caso di un minorenne, un quindicenne di Seriate, trovato positivo, così come un uomo di 51 anni di Cisano. A Treviglio ci sono quattro polmoniti sotto esame, e a Romano un caso annunciato dalla diretta interessata, una ventunenne ricoverata sabato e tornata a casa per la quarantena. Poi ci sono i bergamaschi fuori provincia come i tre turisti a Palermo.
Romano, ventunenne malata si racconta su Instagram: insultata. Negativi gli altri pensionati a Palermo
Salgono a venti i bergamaschi positivi al coronavirus. Il bollettino dei contagi sospetti si allunga ancora, e oltre alla Val Seriana coinvolge altre zone della provincia. E c’è il primo caso di un minorenne: si tratta di un quindicenne di Seriate, trovato positivo quando gli è stato fatto un tampone per altri tipi di patologie. Non ha comunque nessun sintomo. «Se non avesse fatto il controllo non ce ne saremmo nemmeno accorti — ha spiegato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera —: è il classico caso che in pochi giorni diventerà negativo».
C’è poi un uomo di 51 anni di Cisano bergamasco: era stato a Codogno per lavoro e aveva i sintomi dell’influenza. È andato al Papa Giovanni per il tampone ed è tornato a casa. Gli è stato confermato il responso positivo e dovrà restare in quarantena. A Treviglio ci sono quattro polmoniti sotto esame, e a Romano un caso annunciato dalla diretta interessata, una ventunenne ricoverata sabato e tornata a casa per la quarantena. «Ho iniziato a stare male mercoledì — racconta — con febbre alta, mal di testa, tachicardia, difficoltà a respirare. Sabato sera papà ha avuto il sospetto del coronavirus e ha avvisato il pronto soccorso che mi avrebbe portata lì». Dopo il tampone è stata trasferita a Bergamo, dove martedì mattina è arrivata la conferma: «Quando me lo hanno detto lo sconforto è stato forte. Pensavo dove potessi averlo preso, credo in discoteca, è l’unico posto affollato che ho frequentato. Poi è subentrata la paura di aver contagiato i miei cari e gli amici». Per questo la ragazza, dal letto d’ospedale, ha pubblicato delle storie su Instagram: «Volevo metterli in guardia». Qualcuno ha preso quei post e ne ha fatto un filmato che è diventato virale facendola diventare bersaglio degli haters. «Mi hanno scritto cose innominabili. Non cercavo certo notorietà, visto che è un profilo privato». Non solo: il fidanzato ha rotto la loro relazione proprio per il coronavirus. «È un momento difficile ma non mollo. Voglio dire a tutti che non ho l’ebola o la lebbra. Si guarisce come sto facendo io, ma la quarantena va osservata per tutelare i più fragili».
Infine ci sono i bergamaschi fuori provincia. A partire dalla comitiva di turisti a Palermo: alla donna risultata positiva nei giorni scorsi (e che sta meglio) si sono aggiunti il marito e un compagno di viaggio. Gli altri sono negativi resteranno in quarantena in albergo. Lo stesso per alcuni turisti ad Alassio, nel cui hotel erano stati rilevati 15 casi positivi. In quarantena anche una dottoressa bergamasca che vive nel Bresciano.
Si tratta di una ginecologa di 36 anni di Nembro che lavora all’ospedale di Manerbio, dove era stato rilevato il primo caso bresciano. A chi l’ha chiamata ha fatto sapere di stare bene, di non avere sintomi e che non tornava a Nembro da tempo. C’è infine il caso di un primario dell’ospedale di Alzano ma che abita nel Milanese.
I provvedimenti di quarantena riguardano anche i parenti delle prime vittime. È il caso dei familiari di Aldo Caprini, 83 anni, infermiere in pensione di Bergamo morto martedì al Papa Giovanni. L’uomo viveva all’ultimo piano del condominio di via Bresadola 10, palazzone di sessanta appartamenti nella zona della Conca Fiorita.
Il pensionato aveva da tempo problemi cardiaci, tanto che usciva raramente dall’appartamento in cui viveva con la moglie Ubalda Capelli. Sabato pomeriggio ha iniziato ad avere difficoltà a respirare e ha chiamato il 118. Al Papa Giovanni gli è stato fatto il tampone per il coronavirus. Il responso positivo è arrivato domenica. il decesso è sopraggiunto martedì. Ora la moglie e il figlio sono chiusi nell’appartamento nella scala B del palazzo per la quarantena. Quando è scattato il provvedimento la donna non aveva fatto in tempo a fare la spesa, e ha chiesto a un’amica della scala A di acquistare alcuni beni di prima necessità che si è fatta lasciare davanti alla porta.
Si trovano nella stessa situazione i tre figli di Ernesto Ravelli, 83 anni, di Villa di Serio, morto lunedì. Anche nel suo caso il virus aveva colpito un fisico indebolito da una serie di malattie: il pensionato era stato operato all’ospedale di Alzano la settimana scorsa, e i problemi respiratori erano iniziati nei giorni successivi alle dimissioni. Sono sottoposti a quarantena i suoi parenti più stretti, a partire dal figlio che viveva con lui nella casa di via Castagne 9, e gli altri abitanti del cortile nel centro di Villa di Serio. Ed è proprio per consentire la partecipazione dei parenti al funerale, la data del rito è slittata almeno a dopo il 9 marzo.
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