Rebus difesa contro il Lecce Dubbi a Valencia
Coronavirus, la stampa si interroga sulla trasferta di 2.400 tifosi bergamaschi Le precauzioni dei nerazzurri e il caso del giornalista spagnolo contagiato a San Siro
La premessa è che si vive alla giornata e che molto dipenderà da come evolverà il contagio da coronavirus. In Italia e, a questo punto, in Spagna. A meno di due settimane dalla gara di ritorno con il Valencia, al Mestalla, i media iberici iniziano a interrogarsi sul match. Non in chiave tecnica o tattica, ma in riferimento alla trasferta di oltre duemila bergamaschi per seguire l’Atalanta.
Se ufficialmente ancora nessuno si è mosso, in attesa, molto probabilmente, di verificare come sarà la situazione a ridosso della partita prevista il 10 marzo, spuntano i primi ragionamenti sulla scelta da operare: permettere l’arrivo di 2.400 persone provenenti da una delle zone più colpite dal coronavirus o cercare di bloccarle, provando a vietare la trasferta appellandosi all’Uefa? Seconda opzione che seguirebbe l’onda di molte nazioni, le quali hanno deciso di chiudere le frontiere a chi arriva dall’Italia. Dubbi che sono originati, oltre che dall’aumento dei casi di contagio, anche per i pazienti che hanno in casa, i quali hanno contratto la malattia dopo aver seguito la gara di andata a San Siro. L’ultimo caso è quello di un giornalista che si è presentato all’ospedale universitario di Valencia con sintomi (lievi) riconducibili al virus, come hanno poi confermato dalle analisi del tampone.
Se per i tifosi il dubbio persisterà ancora a lungo (vietare la trasferta oggi o tra 10 giorni, con i biglietti già venduti, non fa grande differenza, almeno per chi deve decidere...), l’unica certezza a cui aspira l’Atalanta è che i suoi giocatori non contraggano il virus. La società, per questo, ha messo in pratica delle misure di sicurezza. Come il vietare al pubblico di assistere agli allenamenti durante la settimane. Mentre a ogni singolo calciatore e membro dello staff è stato consegnato dal responsabile sanitario il vademecum ideato dal ministero della Salute con le indicazioni ormai «classiche» di igiene oltre a raccomandare, in particolar modo, di evitare luoghi affollati. E nel caso malaugurato che si verificassero dei casi di positività? Poche soluzioni. Oltre a chiedere il rinvio delle partite (ma si è già visto che il carrozzone calcistico tende a trovare ogni strada per continuare), l’unica opzione sarebbe quella di affidarsi anche ai ragazzi della Primavera i quali, tra l’altro, saranno impegnati a Zingonia contro i pari età del Lione nella gara secca degli ottavi di Youth League. Le gare europee dei giovani nerazzurri richiamano 300/400 persone a ogni gara e, al momento, la sfida coi francesi non è chiaro se sarà a porte aperte.
Youth League Martedì a Zingonia la gara tra Primavera e Lione. Al momento a porte aperte