Corriere della Sera (Bergamo)

Volo verso il Mar Rosso Italiani rispediti indietro «Noi discrimina­ti»

Intervento subito dopo l’atterraggi­o a Eilat Israeliani in quarantena, gli altri respinti Ryanair, stop ai collegamen­ti dal 12 marzo

- Fabio Paravisi

Altro che acque cristallin­e, coralli e pesci colorati. La loro vacanza sul Mar Rosso è stata sostituita da un’ora in un aeroporto nel deserto, tra i militari che li scortavano dall’aereo col quale erano arrivati a quello con cui sono stati subito fatti tornare indietro. Venivano dall’Italia, il Paese con il coronaviru­s, e il governo israeliano ha deciso che non li voleva. Peccato che l’abbia deciso mentre il Boeing 737 di Ryanair era decollato da un pezzo.

Il volo FR 2007 si era staccato dalla pista dell’aeroporto di Orio alle 8.05 di ieri. Il velivolo (semivuoto: 47 persone in tutto) era diretto allo scalo Ramon di Eilat, località turistica sul Mar Rosso. Nelle stesse ore il governo israeliano stava analizzand­o il caso di un suo cittadino arrivato domenica da Malpensa su un volo El Al e risultato positivo al coronaviru­s. Per questo ha deciso una stretta sugli arrivi dall’Italia. Restava da capire cosa fare con i voli a metà strada. Se ne sono accorti i passeggeri dell’aereo da Orio quando è atterrato alle 13.05.

«Il personale ha chiesto agli israeliani di scendere per primi e agli altri di consegnare i passaporti — racconta Mauro Romagnoli di Bologna —. Lì ho capito che la mia vacanza di compleanno si stava mettendo male». I cittadini israeliani sono stati guidati in un’area protetta dove sono stati messi in quarantena. Gli altri venticinqu­e (tra cui diciannove italiani) hanno ricevuto nuove carte d’imbarco e sono stati scortati da militari dotati di maschere anti contagio verso l’area partenze. Lì il nuovo volo Ryanair FR 2008 ha aspettato quaranta minuti per riuscire a trovare posti su un aereo sul quale si trovavano già 119 passeggeri. E che è infine decollato alle 14.20, settantaci­nque minuti dopo l’atterraggi­o del volo precedente. Un destino simile è toccato anche a 23 passeggeri di un Easyjet da Venezia e a nove di un Alitalia da Milano.

I vacanzieri mancati sono atterrati a Orio poco prima delle 18 con una grande stanchezza addosso. «Siamo molto arrabbiati e delusi — commenta Dario Perrotta, comasco di Albavilla —. Nessuno ci aveva detto niente: a noi risultava che almeno fino a domenica non ci sarebbero stati problemi. Se proprio si doveva fare un blocco avrebbero dovuto avvisare prima, non mi sarei sciroppato dieci ore di aereo con due bambini piccoli».

«Ho perso una vacanza di dieci giorni — racconta Spartaco Serra di Torino —. Siamo molto arrabbiati per com’è gestita la cosa: avevamo monitorato il sito della Farnesina e quelli israeliani: dicevano che fino a domenica saremmo entrati con controlli sanitari». «Mi sono sentita discrimina­ta — aggiunge sua moglie Katia Bartolo — anche perché veniamo da una zona senza infezioni». Un’altra torinese, Tiziana Stocco, indossa una mascherina «per proteggere gli altri. Capisco le precauzion­i ma almeno dovevano avvisarci. Non ci hanno nemmeno lasciato andare in bagno». Marco Granati, presentato­re televisivo di Milano, se la prende con il governo italiano: «Non sa gestire un’epidemia ridicola, con un tasso di precauzion­e sproporzio­nato che ci fa fare una figuraccia di fronte a tutto il mondo». Anita Pelagi, milanese, ha avuto un deja vu: «Dieci anni fa mi era successa la stessa cosa in Messico per la peste suina. Certo, meglio a casa che due settimane di quarantena in Israele».

I quattro collegamen­ti di Ryanair verso Israele (fra i quali due da Orio, per Tel Aviv ed Eilat) proseguira­nno fino al 12 marzo, in modo da riportare in Italia chi aveva viaggiato con la compagnia. I viaggi di andata saranno riservati agli israeliani, mentre gli altri viaggiator­i che avevano già prenotato un volo riceverann­o nelle prossime due settimane l’opzione di un rimborso completo o di una nuova prenotazio­ne sui voli per Israele dopo il 1° aprile. Le rotte saranno poi sospese dal 12 marzo al 31 marzo, quando, spiega Ryanair, «non otterremo rassicuraz­ioni sulla revoca di questo divieto di entrata agli italiani, per noi ingiustifi­cato».

Avevo controllat­o tutti i siti. Avrebbero dovuto avvisarci prima

Spartaco Serra

Sono arrabbiato e deluso: ho fatto 10 ore di aereo con due bimbi piccoli

Dario Perrotta

Mi sento discrimina­ta. E poi vengo di Torino, zona non infetta

Katia Bartolo

Ho capito subito che la mia vacanza di compleanno sarebbe finita male

Mauro Romagnoli

Mi era già successa la stessa cosa dieci anni fa in Messico per la peste suina

Anita Pelagi

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Stop Ieri in Israele i passeggeri italiani di tre voli (di cui uno da Orio) sono stati respinti

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