Imprese e famiglie colpite: Ubi sospende le rate dei mutui Il fronte del «no» Con l’adesione di Cattolica Assicurazioni potrebbe salire al 30%
Per tre mesi, prorogabili. E il Comitato Azionisti sale al 18,8%
Come già accaduto in passato, in occasioni di terremoti e calamità, Ubi Banca scende in campo a sostegno della propria clientela. Il provvedimento assunto dall’istituto guidato da Victor Massiah prevede la sospensione temporanea del pagamento delle rate dei finanziamenti a favore di imprese e famiglie direttamente interessate dall’emergenza coronavirus.
La misura è destinata ai residenti, alle aziende con sede operativa nei comuni oggetto dell’ordinanza di prescrizione e interdizione e alle aziende che più in generale sono state penalizzate nello svolgere l’attività a causa dell’emergenza.
In concreto l’intervento prevede la possibilità di sospendere per 3 mesi il pagamento delle rate di mutui erogati a persone fisiche e di finanziamenti erogati alle imprese. Ma qualora l’emergenza dovesse protrarsi è prevista la possibilità di una proroga delle misure.
Sempre a causa dell’emergenza sanitaria, lo scorso lunedì era stata rinviata la riunione del Sindacato Azionisti di Ubi che, con l’8,4% del capitale sociale, era chiamato ad esprimersi sull’Ops di Intesa Sanpaolo. Secondo rumors degli ambienti bresciani, dovrebbe essere convocato a breve il Comitato di Presidenza per una prima disamina dell’offerta e successivamente toccherà all’assemblea del Patto che raggruppa 190 soci esprimersi sull’operazione lanciata nella notte di lunedì 18 febbraio.
Le convocazioni dovranno tener conto delle disposizioni dei decreti governativi sulle misure di tutela, ma intanto il tempo corre: il 7 marzo è, infatti, il termine ultimo per il deposito della documentazione prevista dalla normativa vigente da parte di Intesa.
Intanto la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e Radici Partecipazioni, entrambi componenti del patto di consultazione Car tra i grandi soci di Ubi Banca, hanno arrotondato le proprie partecipazioni nel capitale dell’istituto. Nel dettaglio, la Fondazione cuneese ha chiuso anticipatamente un’opzione call su un milione di azioni con un premio unitario pari a 0,7911 euro, mentre Radici ha acquistato 100mila titoli al prezzo unitario di 3,817 euro. Complessivamente le due quote corrispondono allo 0,09% del capitale di Ubi e se venissero conferite al patto porterebbero la partecipazione del Car al 18,804%.
Con l’adesione di Cattolica Assicurazioni al Comitato Azionisti di Riferimento e con l’atteso pronunciamento del sindacato azionisti di Brescia il fronte del «no» all’Ops potrebbe raggiungere il 30% del capitale sociale di Ubi.