Città Alta, addio lavanderia «Ci rimettevo, chiudo»
Appese ci sono ancora un paio di camicie bianche. Perfettamente stirate e inamidate attendono di essere ritirate dal legittimo proprietario. Entro domani, perché la Stireria del Lavatoio chiude. In Città Alta una lavanderia mancava da 10 anni e non è durata che 9 mesi, dal I giugno 2019 alla fine di febbraio.
È un’altra bandiera bianca che si alza nel tessuto commerciale del centro antico. Max Ceroni, leffese, il titolare dai modi cortesi e affabili, in questa avventura imprenditoriale ci aveva creduto, impiantando in via San Lorenzo la sua lavanderia-stireria. Zona di b&b, ma anche di residenti che ne potessero usufruire, con la comodità, soprattutto per i più anziani, di non doversi spostare in auto.
In poche parole, un’attività contrassegnata da un buon rapporto qualità prezzo che però non è bastato, non solo a conquistare la clientela residente e turistica, ma nemmeno a pagare l’affitto. Da qui, e cioè dal fatto di registrare un corrispettivo in perdita e dalla necessità di rifondere personalmente 300 euro mensili per saldare il canone d’affitto, Ceroni ha detto stop.
«Non potevo continuare così. Non solo non ci guadagnavo ma ogni mese pure ci rimettevo e questo non era ammissibile. Ho cercato di resistere per qualche tempo, ma le cose non sono cambiate». Dalle parole di Ceroni non traspare rabbia, semmai la delusione di aver creato qualcosa di utile che, però, alla fine non ha funzionato. Con la valigia in mano, Max, come si è fatto conoscere in questi mesi nel borgo, incassa la solidarietà di altri commercianti della Corsarola.
Prima tra tutti Manuela Carenini dell’omonima Latteria: «È un dispiacere e una sconfitta assistere a questa chiusura. Si dovrebbero mettere in campo degli incentivi pubblici a favore di chi crede nella possibilità di avviare un’attività in Città Alta».