Casa di riposo, il volontario malato: scattano le verifiche
Dal crocevia di Nembro e Alzano, l’allerta si è estesa anche nell’altra valle, a Zogno. Dal bollettino ufficiale c’è un solo caso positivo al coronavirus, ma si tratta di un volontario della casa di riposo monsignor Speranza. Dove una ventina tra ospiti e operatori ha avuto la febbre alta e i tipici sintomi da coronavirus. In una nota, la Rsa comunica che i primi tamponi hanno dato esito negativo. Ma ne mancano altri.
Da una valle all’altra. Nembro e l’ospedale di Alzano Lombardo restano l’epicentro dell’epidemia di coronavirus, ma nelle ultime ore è anche Zogno a preoccupare. Dalle tabelle ufficiali il paese è fermo a un solo caso positivo. Il fatto è che si tratta di un volontario della casa di riposo monsignor Giuseppe Speranza, da dove più o meno in concomitanza con il suo ricovero, al Papa Giovanni XXIII, all’Ats è arrivata la segnalazione di una ventina di persone, tra ospiti e operatori, con febbre alta e gli ormai ben noti sintomi. Negli ultimi dieci giorni, inoltre, sono morti cinque anziani all’interno della struttura da 113 posti letto in tutto, un punto di riferimento per la Media Val Brembana.
Comprensibile l’allarme, prima accennato su L’Eco di Bergamo dal direttore delle Malattie infettive del Papa Giovanni Marco Rizzi, poi semi confermato in Regione e infine, in serata, inquadrato in maniera più puntuale da fonti qualificate. Nel momento in cui il volontario, che andava e veniva dal ricovero, anche lui intorno agli ottant’anni, è risultato positivo e l’Ats è stata chiamata in causa, sono stati eseguiti immediatamente numerosi tamponi sia agli anziani ricoverati, sia a medici e infermieri. Secondo una nota scritta inviata dalla Rsa, la situazione «è ben monitorata. In questi giorni — recita il comunicato — si sono registrati alcuni casi di degenti sintomatici, ma le analisi dei primi tamponi effettuate dall’Istituto San Matteo di Pavia hanno dato esito negativo». Per molti altri si attende la risposta.
Le dimensioni di un ipotetico contagio sembrano poi ridimensionate dal numero dei malati attuali: dalla «ventina» di persone che parevano avere febbre alta in una fase iniziale, si è scesi a dieci, di cui tre fanno parte del personale sanitario. Dalla struttura sottolineano anche che il dato dei decessi «è del tutto sovrapponibile ai tassi di mortalità registrati negli analoghi periodi degli ultimi anni». Tutti ospiti come minimo sopra gli ottant’anni, di cui è difficile stabilire con precisione cosa abbia provocato la morte. Fra gli altri, l’ultracentenaria Carola Mosca, 102 anni, di Ambriola, scomparsa il 21 febbraio.
Al di là di poche righe scritte, nonostante i tentativi, è impossibile avere un confronto con i dirigenti della casa di riposo, che fa capo alla parrocchia di Zogno. Il presidente don Angelo Vigani è netto: «Deve contattare l’Ats». L’unica voce è quella del sindaco Selina Odette Fedi (Lega), che invita, e stra-invita, alla calma: «Non esiste nessun focolaio, è tutto sotto controllo — assicura —. La situazione è gestita dall’Ats e non c’è motivo di creare allarmismo». Come da ordinanza ministeriale, le visite dei parenti sono sospese da lunedì, salvo deroghe. Il nodo è proprio quello. Preoccupa la salute degli anziani, ma anche delle loro famiglie sparse nei paesi limitrofi. «La cittadinanza mi sembra che stia rispondendo bene ai divieti — prosegue il primo cittadino —. Nei bar stanno seduti ai tavolini e oggi (ieri per chi legge, ndr) il mercato si è svolto solo con le bancarelle di generi alimentari».
113 ospiti della Rsa Monsignor Giuseppe Speranza gestita dalla Opera Pia Caritas di Zogno
La nota della Rsa «Qui la situazione è tenuta monitorata, negativi gli esiti dei primi test»