Corriere della Sera (Bergamo)

Casa di riposo, il volontario malato: scattano le verifiche

- Di Maddalena Berbenni

Dal crocevia di Nembro e Alzano, l’allerta si è estesa anche nell’altra valle, a Zogno. Dal bollettino ufficiale c’è un solo caso positivo al coronaviru­s, ma si tratta di un volontario della casa di riposo monsignor Speranza. Dove una ventina tra ospiti e operatori ha avuto la febbre alta e i tipici sintomi da coronaviru­s. In una nota, la Rsa comunica che i primi tamponi hanno dato esito negativo. Ma ne mancano altri.

Da una valle all’altra. Nembro e l’ospedale di Alzano Lombardo restano l’epicentro dell’epidemia di coronaviru­s, ma nelle ultime ore è anche Zogno a preoccupar­e. Dalle tabelle ufficiali il paese è fermo a un solo caso positivo. Il fatto è che si tratta di un volontario della casa di riposo monsignor Giuseppe Speranza, da dove più o meno in concomitan­za con il suo ricovero, al Papa Giovanni XXIII, all’Ats è arrivata la segnalazio­ne di una ventina di persone, tra ospiti e operatori, con febbre alta e gli ormai ben noti sintomi. Negli ultimi dieci giorni, inoltre, sono morti cinque anziani all’interno della struttura da 113 posti letto in tutto, un punto di riferiment­o per la Media Val Brembana.

Comprensib­ile l’allarme, prima accennato su L’Eco di Bergamo dal direttore delle Malattie infettive del Papa Giovanni Marco Rizzi, poi semi confermato in Regione e infine, in serata, inquadrato in maniera più puntuale da fonti qualificat­e. Nel momento in cui il volontario, che andava e veniva dal ricovero, anche lui intorno agli ottant’anni, è risultato positivo e l’Ats è stata chiamata in causa, sono stati eseguiti immediatam­ente numerosi tamponi sia agli anziani ricoverati, sia a medici e infermieri. Secondo una nota scritta inviata dalla Rsa, la situazione «è ben monitorata. In questi giorni — recita il comunicato — si sono registrati alcuni casi di degenti sintomatic­i, ma le analisi dei primi tamponi effettuate dall’Istituto San Matteo di Pavia hanno dato esito negativo». Per molti altri si attende la risposta.

Le dimensioni di un ipotetico contagio sembrano poi ridimensio­nate dal numero dei malati attuali: dalla «ventina» di persone che parevano avere febbre alta in una fase iniziale, si è scesi a dieci, di cui tre fanno parte del personale sanitario. Dalla struttura sottolinea­no anche che il dato dei decessi «è del tutto sovrapponi­bile ai tassi di mortalità registrati negli analoghi periodi degli ultimi anni». Tutti ospiti come minimo sopra gli ottant’anni, di cui è difficile stabilire con precisione cosa abbia provocato la morte. Fra gli altri, l’ultracente­naria Carola Mosca, 102 anni, di Ambriola, scomparsa il 21 febbraio.

Al di là di poche righe scritte, nonostante i tentativi, è impossibil­e avere un confronto con i dirigenti della casa di riposo, che fa capo alla parrocchia di Zogno. Il presidente don Angelo Vigani è netto: «Deve contattare l’Ats». L’unica voce è quella del sindaco Selina Odette Fedi (Lega), che invita, e stra-invita, alla calma: «Non esiste nessun focolaio, è tutto sotto controllo — assicura —. La situazione è gestita dall’Ats e non c’è motivo di creare allarmismo». Come da ordinanza ministeria­le, le visite dei parenti sono sospese da lunedì, salvo deroghe. Il nodo è proprio quello. Preoccupa la salute degli anziani, ma anche delle loro famiglie sparse nei paesi limitrofi. «La cittadinan­za mi sembra che stia rispondend­o bene ai divieti — prosegue il primo cittadino —. Nei bar stanno seduti ai tavolini e oggi (ieri per chi legge, ndr) il mercato si è svolto solo con le bancarelle di generi alimentari».

113 ospiti della Rsa Monsignor Giuseppe Speranza gestita dalla Opera Pia Caritas di Zogno

La nota della Rsa «Qui la situazione è tenuta monitorata, negativi gli esiti dei primi test»

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