Bolle, cucina audace con la sensibilità di chef Cammarata
Bolle? In pentola! A sei mesi dall’apertura la domanda si è trasformata in una certezza. L’insegna nata dall’incontro tra la famiglia Agnelli (in primis Angelo, figlio di Baldassare, a capo del ramo degli strumenti di cottura professionali) e il cuoco Filippo Cammarata bergamasco di nascita ma siciliano nel dna, dimostra di avere i numeri per inserirsi nell’elite della ristorazione gourmet nostrana. L’ambientazione è moderna, contemporanea, disegnata sul modello industriale. Sotto, lo show room dell’azienda; al primo piano uno spazio aperto per una quarantina di coperti. Servizio ben coordinato, attento, di livello. Selezione di vini interessante, non scontata (tanti i vini «naturali»). Concentriamoci sulla cucina. Cammarata per anni è stato padrone dei fornelli da Cece e Simo in città. Ciò non gli ha impedito di accumulare esperienze di alto profilo tra Italia ed estero. E tanti viaggi, la sua passione, alla scoperta delle cucine tradizionali di ogni angolo del pianeta. Li sublima in una cucina personale, non omologabile, perfino coraggiosa per quanto abbraccia gusti, sapori, abbinamenti inconsueti. Azzarda e, dunque, rischia Cammarata. Ma lo fa con cognizione di causa, unendo tecnica a sensibilità. Consigliamo il cous cous di pecora bergamasca (ben concentrato il fondo che va a condire il cous cous); il fegato di vitello con cipolle e alloro (versione aggiornata della veneziana, con consistenza che si avvicina al foie gras). Degustazioni a partire da 60 euro vini esclusi; business lunch a 25 euro per due portate.