Corriere della Sera (Bergamo)

Tra i segreti di Milano

Best Seller A spasso con Massimo Polidoro che in una guida (tra le più segnalate su Amazon) svela i lati nascosti della città

- Paolo Carnevale

«Lungi da qui lungi, buoni cittadini, ché voi l’infelice infame suolo non contamini». Il minaccioso avviso, scritto in calce all’epigrafe latina sulla lapide che ricorda la «colonna infame» eretta al quartiere Ticinese, lì, dove aveva avuto casa Gian Giacomo Mora, il barbiere torturato atrocement­e e giustiziat­o nel 1630 con l’accusa di essere un «untore» della peste di manzoniana memoria, si trova ora nel cortile ducale del Castello Sforzesco, sotto il Portico dell’Elefante. Ed è anche una delle 200 perle nascoste del capoluogo lombardo scovate e raccontate dallo scrittore e giornalist­a Massimo Polidoro, in «Milano insolita e segreta», libro-guida tra i più segnalati su Amazon. «In questi giorni di atmosfera distopica e di desolazion­e», dice l’autore, «vale la pena visitare la lapide per riflettere sui corsi e ricorsi della storia. Ma è anche un’occasione per riscoprire il Castello, che conserva storie interessan­ti, a iniziare dal fatto che lì ha vissuto Leonardo da Vinci per 15 anni. Come La Ponticella, con le tre Salette Nere progettate dal Bramante per Ludovico il Moro, un gioiello spesso ignorato dai turisti».

Milano è una città la cui anima nascosta va scovata tra viuzze e giardini, come ha fatto «L’esplorator­e dell’insolito» in anni di ricerche ed escursioni. «La regola è che tutto ciò che viene indicato nella guida, in continuo aggiorname­nto, sia visitabile», sottolinea, «lontano dalle folle e dai cliché abituali, rivolto quindi a chi vuole scoprire un altro volto della città, al di fuori dei sentieri battuti e dove meno te lo aspetti. Come gli affreschi di Palazzo Borromeo, un ciclo pittorico quattrocen­tesco, tra i più importanti del gotico fiorito lombardo, tornato alla luce dopo i bombardame­nti del 1943, che si può visitare entrando dalla portineria dell’edificio situato dietro Cordusio». Tra i luoghi indicati da Polidoro ci sono anche una chiusa progettata da Leonardo da Vinci, un museo dei cavalli a dondolo e uno dedicato a D’Annunzio, l’organo di Mozart nella chiesa di San Marco, il «filo di Arianna» nella linea 1 della metropolit­ana, il bunker segreto di Mussolini, La “Madonna con le corna» affrescata da Vincenzo Foppa alla Chiesa di Sant’Eustorgio, i solchi sulle balaustre dei Navigli lasciati dai cavi usati per l’attracco delle chiatte e le statue sul Duomo. «Tra guglie e pinnacoli», spiega l’autore, «non ci sono solo santi e beati, ma si possono scovare raffiguraz­ioni di personaggi italiani famosi come Arturo Toscanini e Primo Carnera. C’è perfino una statua della libertà del 1810, che forse è il modello usato per il monumento americano».

Tra i monumenti più ricchi di fascino della città c’è anche l’oratorio di San Protasio, situato in una aiuola spartitraf­fico di Lorenteggi­o. «Secondo una leggenda», dice Polidoro, «qui entrò il Barbarossa come atto di devozione per invocare la vittoria, mentre Federico Confalonie­ri usò l’oratorio come covo di cospirazio­ne carbonaro per i moti rivoluzion­ari contro gli austriaci».

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Eploratore Massimo Polidoro, 50 anni, fotografat­o al Castello Sforzesco. Sullo sfondo, La Ponticella, uno dei luoghi segnalati nella sua guida (foto Baria)
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Da sinistra: gli affreschi di Palazzo Borromeo; l’Oratorio di San Protaso al Lorenteggi­o; la «Madonna con le corna» in Sant’Eustorgio e la Statua della libertà sul Duomo
Tesori Da sinistra: gli affreschi di Palazzo Borromeo; l’Oratorio di San Protaso al Lorenteggi­o; la «Madonna con le corna» in Sant’Eustorgio e la Statua della libertà sul Duomo

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