Noi e gli Arcimboldi una sfida vinta Il direttore dei Pomeriggi: «Ora può crescere»
«Penso sia stato un percorso significativo che ora garantirà agli Arcimboldi un futuro anche come teatro di produzione» è il bilancio e il testimone del direttore artistico Maurizio Salerno, che ha guidato l’operazione del passaggio di mano degli Arcimboldi dai Pomeriggi Musicali al nuovo gestore il cui nome sarà ufficializzata il 13 marzo: «Gli Arcimboldi erano nati come sede per le maestranze scaligere nei tre anni di “esilio” dal Piermarini a causa del restauro; tornati orchestra e coro, concerti, opere e balletti alla Scala, gli Arcimboldi divennero, uso la definizione più usata in quegli anni, una cattedrale del desero serto. Assieme ad altre istituzioni, nel 2011 avevamo iniziato a lavorare per la valorizzazione del teatro, poi nel 2015 il Comune di Milano ci ha assegnato la gestione (il primo incarico risale al 2007 ndr). Siamo passati da una sessantina di alzate di sipario all’anno, per un totale di 66mila spettatori, ai 232 spettacoli che nella stagione 2018-19 hanno portato in viale dell’Innovazione ben 297mila persone». I numeri non dicono tutto, però queste cifre non possono non certificare una tendenza nitida. «Vero, e ne siamo soddisfatti, ma la nostra è stata una gestione del luogo in cui erano altri a portare le loro produzioni. Cedere gli Arcimboldi a una realtà che possa produrre gli spettacoli vuol dire compiere un ulteriore passo avanti verso la piena valorizzazione e il miglior sfruttamento possibile del teatro».
Quella realtà potrebbe essere Show Bees, il cui direttore generale Gianmario Longoni ha offerto ai Pomeriggi 580mila euro, impegnandosi a integrare nel proprio organico sei dipendenti dall’organigramma dei Pomeriggi, una proposta che attende l’ufficializzazione per metà marzo. «Per noi questa operazione vuole innanzitutto essere un incentivo perché ci si concentri sulla resa artistica delle nostre maestranze e sulla valorizzazione del Dal Verme, considerando come i numeri crescenti degli Arcimboldi richiedesun impegno sempre maggiore» spiega Salerno, che sottolinea come anche dal punto di vista economico «ci sono stati anni in cui la gestione ci ha assicurato un ritorno economico, ma ce ne sono stati altri in cui questo ritorno non c’è stato». Meglio dunque concentrare le risorse, tecniche, strutturali e umane,«sull’orchestra e sul teatro. Vorrei realizzare con i nostri musicisti non solo stagioni sempre più ambiziose, ma progetti specifici di grande qualità. E vorrei che il Dal Verme diventasse un luogo
❞ La strada che seguirà il nuovo gestore sarà quella delle produzioni di musical, concerti ed eventi La Bicocca valido polo culturale
della musica tout court, non solo classica, ma jazz, pop, colta, comunque e sempre di qualità: penso ad esempio a Ludovico Einaudi, che in questi ultimi anni ha scelto il Dal Verme per presentare a Milano i suoi progetti. I teatri non mancano a Milano, sta per riaprire il Lirico, ma la centralità del nostro va sfruttata. Anche apportando migliorie, sia a livello di acustica per i concerti di classica sia nell’impianto di amplificazione per gli altri spettacoli».